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ROVERETO (TN) | Mart Rovereto | Fino al 16 marzo 2025

di MATTEO GALBIATI

Era il 1916 quando, durante una campagna di scavi archeologici presso il Santuario di Portonaccio, nella valle del Tevere presso l’antica città etrusca di Veio, venne ritrovato, con alcuni altri importanti reperti, l’Apollo che di quella città porta ancora il nome, una scultura in terracotta pressoché integra da allora diventata celebre e popolarissima. Fu forse da questi, e altri, ritrovamenti di notevole rilevanza storica ed artistica che si riaccese e riprese vigore un mai totalmente sopito interesse per gli Etruschi e le loro vicende, interesse che fu, poi, destinato ad attraversare tutto il “secolo breve”.

Etruschi del Novecento, veduta parziale della mostra, Mart Rovereto, Rovereto (TN) Ph. Mart

La mostra Etruschi del Novecento è un progetto espositivo che, condiviso tra Mart di Rovereto e Fondazione Luigi Rovati di Milano, già dal primo capitolo aperto presso il museo trentino – alla fondazione milanese, tra aprile e agosto prossimi, il secondo – fa osservare con una profondità rigorosa e scientifica come la cosiddetta etruscomania, abbia toccato le arti, maggiori e minori, contaminando persino il cinema, la letteratura, il design, la moda di tutto il XX secolo e abbia lasciato un forte segno identitario e di appartenenza nei confronti di una cultura in cui, benché assai lontana nel tempo e nella storia, ci si è potuti riconoscere e in cui si sono affondate, ritrovandole, le radici delle nostre origini.
Se artisti, designer, stilisti, orafi, letterati e intellettuali avevano attinto dall’aggiornata vitalità sulla civiltà degli Etruschi – avvantaggiati anche da pubblicazioni, saggi, mostre, indimenticabili quella del 1955 e del 1987 – è altrettanto vero che l’ampio spettro di questa passione non si è restituita solo attraverso una blanda riproposizione di modelli, seguiti nell’itinerario di somiglianze e intenzioni stilistiche, ma a prevalere sono stati studi approfonditi, analisi dettagliate, osservazioni dettate da interessi mirati e determinati, che, da parte loro, non hanno lasciato mai nulla al caso o solo a nozioni superficiali. Così si è affrancato il gusto per una vera e nuova epopea etrusca, favorito proprio da un penetrante desiderio di conoscenza, di passione, di interesse, reali e non sporadici, rinnovati nei decenni e nelle personalità che, via via, si sono affermate.

Etruschi del Novecento, veduta parziale della mostra, Mart Rovereto, Rovereto (TN) Ph. Mart

La mostra che ci regala il Mart, certo uno degli eventi espositivi di punta di questa stagione, è proprio orientata a delineare il merito di questo “successo etrusco” accostando capolavori di tipologie diverse, con un così raro senso della misura e una corrispondenza tanto rigorosa che non pare nemmeno essere troppa o ridondante la presenza degli oltre 200 capolavori esposti. In dodici sezioni tematiche ben definite e dettagliatamente narrate, si susseguono “presenze”, tra documenti, opere e reperti, che, oscillando sempre tra un passato remoto e un presente storico a noi più prossimo, accompagnano il visitatore a un’esperienza di conoscenza di forte valore che restituisce a noi una visione, panoramica e complessiva, di questo articolato e frammentato – nella sua dis-continuità – fenomeno culturale. Si ristabiliscono, in questo modo, le giuste connessioni tra l’antico popolo italico e la cultura più recente, in cui le sue tracce restano disseminate e cariche di un fascino connotante e riconoscibile, forse avvalorate anche dall’interpretazione alternativa anti-classica che la cultura etrusca ha rappresentato rispetto alla scontata “classicità” greco-romana.

Etruschi del Novecento, veduta parziale della mostra, Mart Rovereto, Rovereto (TN) Ph. Mart

Un aspetto da non sottovalutare – e siamo grati all’eccellente lavoro curatoriale – è che l’interesse per gli Etruschi, nelle arti e nei linguaggi del Novecento, non è stato solo riferito ai modelli (come il sorriso arcaico, gli animali fantastici o i motivi ornamentali) riattualizzati e reinterpretati, ma anche i materiali – ad esempio il bucchero – e le forme propriamente distintive di quest’antica e nobile cultura sono stati riconsiderati e riproposti in una “moderna suggestione” che ha toccato la sensibilità creativa di numerosi artisti.
Non vogliamo citare i numerosi capolavori esposti per non “guastare” l’esperienza, anche emotiva, che la visita restituisce, e nemmeno vogliamo privilegiare un nome rispetto ad un altro, perché il panorama dell’intero percorso conquista sempre lo sguardo dall’inizio (con Pistoletto!) alla fine (con Schifano), ma osserviamo quanto le coordinate che ci vengono offerte ci portino a ripensare, non in termini di semplice “formalità”, ma di “espressività”, all’interessamento che tutto il Novecento ha riservato agli Etruschi, il popolo misterioso. Un interesse che, al di là delle epoche e degli stili, diventa e rimane senza tempo, senza limite, senza confine. Così si attua ancora nel presente della nostra esperienza, possibile grazie al lavoro intenso delle due istituzioni organizzatrici.

Etruschi del Novecento, veduta parziale della mostra, Mart Rovereto, Rovereto (TN) Ph. Mart

Dopo l’eccezionale proposta del Mart, non ci rimane che attendere, firmato dallo stesso team curatoriale, la seconda tappa milanese di Etruschi del Novecento per osservare non una riedizione, ma una proposta integrativa e complementare, in cui a prevalere saranno solo gli artisti italiani.
Perfettamente allestito e strutturato, questo autorevole progetto scientifico, in cui è evidente quanto la collaborazione proficua tra le due istituzioni abbia garantito importanti prestiti dalle più prestigiose realtà culturali nazionali e internazionali, è destinato a fare letteratura e a diventare – anche attraverso il prezioso catalogo con i contributi di valenti studiosi – ulteriore pietra miliare non solo per gli studi sugli Etruschi, ma anche per quelli sul Novecento e come esempio assai significativo di sapiente valorizzazione culturale comparata.

Etruschi del Novecento
a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Giulio Paolucci, Alessandra Tiddia
in collaborazione con Fondazione Luigi Rovati
con il sostegno di Radio Monte Carlo
catalogo Johan & Levi Editore con testi di Alessandra Tiddia, Giulio Paolucci, Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Guido Harari, Nico Stringa, Mauro Pratesi, Martina Corgnati, Fabio Belloni, Claudio Giorgione, Matteo Ballarin

7  dicembre 2024 – 16 marzo 2025 (prima tappa)

Mart Rovereto
Corso Bettini 43, Rovereto (TN)

Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica 10.00-18.00; venerdì e sabato 10.00-19.30; lunedì chiuso
Ingresso biglietto unico 3 sedi Mart, Casa Depero, Galleria Civica, valido due mesi dalla data di emissione; intero €15.00; ridotto e gruppi, giovani dai 15 ai 26 anni e over 65 anni €10.00; biglietto famiglia €22.00; gratuito fino ai 14 anni, Amici del museo; Tariffa visite guidate Gruppi (massimo 30 persone) €80.00; gruppi in lingua tedesca/inglese €100.00; scolaresche €60.00; scolaresche in lingua tedesca/inglese €65.00; Costo di prenotazione €1.00 relativo alla sola visita, non include il costo del biglietto d’ingresso; prenotazione almeno 15 giorni prima della visita, al numero +39 0465 670820

Info: +39 0465 670820
info@mart.tn.it
www.mart.tn.it

2 aprile 2025 − 3 agosto 2025 (seconda tappa)

Fondazione Luigi Rovati
Corso Venezia 52, Milano

Info: +39 02 38273001
www.fondazioneluigirovati.org

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