Non sei registrato? Registrati.
ROMA | ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA | FINO AL 18 MAGGIO 2025

di ANTONELLO TOLVE

Nell’ambito delle grandi manovre messe in campo dall’Istituto centrale per la grafica, quella di acquisire opere d’arte è, mi pare, uno dei più importanti capitoli dell’ultimo quinquennio: e non solo per un luogo il cui prestigio si ripercuote da tempo – ormai con chiarezza – su un piano planetario dell’arte, ma anche per un intero Paese, il nostro, che non dovrebbe mai perder di vista il potere del sapere e della cultura. Anziché sperperare soldi in inutilità e futilità o magari organizzare eventi effimeri che in molti casi servono soltanto come labili specchietti per allodole mediatiche, l’Istituto, da tre anni a questa parte, ha via via monitorato le contrade dell’arte, ha organizzato una sottile rete di relazioni e, poco a poco, ha ampliato il proprio patrimonio con lo scopo di giungere, oggi, a una esposizione esemplare il cui titolo, secco e senza orpelli, rimanda a un capillare (ormai rarissimo) lavoro di équipe capeggiato dalla direttrice Maura Picciau e svolto per celebrare il cinquantenario (1975-2025) dall’unificazione di due storiche istituzioni (la Calcografia Nazionale, fondata nel lontano 1738, e il Gabinetto Nazionale delle Stampe istituito nel 1895) in cui sono custodite tutte le varie declinazioni dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.

Con ACQUISIZIONI. Da Parmigianino a Kentridge siamo infatti di fronte a un progetto speciale che accompagna il pubblico in un patrimonio di opere legate ora alla serialità dei multipli a stampa, ora all’unicità dei disegni e delle matrici, ora ancora al mondo della fotografia e della videoarte. In questa elegante esposizione tutto quello che è appunto opera d’arte riproducibile diventa chiaro e si armonizza in un percorso avvincente che annoda il passato glorioso al presente dell’arte, come pure le antiche tecniche della grafica a sperimentazioni più spericolate che diventano avvolgenti e coinvolgenti, come nel caso della saletta, a piano terra, in cui sono presenti l’impareggiabile Bestiario dell’altro mondo (2021) realizzato da Marta Roberti e Anygirl / Una ragazza qualunque (2012) del duo Goldschmied & Chiari.

Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge, exhibition view, Istituto Centrale per la Grafica (Roma)

«Questa mostra», avvisa Maura Picciau, «è il racconto di un museo in movimento, in cui negli ultimi tre anni sono arrivate molte opere. Sono infatti decine gli oggetti e le opere d’arte che sono pervenute all’Istituto, ad arricchire la nostra già ampia collezione. La mostra Acquisizioni dimostra come, secondo varie modalità, lo Stato possa incrementare il proprio patrimonio nazionale; uno sforzo grande, anche economico – ci sono opere per oltre 3 milioni di euro – nella convinzione che lo sviluppo di una raccolta costituisca un valore per il museo e per la comunità tutta».

Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge, exhibition view, Istituto Centrale per la Grafica (Roma).

Quello proposto a Palazzo Poli, un luogo straordinario che accorpa urbanisticamente Fontana di Trevi, meta di turismo grazie a film quali Fontana di Trevi (1960), La dolce vita (1960) o anche Totòtruffa 62 (1961), è un appuntamento imperdibile: il pubblico ne esce ritemprato e tonificato, finanche grato, perché di sala in sala ad accompagnarlo è una puntuale semiologia espositiva che racconta capitoli di storia, di conquiste tecnologiche, di metodologie e di sperimentazioni in cui l’osare coincide con il creare.

Ad aprire il percorso è un primo ambiente che se da una parte spiega cosa sia l’Istituto centrale per la grafica («un organismo museale dalla natura molteplice, nato per conservare, tutelare e promuovere» un ampio e luminoso «patrimonio di opere»), dall’altra racconta Le ragioni della mostra con opere che tessono il passato al presente: qui, accanto a una serie di Acquisizioni di fotografia antica («diversi autori rappresentativi del linguaggio pittorialista e modernista degli anni Venti-Quaranta e del fotogiornalismo degli anni Sessanta-Ottanta»), un progetto speciale di Silvia Cini, Avant que nature meure (2015-2024), invita a riflettere non più sul potere ma sul piacere d’un sapere che fa rima con stupore.

Altri sguardi, nel capitolo successivo (e la mostra sembra quasi un libro diviso in capitoli), presenta un nucleo di stampe, tutte B/N alla gelatina d’argento, a firma di una coltissima Ghitta Carell, e, tra le varie meraviglie, un Senza titolo, dalla serie Museo Nazionale Orientale di Venezia (2023) realizzato da Simona Ghizzoni con una tecnica del tutto personale, direi anche intima, pulsionale, passionale: stampa fine art su carta di riso, viraggio manuale con il tè.

Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge, exhibition view, Istituto Centrale per la Grafica (Roma).

Se sempre al primo piano una sezione di chiusura sul libro d’artista (qui tra l’altro lavori di Burri, Fontana, Pizzi Cannella, Jean Dubuffet eccetera…) accoglie il pubblico con una felice frase di Giorgio Maffei, «il libro […] dimentico di essere portatore di messaggi, vira verso una condizione persino più alta, diventare opera d’arte» (la frase è tratta dal catalogo della mostra Il libro come opera d’arte / The book as a work of art, a cura di Maura Picciau e dello stesso Maffei), al piano superiore il progetto espositivo si apre con una sala che propone opere Dal Cinquecento al primo Ottocento, dove, al centro, campeggia una struttura grigio perla su cui troviamo un piccolo foglio – penna, pennarello e inchiostro metallico-gallico su carta – attribuito a un giovane di delicata grazia manierista, Girolamo Francesco Maria Mazzola, in arte Parmigianino.

Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge, exhibition view, Istituto Centrale per la Grafica (Roma).

Sono tante le opere in questa splendida mostra, tanti i nomi che risalgono i gradini del tempo, inseriti elegantemente in un nucleo legato al raggio che assorbe Il risveglio dell’acquaforte e la grafica tra la fine dell’800 e i primi del’900 (Giulio Aristide Sartorio, Giovanni Fattori, Alberto Martini, Klimt, Schiele e Boccioni ne sono alcuni) o ancora nell’ampia contrada dell’arte che dagli anni Trenta del secolo scorso raggiunge il presente – importante lo spaccato sulla poesia verbo-visiva o la presenza di opere capillari a firma di Boetti, Penone, Kentridge… – con Pietro Ruffo e il suo prezioso Antropocene Roma (Pantheon) del 2023 o con il Palinsesto di Pontormo (2024) di Ciprian Mureşan (Favolose, nell’itinerario, le matrici in zinco incise a puntasecca da Mario Sironi, lirico il Ritratto di Sante Monachesi realizzato da Alberto Peschi nel 1942).

Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge, exhibition view, Istituto Centrale per la Grafica (Roma).

Al numero 6 di via della Stamperia, esattamente alle spalle da via Poli dove campeggia, appunto, Acquisizioni, una altrettanto generosa esposizione – Xilografie in mostra. La raccolta delle matrici xilografiche dell’Istituto centrale per la grafica – propone la storia d’una tecnica antica legata all’origine del segno, del segnare, del tracciare, dello scavare. I lavori di Adolfo de Carolis, di Diego Pettinelli, di Mino Maccari o di Luigi Veronesi in questa mostra sono intervallati da teche in cui bulini, incisioni su legno di testa o su legno di filo, tavole anonime o a firma di grandi maestri, offrono un meticoloso lavoro didattico (pensate che entrambe le mostre sono a ingresso gratuito!) e invitano a riflettere sulla forma più importante di stampa, almeno fino alla diffusione del procedimento litografico, sul suo esser fiore primario di riproducibilità e figlia muta della parola. Del resto, lo sappiamo, con la nascita della silografia (detta anche più comunemente xilografia) diventa «per la prima volta tecnicamente riproducibile la grafica»: e «così rimase a lungo, prima che, mediante la stampa», le parole sono di Walter Benjamin, «diventasse riproducibile anche la scrittura».


ACQUISIZIONI

Da Parmigianino a Kentridge

Artisti in mostra: Olivo Barbieri – Antonio Biasiucci – Tomaso Binga – William Blake – Umberto Boccioni – Alighiero Boetti – Alberto Burri – Alexander Calder – Duilio Cambellotti – Silvia Camporesi – Vincenzo Camuccini – Luca Capuano – Lisetta Carmi – Ghitta Carell – Silvia Cini – Fabrizio Clerici – Mario Cresci – Paola De Pietri – Giovanni Fattori – Helen Frankenthaler – Simona Ghizzoni – Goldschmied & Chiari – Guido Guidi – William Kentridge – Gustav Klimt – Ketty La Rocca – Armin Linke – Giovanni Battista Lusieri – Alberto Martini – Arturo Martini – James McNeill Whistler – Bruno Miniati – Ciprian Mureşan – Nunzio – Parmigianino – Giuseppe Penone – Alberto Peschi – Piero Pizzi Cannella – Marta Roberti – Pietro Ruffo – Ninì Santoro – Giulio Aristide Sartorio – Egon Schiele – Carlo Simonetta – Mario Sironi – Anne Marie Sauzeau – Alessandra Spranzi – Paul Strand Angelo Uggeri – Caspar van Wittel – Simona Welle.


18 dicembre 2024 – 18 maggio 2025

Istituto Centrale per la Grafica
Sale espositive di Palazzo Poli, via Poli 54 (Fontana di Trevi)

Orari: martedì – domenica 10,00 – 19,00 (ultimo ingresso 18,30). Ingresso libero

Info: https://istitutocentraleperlagrafica.cultura.gov.it/tutti-gli-archivi/eventi/acquisizioni-da-parmigianino-a-kentridge-20671.html

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •