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Mestre (VE) | LAMB | 17 APRILE – 16 MAGGIO 2025

di FRANCESCA DI GIORGIO

Nella vivace scena artistica veneziana, LAMB presenta L’illustre Ignoto, personale di Damiano Colombi, a cura di Francesco Liggieri, un progetto che si addentra nelle tensioni della materia e nelle illimitate possibilità della pittura.
Colombi, classe 1994, sviluppa un linguaggio pittorico dove gesto e materia si fondono in un dinamico equilibrio tra densità e fluidità. Acrilico e cera si sovrappongono, le colature tracciano traiettorie inattese, il colore si stratifica, dando vita a tele che non mirano a rappresentare il visibile, bensì a evocare ciò che deve ancora emergere.

Veduta della mostra Damiano Colombi. L’illustre Ignoto, courtesy LAMB, Mestre

“La mia linea di ricerca percorre il solco in cui si incontrano la volontà del pensiero e quella della materia, ed è qui che mi imbatto in qualcosa di ignoto. Attraverso un processo di attenta sottrazione mi muovo verso un’essenzialità che permette di gettarsi oltre dati visivi, nozioni e sistemi prestabiliti”, confida l’artista.

Il titolo della mostra, L’illustre Ignoto, incarna questa tensione tra segno e materia, tra controllo e libertà. Come suggeriva Italo Calvino nelle “Lezioni americane”, è “un messaggio d’immediatezza ottenuto a forza di aggiustamenti pazienti e meticolosi”, un bilanciamento tra intuizione e ponderazione che definisce profondamente la pratica di Colombi. La pittura di Colombi, in effetti, si radica nell’immediatezza e nell’essenzialità, nell’incontro diretto tra pensiero e materia, in un processo che si sviluppa per sottrazione. Non cerca di raffigurare il visibile, ma di esplorare ciò che ancora non è emerso. L’ignoto, in questa prospettiva, non è un vuoto da riempire, ma una presenza con cui dialogare. Ogni tela si dispiega come un campo di forze, dove la tensione tra gli elementi genera equilibri tanto precari quanto definitivi.

Veduta della mostra Damiano Colombi. L’illustre Ignoto, courtesy LAMB, Mestre

Il gesto pittorico di Colombi oscilla tra la precisione di un segno netto e la fluidità di una materia che si espande sulla superficie, senza imposizioni rigide. Il suo linguaggio è essenziale e diretto, sviluppandosi in un circuito chiuso ma con continue aperture potenziali. La sottrazione è un principio cardine nel suo processo creativo: eliminare la figurazione, ridurre l’intervento all’indispensabile, permettere al rapporto con il materiale di esprimersi nella sua forma più pura. Questa sottrazione, tuttavia, non è impoverimento, ma un mezzo per raggiungere una maggiore intensità.

Il lavoro sui materiali è fondamentale nella sua pratica. La scelta di combinare elementi apparentemente contrastanti, come cera e acrilico, genera una tensione materica che arricchisce la composizione. L’uso di accostamenti cromatici audaci, come il viola e il giallo, amplifica il senso di vibrazione e instabilità, portando ogni opera a un livello di massima intensità espressiva.

Veduta della mostra Damiano Colombi. L’illustre Ignoto, courtesy LAMB, Mestre

La gestualità stessa segue questa logica di dualità: da un tratto netto e controllato a una colata fluida di materia liquida, tutto si bilancia in un dinamismo calibrato. L’ignoto, quindi, non è un concetto astratto, ma un punto di incontro tra l’intuizione e la materia, una tensione costante e un fulcro aperto in continuo rilancio.

La pittura non è mai definitiva: ogni tela è una fase di un processo in continua evoluzione, una traccia che lascia intravedere la possibilità di altre traiettorie. È un approccio che implica apertura e ascolto, una pratica che non cerca di dominare il caso ma di permettergli di emergere, per poi armonizzarlo con la struttura compositiva.
Il colore si stratifica, si rompe, si sovrappone in una continua tensione tra ciò che si rivela e ciò che rimane celato. Il rapporto con i materiali si trasforma in una sorta di dialogo silenzioso, un processo di scoperta reciproca in cui la pittura si genera da sé, senza forzature o rigidità prestabilite. L’esperienza tattile della materia è centrale nel suo lavoro. L’acrilico si sovrappone alla cera creando spessori inaspettati, mentre le colature generano traiettorie impreviste. L’artista interviene con gesti precisi per riequilibrare, per decidere dove interrompere il flusso della materia, lasciando emergere l’imprevedibile senza mai perdere il controllo della composizione. Questo gioco di tensioni tra spontaneità e intervento è ciò che rende la sua pittura un’esperienza visiva carica di energia.

Veduta della mostra Damiano Colombi. L’illustre Ignoto, courtesy LAMB, Mestre

La pittura di Colombi non offre risposte facili, non cerca una conclusione definitiva. È un dialogo aperto, un’indagine che si spinge oltre la superficie, oltre i confini della tela, per esplorare territori ancora sconosciuti. L’ignoto, in questo contesto, non è un limite, ma una possibilità infinita. Colombi costruisce un linguaggio visivo in cui materia e pensiero si intrecciano senza gerarchie. Ogni sua opera è il risultato di un processo di sintesi, un equilibrio raggiunto attraverso sottrazioni e scelte precise. La sua ricerca non si accontenta della prima soluzione, ma continua a interrogarsi, a rimettersi in discussione, a esplorare le infinite possibilità che la pittura può ancora offrire.

In questo senso, il lavoro di Colombi è un continuo atto di apertura: ogni tela, ogni gesto, ogni colatura è parte di un movimento più ampio, che si espande oltre il quadro e diventa esperienza. Una pittura che non si esaurisce mai in una semplice immagine, ma che resta viva, pulsante, in costante dialogo con chi la osserva.

Veduta della mostra Damiano Colombi. L’illustre Ignoto, courtesy LAMB, Mestre

Damiano Colombi. L’illustre Ignoto
a cura e con testi di Francesco Liggieri

17 aprile – 16 maggio 2025

LAMB
supported by Marina Bastianello Gallery
c/o distretto M9
via G. Pascoli 9c, Mestre (VE)

Info: https://lambgallery.wordpress.com/

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