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MILANO | Officine dell’Immagine | Fino al 24 marzo 2018

di MATTEO GALBIATI

L’esplorazione della fotografia contemporanea internazionale, letta attraverso i suoi esponenti di maggior rilievo e importanza (sua vera mission), da Officine dell’Immagine di Milano prosegue con la nuova mostra personale che, per la terza volta, riporta, ora nei rinnovati spazi della nuova sede della galleria, le immagini suggestive di Gohar Dashti (1980).

Gohar Dashti, Still Life #13, 2017, archival digital pigment print, photograms b&w, 120x120 cm, cyanotypes (blue print), 97x120 cm, edition of 10 Courtesy the artist and Officine dell'Immagine, Milan

Gohar Dashti, Still Life #13, 2017, archival digital pigment print, photograms b&w, 120×120 cm, cyanotypes (blue print), 97×120 cm, edition of 10 Courtesy the artist and Officine dell’Immagine, Milan

Tra le autrici di maggior interesse del panorama artistico iraniano, Dashti si presenta in questa occasione con una serie di recenti lavori in cui il senso di straniamento, di afflizione, di lacerazione e di vulnerabilità, che attanagliano il nostro presente, si percepisce attraverso la sconsolante assenza dell’uomo, i cui ambienti abbandonati si ricolmano con una Natura capace di rimpossessarsi emblematicamente di quegli spazi che le sono stati, un tempo, sottratti (la serie Home). Stanze, appartamenti, spazi industriali, atri, piazze, cortili, sono luoghi che all’incedere umano lasciano dilagare ora l’invadenza, inaspettata, quanto prepotentemente intrusiva, di un mondo vegetale che torna a crescere e a coprire il vuoto artificiale creato dall’uomo. Con una forza che nasconde anche una indeterminata fragilità.

Gohar Dashti. Fragile, handle with care, exhibition view, Officine dell'Immagine, Milano Photo by Elena Radice

Gohar Dashti. Fragile, handle with care, exhibition view, Officine dell’Immagine, Milano Photo by Elena Radice

Dashti nelle sue visioni ha sempre posto attenzione estrema alla condizione dell’identità in seno alla società iraniana che, però, diviene specchio per ampliarsi a quella dell’uomo di oggi, minato nella sua capacità di riconoscersi nell’altro, nel condividere e preservare memorie, ricordi, storie. Il senso del suo appartenere e l’amplificazione emotiva, che, ai giorni nostri, si disperde in percorsi vuoti ed effimeri, riverberano nelle sue fotografie a cercare di ritrovare peso e senso, non solo dell’osservare, ma del comprendere le ragioni profonde del nostro esistere.
La ripetizione variabile, che si ritrova in questi lavori, aiuta lo sguardo a percepire con maggior intensità quel malessere che invade quotidianamente le regioni del mondo, di cui questi scatti sono metafora di delicata potenza espressiva: Dashti, senza tradire il suo essere mediorientale, iraniana nello specifico, porta le ragioni della sua estetica a farsi portavoce per istanze che toccano le emotività di un pubblico ampio ed allargato.

Gohar Dashti, Home #4, 2017, archival digital pigment print, 80x120 cm edition of 10, 50x75 cm edition of 15 Courtesy the artist and Officine dell'Immagine, Milan

Gohar Dashti, Home #4, 2017, archival digital pigment print, 80×120 cm edition of 10, 50×75 cm edition of 15 Courtesy the artist and Officine dell’Immagine, Milan

La Natura con la sua forza, ma anche con la sua delicata, effimera, bellezza, traccia il segno di quel vissuto emozionale che attanaglia il nostro tempo (e noi come individui), individuandone e sottolineandone, grazie alla raffinata allegoria iconica (impressa dall’artista), tutta la sua vulnerabile fragilità. Grazia e dolcezza, favola e incanto, ma anche vigore e struggimento, cronaca e attualità si consegnano allo sguardo in una serie di immagini che raccontano, silenti, l’essenza emozionale dei nostri giorni.

Gohar Dashti. Fragile, handle with care, exhibition view, Officine dell'Immagine, Milano Photo by Elena Radice

Gohar Dashti. Fragile, handle with care, exhibition view, Officine dell’Immagine, Milano Photo by Elena Radice

Nella mostra Fragile, handle with care, troviamo anche una sorpresa di forte impatto con le stupefacenti opere della serie Still Life: in questo caso sono la scomposizione e la ricomposizione di elementi vegetali a riaffermare il senso di quell’energia vitale espressa nel ciclo precedente. Dashti, qui, agisce in modo ancor più personale, quasi intimo: nell’atto di spezzare, frantumare e ricomporre parti vegetali, si allontana da quell’autonoma perfezione del ciclo naturale e torna a promuovere una Natura più assimilabile all’identità umana, debole ed effimera, delicata e friabile, come quella di queste piante che rinnovano la loro bellezza proprio nell’impertinente resilienza della loro anima. Vera guida per un altrove incommensurabile, oltre ogni contingenza presente.

Gohar Dashti. Fragile, Handle with care
a cura di Silvia Cirelli
catalogo vanillaedizioni

8 febbraio – 24 marzo 2018

Officine dell’Immagine
Via Carlo Vittadini 11, Milano

Orari: da martedì a sabato 11.00- 19.00; lunedì e festivi su appuntamento
Ingresso libero

Info: +39 02 91638758
info@officinedellimmagine.com
www.officinedellimmagine.it

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