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Lorenzo Puglisi da Bologna

La tua nuova ritualità quotidiana…
È la stessa di prima, però senza viaggi per lavoro o spostamenti vari; e con i miei due bambini sempre in casa. Da una parte un grande rilassamento nella ritrovata calma di un quotidiano sospeso, immobile; dall’altra, il giusto impegno di essere padre e quindi la difficoltà a rimanere disponibili verso i propri figli: per chi lo vive e lo sa, i bambini sono un grande impegno, meraviglioso e occasione di crescita, ma che richiede moltissimo e ti fa scoprire inadeguato…

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
È più vicino ad un’azione che non tiene conto dello scopo… Con quattro mostre da qui a maggio rimandate, non può che essere così, e la difficoltà di lavorare senza uno stimolo esterno l’ho sentita molto nelle prime settimane.

Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
C’è la possibilità di percepire bene il silenzio intorno a me, silenzio che in tempi “normali” era quasi sempre coperto dalla frenetica azione umana, azione delle altre persone e anche mia, e soprattutto coperto dal rumore incessante dei miei pensieri. Più che uno spazio e un tempo nuovi, direi lo spazio ed il tempo… E il confronto realistico con la parziale inutilità dell’agire umano, penso sia una grande occasione di vedere le cose per quello che sono, temporanee.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Mi manca quello che è sempre mancato in me, una stabilità, una centralità da cui vivere e guardare il mondo, quella qualità che a istanti è dato di ritrovare nella vita, e, talvolta, nella pittura… Ma ribadisco che in questo frangente straordinario, c’è una vera occasione di ritrovare più spesso questi istanti, che sono tutto quello che veramente ha importanza.

Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni? 
Sono moltissime, per esempio rispondere alle domande di un’intervista…

Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Esattamente com’era, tra qualche anno nessuno si ricorderà più di tutto questo…

Lorenzo Puglisi (Biella, 1971) vive e lavora a Bologna. È autore di una ricerca pittorica caratterizzata dall’utilizzo diffuso del nero che utilizza per creare uno sfondo di buio assoluto: da qui sprigionano fiotti di luce capaci di definire volumi, volti, parti del corpo, come delle presenze catturate in un’espressione o in un gesto, in un percorso verso l’essenzialità della rappresentazione e denso di rimandi alla storia della pittura. Negli ultimi anni la sua ricerca artistica si è concentrata su grandi tele riferite ad opere del passato e filtrate dalla sua iconografia.
Numerose le mostre personali e  collettive in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra questi, il MUDEC di Milano, il CAC La Traverse a Parigi, Il Pio Monte della Misericordia di Napoli, il Kulhaus di Berlino,  Il Museo Riso a Palermo, la Cripta della Chiesa di King’s Cross St. Pancras a Londra, Villa Bardini a Firenze, The Historical Museum di Brema, la Sagrestia del Bramante presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.
In questi mesi è in corso una personale presso la Moore House di Norman Foster a Londra. Tra i progetti futuri una mostra al Latvian National Museum of Art di Riga in Lettonia in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi di Firenze. Le sue gallerie di riferimento sono Studio Guastalla Arte moderna e contemporanea, Milano; Cris Contini Contemporary, Londra; Sobering Galerie, Parigi; Bianchi Zardin Contemporary Art, Milano; ArtCom, Venezia. www.lorenzopuglisi.com

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