BOLOGNA | LabOratorio degli Angeli | 3 – 15 febbraio 2025
di IACOPO COTALINI
In occasione di ART CITY Bologna 2025, il LabOratorio degli Angeli ospita Identificazione del luogo di Luca Vitone e a cura di Leonardo Regano. La mostra accoglie alcune delle grandi xerocopie che Vitone ha realizzato a partire dal 1989, ribaltando il punto di vista della ricerca dell’artista. Se in origine le opere erano concepite per raccontare ciò che avveniva fuori dalle finestre del luogo in cui erano ospitate, con Identificazione del luogo il lavoro di Vitone volge il suo sguardo all’interno del LabOratorio. Durante la mostra, infatti, il pubblico assiste al restauro delle xerocopie che, in questo modo, subiscono un processo di riattivazione in un’ottica del tutto performativa.
Il LabOratorio degli Angeli per la sua attività e per la sua identità è un luogo affascinante e complesso allo stesso tempo, in quale prospettiva da curatore ti approcci ogni anno a questo luogo? Come pensi che quest’ultima sia cambiata nel corso del tempo?
La complessità del LabOratorio degli Angeli impone come unico approccio curatoriale possibile il ‘restare in ascolto’. Lavoro confrontandomi di continuo con Camilla Roversi Monaco, direttore tecnico del laboratorio di restauro, e Andrea Del Bianco, chimico restauratore e suo socio, selezionando artisti che di anno in anno possano rinnovare questa lettura e approcciarsi al luogo in maniera originale. In questa ricerca, non ci soffermiamo solo sugli aspetti storici e scenografici del luogo: il primo confronto che ha l’artista invitato è con i restauratori che qui lavorano ogni giorno e che, di fatto, accolgono il suo intervento nei loro spazi di vita quotidiana.
In Identificazione del luogo presso il LabOratorio degli Angeli, l’opera di Vitone viene restaurata e posta in un luogo differente da quello di origine (dal Castello di Rivara alla Galleria Vitolo, ad esempio) e a distanza di molti anni, cosa ti ha colpito maggiormente, da curatore, in questo dialogo tra passato e presente, tra lontano e vicino?
Senza dubbio, quello che mi ha interessato maggiormente è stato il modo con cui Luca Vitone è riuscito a riattualizzare la sua ricerca. Le sue opere si interrogano sulla natura del luogo, ponendoci una domanda a cui corrisponde una risposta che non può che essere performativa, in continua ridefinizione. Nelle precedenti ‘identificazioni’, i luoghi da lui scelti si confrontavano con ciò che si trovava fuori, oltre le finestre della galleria o dello spazio espositivo. Le mappe catastali riportate sui fogli che oggi rivediamo sui tavoli del LabOratorio degli Angeli ci raccontavano il territorio circostante nelle sue caratteristiche fisico-geografiche, nei rapporti in essere, nelle valenze economiche. In questa riattivazione, le stesse carte identificano un luogo diverso: non è più il segno che riportano su di esse ma è l’intervento conservativo a cui sono sottoposte. Luca ha messo al centro l’atto del restauro, nella sua progressività, manifestando il cambiamento della materia come esaltazione dell’opera dei restauratori.

Identificazione del luogo, LabOratorio degli Angeli, Ph Francesco Rucci
Attraverso l’opera performativa di restauro che avviene durante la mostra, come può cambiare la percezione del visitatore delle opere di Vitone e del luogo che le ospita?
L’aspetto performativo permette di fermarsi a riflettere su come la materia cambi nel tempo, come si degradi e si modifichi, e come, in un certo senso, essa possa tornare a uno stadio di integrità originaria. Per i visitatori, Identificazione del luogo è un’occasione per prendere parte a questo processo di recupero, avendo l’occasione – che per la maggior parte di noi è rara – di osservare un restauratore mentre lavora e di potergli fare domande. Le opere si trasformano davanti ai suoi occhi.
Prendersi cura della memoria e del suo restauro è un argomento sempre contemporaneo, come si configura secondo te nel panorama culturale di questo momento storico in cui la nostra percezione di memoria è sempre più rapida e affidata al mondo digitale?
Sulla memoria fondiamo la nostra identità, come persone e come collettività. Nonostante i tentativi di cancellazione o, peggio, di riscrittura a cui stiamo assistendo in questi tempi politicamente e socialmente bui, l’atto della sua conservazione e preservazione ci permette di continuare a resistere. Il restauro è una metafora ma anche un’azione concreta di questa battaglia.
Luca Vitone. IDENTIFICAZIONE DEL LUOGO
a cura di Leonardo Regano
3 – 15 febbraio 2025
LabOratorio degli Angeli
via degli Angeli 32, Bologna
Info: info@laboratoriodegliangeli.it
Tel. 051 583200