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MILANO | Galleria Blu | Fino al 22 luglio 2016

di MATTEO GALBIATI

L’avventura, umana ed artistica, di Davide Nido (1966-2014), per quegli imperscrutabili disegni del destino, sappiamo essersi interrotta prematuramente, fermando e lasciando sospeso il viaggio della poesia della sua ricerca, nota ed apprezzata per il suo sapersi immergere tutta nel colore e nella materia cromatica, e creando un vuoto difficilmente colmabile, se non proprio attraverso l’eredità lasciataci attraverso le numerose opere da lui realizzate.

Davide Nido, Coriandoli in amore, 2010, colle su tela, 100x90 cm Courtesy Galleria Blu, Milano

Davide Nido, Coriandoli in amore, 2010, colle su tela, 100×90 cm Courtesy Galleria Blu, Milano

Fin da giovane l’artista aveva saputo indirizzare il suo sguardo verso lo sviluppo di un linguaggio coerente e singolare che, riconoscibile, ha fatto, poco a poco, crescere in una tecnica particolare il cui accento e intonazione hanno concesso quell’immagine caratterizzante e personalissima che abbiamo imparato a ri-conoscere ed apprezzare.
Le superfici dei suoi dipinti si configurano come dense concretizzazioni di profondità ed emersioni, in cui il colore si predispone solido e fisico e trasferisce allo sguardo una peculiare ebbrezza visiva che, forte della propria fisicità, sa instillare istintivamente il contatto umano e sensibile con chi l’osserva, richiamando all’intuizione, in un secondo momento, la libertà di concedersi altri orizzonti interpretativi ed emotivi che superano il limite del dipinto stesso.
Impossibile, infatti, non entrare in contatto empatico con le opere di Nido, lo spazio da lui creato nel dipinto diventa un vero e proprio meccanismo, un dispositivo della visione che catalizza emotività cangianti e fa deflagrare, sia nelle tele multicolori che quelle che tendono ad una monocromia più formale, un’apertura e un’ampiezza di lettura che il quadro stesso ne riesce a recepire solo una minima porzione.

Davide Nido. Persistenze mutevoli, veduta della mostra, Galleria Blu, Milano Courtesy della galleria

Davide Nido. Persistenze mutevoli, veduta della mostra, Galleria Blu, Milano
Courtesy della galleria

Sarà forse per questo motivo che Nido ha saputo, tela dopo tela, opera dopo opera, proseguire nel solco del dato acquisito, ripetendo e ribadendo i propri concetti, attuando, ogni volta, solo minime variazioni, piccoli spostamenti che, in realtà, hanno il peso di grandi rivoluzioni formali.
La mostra che la Galleria Blu ha aperto nella propria sede di Milano, avvalendosi del prezioso contributo critico di Alberto Mattia Martini, si propone come un’esposizione che non celebra e ricorda solamente l’artista scomparso, non vuole essere unicamente un omaggio al suo riconosciuto talento che la galleria – e il critico – hanno sempre seguito, ma vuole essere la proposta di un affettuoso incontro con le sue opere, testimoni di un cammino condiviso con un preziosissimo compagno di strada. Per chi ha avuto la fortuna di seguirne il pensiero fin dalle prime giovanili esperienze, questa mostra esorcizza il ricordo nostalgico proprio attraverso la coerente e persistente energia del suo pensiero che resta vitalissimo e indomito in ogni sua creazione.
La variegata proposta qui riunita – che registra tutte le serie e le tipologie che Nido ha realizzato per la galleria milanese – attesta quella trascendente costellazione alchemica che l’entusiasmo per la libertà generata dalle mille sfumature concrete, vissute stendendo e impastando con abile maestria un materiale industriale come la colla siliconica, sa dichiarare nel rinnovamento e nella ricercata sensibilità.

Davide Nido, Fluido Blu, 2003, colle su tela, 150x160 cm Courtesy Galleria Blu, Milano

Davide Nido, Fluido Blu, 2003, colle su tela, 150×160 cm Courtesy Galleria Blu, Milano

Le piccole trasformazioni e gli impercettibili cambiamenti sanno leggere quella minima variazione che resta capace di accentuare le grandi rivoluzioni che aprono le porte al contenuto visivo che il vitalismo del colore di Nido cattura, trattiene e conserva, ma anche rilancia e potenzia.
Il colore di queste opere accoglie e consola, con la sua forza, con la sua intensità e con la sua rinnovata e rinnovabile energica vitalità, l’assenza di quell’altrove che si ritrova, quindi, oltre la soglia aperta dell’artista, varco che sa trasportarci non come ricordo, ma come felice presenza, in un’altra profonda dimensione.

Davide Nido. Persistenze mutevoli
a cura di Alberto Mattia Martini 

19 aprile – 22 luglio 2016 

Galleria Blu
Via Senato 18, Milano

Orario: da lunedì a venerdì 10.00-12.30 e 15.30-19.00; sabato 15.30-19.00; chiuso domenica e festivi

Info: +39 02 76022404 – +39 02 76020028
galleriablu@fastwebnet.it
www.galleriablu.com

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