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MILANO | FEDERICO RUI ARTE CONTEMPORANEA | Fino al 16 maggio 2025

di ILARIA INTROZZI

Dà molta carica vedere crescere artisti in cui si è sempre creduto. Vale sia per i curatori, per i galleristi, così come i collezionisti. E Leo Ragno (Milano, 1984) è tra quei pittori che, finalmente, hanno fatto il salto, il beau geste, arrivando a esporre un’importante mostra personale nell’altrettanto rilevante galleria milanese Federico Rui, in zona Moscova, visitabile fino al 16 maggio 2025.

Echoes è il titolo dell’esposizione che vede appesi alle pareti rigorosamente bianche dipinti, perlopiù inediti, in cui attraverso campiture (s)velate, nuance liberatorie e cenni di figure, emergono concetti come erotismo, sensualità, natura e corporeità. Visitandola, chi non fosse avvezzo all’opera dell’artista, si potrebbe domandare perché i volti, soprattutto, non vengono messi a fuoco. La risposta dell’artista è che gli viene automatico, istintivo. È proprio parte del modus operandi che Ragno ha sviluppato e ricercato negli anni, sin dagli esordi, quando realizzava lavori o sui toni del porpora o del blu. È poi un (apparente) vaso a suggerirgli una nuova strada, senza però dimenticarsi quella precedente. I fiori e il loro contenitori, li rappresenta infatti con tinte inedite per lui, sulla base non di un’esplicita natura morta, ma di un vero e proprio auto-ritratto. Sì, l’arte, se pensata e fatta come si deve e coerentemente ai tempi attuali, può essere magia.

Installation view, Leo Ragno “Echoes”, Federico Rui arte Contemporanea

L’eco, secondo il dizionario, è un fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro un ostacolo, torna a essere udito nel punto in cui è stato emesso nettamente separato dal suono che lo ha provocato. In senso più ampio è riferibile a qualsiasi tipo di rifrazione. E ciascun’opera esposta, di grande o piccolo formato che sia, raffigura proprio il senso della parola. Ragno è nell’opera e al contempo si distacca, ne toglie l’ostacolo, portando lo spettatore a immergersi nella totalità della tela.

I lavori più imponenti rassomigliano a degli arazzi di lucida bellezza. Quelli più piccoli, suggeriscono una nuova strada, un percorso di ricerca ancora inedito. Tuttavia, quest’ultimo passaggio non li rende meno nobili, anzi. Invoca un desiderio, mosso da una sensibile animosità, a proseguire per Ragno la sua ricerca, sia dal punto di vista tecnico che concettuale, scardinandolo l’annosa questione dell’artista che, una volta superato un traguardo importante, si fermi. Chiuda con sé stesso qualsiasi tipo di sfida.

Installation view, Leo Ragno “Echoes”, Federico Rui arte Contemporanea

Il tempo diventa la base di ogni serie portata nella galleria di Rui. Lo si nota scorrere, nelle vibrazioni semantiche di ogni lavoro. Da Portraits a Carnal, la prima raffigurante figure maschili e femminili che si abbandonano su sedie o poltrone, la seconda, invece, vede masse di corpi che si confrontano e si scontrano in un dialogo che talvolta ricorda una danza, una lotta o una scena erotica, sebbene non abbiamo alcun supporto elettronico installato, sembrano evolversi nel loro spazio limitato, per uscire e divenire altro. Trasformandosi, come l’umanità fa ogni giorno. Nel qui e ora.

Installation view, Leo Ragno “Echoes”, Federico Rui arte Contemporanea

Leo Ragno. Echoes

Federico Rui Arte Contemporanea
via di Porta Tenaglia 1/3, Milano

Orari:  da martedi a venerdi 15-19 | sabato su appuntamento

Info: +39 392 4928569
federico@federicorui.com

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