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BOLOGNA | BolognaFiere | #Report

di ALESSIO COTENA 

La città di Bologna si è nuovamente confermata epicentro internazionale dell’editoria per l’infanzia con la recente edizione della Bologna Children’s Book Fair, giunta quest’anno alla sua sessantaduesima edizione (31 marzo – 3 aprile 2025). Un evento che ha accolto un impressionante numero di 33.318 visitatori professionali, segnando un aumento del 5% rispetto all’anno precedente.
Ben 95 nazioni e regioni hanno animato gli spazi di BolognaFiere, trasformando la città in un fervente crocevia di idee, progetti e scambi commerciali. La BCBF si conferma non solo un’occasione per la presentazione delle ultime novità editoriali, ma anche un momento cruciale per lo scambio di diritti d’autore e per lo scouting di nuovi talenti, con un’attenzione sempre crescente verso le voci emergenti e le tendenze innovative del mercato. Sempre di più assistiamo, di anno in anno, a un’esponenziale traduzione di titoli anche nel nostro mercato nazionale.

Mostra personale Sydney Smith BCBF 2025, Ph. Marco Isaia

Quest’anno, un focus importante è stato dedicato al tema della sostenibilità, un impegno condiviso con le Nazioni Unite che si traduce in una maggiore consapevolezza sia nei contenuti editoriali proposti che nei processi industriali adottati. Un omaggio speciale è stato dedicato a Sydney Smith, talentuoso illustratore canadese insignito del Premio H.C. Andersen 2024, con una mostra personale che ha messo in luce la sua straordinaria capacità narrativa attraverso le immagini. L’Estonia, in qualità di Paese Ospite d’Onore, ha arricchito la fiera con la mostra Hello!/Tere!, una vetrina dinamica e rappresentativa dell’illustrazione estone contemporanea, e con l’esposizione 25 Best Designed Estonian Books, che ha celebrato l’eccellenza del design editoriale del paese baltico.

Mostra Hello!/Tere! dell’Estonia paese ospite BCBF 2025, courtesy Bologna Children’s Book Fair, 2025

Nel vivace contesto della fiera, la città di Bologna ha fatto da sfondo a due mostre personali di grande rilievo, che hanno esplorato le infinite possibilità dei linguaggi visivi mostrando gli sconfinamenti tra illustrazione e arte. Presso la sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, l’artista Paul Cox ha presentato Wallbook (2 aprile – 11 maggio), un’installazione site-specific che ha letteralmente trasformato le sale in un racconto continuo e avvolgente. Un monumentale dipinto di ben 75 metri, realizzato durante una residenza creativa, ha offerto ai visitatori un’esperienza immersiva unica, in cui le pareti si sono animate di figure umane intente in diverse attività, animali fantastici e paesaggi onirici, con omaggi ai grandi maestri dell’arte che hanno influenzato il suo percorso creativo. L’opera, concepita come un vero e proprio dispositivo artistico, ha superato i confini tradizionali della tela, invitando lo spettatore a una “lettura” spaziale e dinamica. Dalle suggestioni visive di Wallbook è nato anche un progetto in collaborazione con la Bologna Children’s Book Fair: la creazione di un silent book che riprende alcuni dettagli delle figure, stimolando l’immaginazione dei lettori e invitandoli a inventare le proprie narrazioni. Attraverso questa mostra Paul ha invertito il consueto processo espositivo, non ha esposto i bozzetti o le tavole dei suoi libri ma un’opera che è diventata in seconda battuta un libro, sottolineando quanto il processo del lettore sia fondamentale nella narrazione e addirittura nella creazione stessa dei libri. Per Paul Cox, il libro rappresenta un universo inesauribile di possibilità espressive, un concetto che si riflette nella sua vasta produzione di opere per un pubblico di tutte le età, alcune delle quali saranno presto riproposte al pubblico italiano grazie all’attenzione della casa editrice Topipittori che ha già pubblicato alcuni suoi testi storici come Una storia d’amore o Il mistero dell’Eucalipto.

Wallbook mostra di Paul Cox, courtesy Hamelin

Parallelamente, l’associazione culturale Hamelin ha ospitato la mostra Troppo di tutto (2 aprile – 30 maggio), un’immersione nel multiforme universo creativo di Joëlle Jolivet. Il titolo stesso dell’esposizione suggerisce la ricchezza e la stratificazione del “materiale invisibile” che nutre l’immaginario dell’artista, frutto di oltre vent’anni di intensa attività. La mostra ha aperto al pubblico le porte del suo studio, svelando un tesoro di disegni preparatori, schizzi, oggetti collezionati, matrici di stampa e una selezione della sua eclettica biblioteca personale, offrendo uno sguardo privilegiato sulle fonti di ispirazione e sulle metodologie che caratterizzano il suo lavoro. Avvicinarsi al mondo di Joëlle Jolivet significa intraprendere un viaggio attraverso una curiosità insaziabile e una cultura visiva straordinariamente ampia, riflesse nella sua vasta biblioteca condivisa con il marito Édouard: un vero e proprio scrigno di cataloghi d’arte che spaziano attraverso epoche e culture, repertori antropologici che esplorano le diverse espressioni dell’umanità, collezioni di maschere e oggetti provenienti dalle latitudini più disparate, atlanti che dischiudono la geografia del mondo, raccolte di manifesti politici e stampe popolari che narrano la storia attraverso immagini, vecchi dizionari enciclopedici custodi di un sapere visivo sedimentato, albi illustrati che alimentano l’immaginario, e volumi dedicati al design, alla fotografia e all’architettura che plasmano la sua sensibilità estetica e spaziale, senza dimenticare i fumetti di ogni epoca, stile e paese che ne influenzano la narrazione sequenziale.

Troppo di tutto mostra didi Joëlle Jolivet, Ph. Marco Isaia

Per Joëlle Jolivet, l’immagine non è un semplice elemento decorativo, ma uno strumento vitale di relazione con il mondo esterno, un linguaggio complesso e stratificato attraverso cui interpretiamo e interagiamo con la realtà. In questa prospettiva, la bellezza fine a se stessa assume un ruolo secondario rispetto alla forza comunicativa dell’immagine, alla sua capacità di catturare l’essenza della vita e di restituirla allo spettatore innescando un dialogo emotivo e intellettuale. Il suo profondo interesse per le arti applicate, per la ricchezza espressiva della stampa popolare e politica, per il design delle copertine, per il significato delle stampe su tessuto e per la centralità del manifesto si traduce in un’opera per l’infanzia che rifugge qualsiasi forma di infantilizzazione o di compiacimento estetico superficiale, privilegiando invece la coerenza del segno, la chiarezza della composizione e l’efficacia narrativa. La sua formazione, nutrita dalle tavole illustrate del dizionario enciclopedico Larousse, ha profondamente influenzato la sua concezione del libro come strumento di conoscenza del mondo, pur svelando l’intrinseca arbitrarietà di ogni sistema di categorizzazione.

Troppo di tutto mostra didi Joëlle Jolivet, Ph. Marco Isaia

La linoleografia, tecnica di incisione da lei prediletta, diviene un potente mezzo espressivo che esalta il contrasto tra ordine e disordine, tra la precisione del segno inciso e la vitalità inaspettata delle figure stampate come dimostrano le matrici in esposizione. La sua passione per le liste, per la precisione delle parole e per i giochi linguistici riflette questo continuo processo di de-costruzione e ricostruzione che è l’essenza stessa del vivere e del creare.
La sua attenzione per la rappresentazione dello spazio, concepito non come semplice sfondo ma come ambiente tridimensionale concreto e percorribile, e la sua fascinazione per le tecniche di stampa e per la creazione di pop-up testimoniano una curiosità inesauribile per il funzionamento del mondo e per la stratificazione della realtà. Pur non autodefinendosi primariamente una creatrice di storie, le sue immagini possiedono una naturale forza narrativa, come si evince dai suoi carnet privati e dal suo lavoro come fumettista. La sua mano traduce con pochi tratti essenziali la verità di un istante, cogliendo la sincronia tra l’osservazione del reale e il gesto sulla carta, trasformando ogni dettaglio in un potenziale frammento narrativo.

 

Bologna Children’s Book Fair (BCBF)

BolognaFiere
Viale della Fiera 20, Bologna

Info: +39 051 282111
bookfair@bolognafiere.it

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