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Claudio Onorato. Mirabilis Mundus

PADOVA | Anfiteatro Arte | 9 febbraio – 17 marzo 2012

Intervista a CLAUDIO ONORATO di FRANCESCA DI GIORGIO

Quando chiediamo a Claudio Onorato di raccontare come ha lavorato negli spazi di Anfiteatro Arte gli serviamo la risposta su di un piatto d’argento. Inizia un lungo racconto che ci permette di compiere una visita guidata negli spazi allestiti ma soprattutto comprendere la forma mentis di un modus operandi che l’artista porta avanti con strumenti semplici. Fogli di cartoncino intagliato come pagine di vita vera, tanto reali nel loro cercare riscontro in ciò che siamo abituati a vedere e sentire quanto visionari nel loro soffermarsi sui particolari di un racconto che prende le strade del fantastico e dell’inaspettato…

Fancesca Di Giorgio: La tua formazione da architetto si rivela (anche e non solo) nell’importanza data allo spazio. Come hai costruito la mostra da Anfiteatro Arte?
Claudio Onorato: Ho passato diversi giorni in galleria, quasi 1000 metri quadrati di spazio espositivo… Su 60 lavori, realizzati con la tecnica del ritaglio – più della metà di grande formato – ne ho selezionati 20, con la collaborazione di Elena Forin (curatrice della mostra, n.d.r.) e Mattia Munari (gallerista, n.d.r.). La mostra si apre con due ritagli complessi, ricchi di dettaglio: Il diavolo nella cattedrale e un Monopoli (Caduta Libera), entrambi del 2008 e posizionati a se stanti, pareti bianche tutto intorno, si perdono nel disimpegno dell’entrata. Poi, la sala delle “Invasioni”, con Gli abitanti di Montecitorio, La notte della tarantola, Il giorno della locusta, La fabbrica di bambini, tutti del 2011, Mare nero (2010): lavori di grande dimensione, cm 140×200, quasi 3 mq cadauno, realizzati ritagliando fogli di cartoncino nero con un semplice taglierino. Sono stati appesi ad un cavo di acciaio che attraversa la sala come degli arazzi appena stesi ad asciugare. L’impianto espositivo è lineare e di forte impatto. I lavori a mezz’aria, lontani un metro dalla parete, in modo da eliminare ombre troppo forti che potrebbero confondere l’occhio, creano un’atmosfera sospesa, che invita il pubblico al silenzio e alla concentrazione.
Da questa prima sala, che offre una riflessione sui luoghi del potere nella nostra società e sulle dinamiche più scandalose della politica e dell’economia, si passa ad uno spazio più contenuto, che ospita due ritagli, Uccellacci e uccellini (2011) e Che sorpresa! (2011), che raccontano l’abuso di potere della comunicazione o i rischi di un controllo indiscriminato dell’informazione. In ultimo, si entra nella sala del fantastico, che accomuna una serie di lavori realizzati negli ultimi cinque anni. Si tratta di lavori di piccolo e medio formato, disposti in modo radiale rispetto ai due pilastri centrali. L’effetto è di pura magia… I lavori sono disposti a diversa profondità nello spazio che li ospita e con diversa angolatura. In questa sala troviamo quattro serie di lavori realizzati in momenti diversi della mia ricerca…
Gli Incastri (2007), conosciuti anche come Lavori newyorkesi, che raccontano di mondi impazziti, alluvioni di immagini che si formano e si disfano, partendo una dall’altra.
I policromi (2008-2009), intagli di storie vere e visionarie su cartoncino colorato che si contraddistinguono per uno spiccato horror vacui e per l’incredibile capacità narrativa. Una sola immagine può bastare per raccontare una storia stimolando la nostra fantasia.
Le Invasioni (2010-2011), dove un unico elemento si ripete all’infinito divorando lo sfondo.
E infine I filiformi (2011-2012). Dopo anni passati a progettare con cura le architetture delle mie opere, ho sentito un bisogno crescente di gestualità, il desiderio di sfogare in qualche modo una mia componente istintiva che lungo tempo ho tenuto a freno. Per questo sono nati i filiformi. Per trasportare nel ritaglio ciò che la pittura ottiene con l’Informale.

Cosa mi dici invece della luce che filtra dai tuoi intagli? Dei pieni e dei vuoti che emergono, per sottrazione, dalla carta e che metti in relazione con il circostante?
La luce dà vita ai lavori, la luce è assoluto. Senza luce i lavori non possono esistere. Sono quadri di luce. La parte più complicata di un allestimento è la disposizione dei fari. Ogni singolo lavoro ha la sua illuminazione… una luce di determinata potenza, di determinata intensità, di determinato colore, in alcuni casi calda, in altri fredda, a seconda del materiale usato per realizzare il lavoro e del racconto celato nell’opera.

Le architetture spesso sono le protagoniste del tuo lavoro e si caricano di una valenza simbolica e iconica molto forte… Quale “ruolo” gli affidi?
È proprio vero, mi capita sempre più spesso di pensare che attraverso l’architettura si possa raccontare il mondo. Tanti anni a fare l’architetto sono serviti a qualcosa…D’altronde l’architettura è il riflesso di una civiltà. È il suo prodotto primo e parimenti il suo prodotto ultimo, quando quella civiltà si è trasformata o semplicemente è venuta meno.
La sua presenza, a seconda dei sui simboli e delle sue icone, può essere più o meno ingombrante e capace di segnare nello spirito le generazioni a venire. L’architettura è arte e potere. Qualche volta è leggera e eterea, qualche volta può schiacciarci con tutto il suo peso.

Dimensione sociale e fantastica come due poli contrastanti ma pur sempre facce di un’unica medaglia. Come scegli ciò che vuoi raccontare?
Ho dei temi che mi stanno a cuore, tanti “file” archiviati nella mia corta memoria. Quando provo un’emozione forte, o semplicemente quando mi capita l’occasione, combino le diverse informazioni a mia disposizione e la storia nasce da se. Ma non sempre è così facile… Raccontare è la mia priorità. Senza il racconto la mia arte non avrebbe senso.

Mirabilis Mundus porta certamente a riflettere sul contemporaneo e sulla nostra capacità di stupirci… Credi ancora alle favole?
Non saprei ma… C’era una volta un artista che si chiamava Claudio Onorato, nato a Milano nel lontano 1967, dove viveva e lavorava infaticabilmente. Con materiali poveri, molto spesso di recupero, creava veri e propri quadri parlanti, che raccontavano gli aspetti più problematici della vita…

Claudio Onorato. Mirabilis Mundus
a cura di Elena Forin
Anfiteatro Arte
Via Ognissanti 33, Padova
Info: +39 049 8075616
www.anfiteatroarte.com
9 febbraio – 17 marzo 2012

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