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Daniele Girardi da Verona

La tua nuova ritualità quotidiana…
Sinceramente la mia quotidianità non è cambiata molto. Anni fa avevo intrapreso una direzione ben precisa fatta di isolamento, essenzialità, silenzio e in costante rapporto con la natura. Abito a ridosso di un bosco lontano dalla città e dal suo frastuono comunicativo. Una “sovversione silenziosa” fatta di gesti e scelte quotidiane che riflettono la volontà di intraprendere e verificare, attraverso la pratica artistica, modelli e ritmi di vita alternativi e sostenibili. Anche in questo momento tendo a limitare il numero di azioni per aumentare la profondità di ogni esperienza.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Penso che sia troppo affrettato considerare una diversa modalità di lavoro, cambiare ora, sarebbe come abbandonare quando le dinamiche si fanno complesse. Adattarsi è inevitabile ma mantenere una coerenza nella ricerca è indispensabile, soprattutto ora.
Ho sempre alternato momenti di stasi preparatoria a una fase di azione immersiva nei territori, anche se imposta in questo momento, aderisce alla mia modalità di lavoro. Personalmente aspetto sotto coperta che il vento torni a favore per riprendere appena possibile la rotta.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Questo momento lo considero un’estensione di un simbolico inverno e coltivo l’arte di stare nel rifugio. Riflettendoci penso che non siamo ciò che possediamo ma siamo la somma di tutte le esperienze che viviamo; questa assenza personalmente è un valore incognito aggiunto al vissuto. “Di quante cose non ho bisogno” scriveva Socrate.

Daniele Girardi (Verona, 1977). Nel 2000 si trasferisce a Milano dove studia all’Accademia di Belle Arti di Brera; nel 2006 gli viene assegnata una borsa di studio all’ISCP di New York City, dando inizio al suo interesse per il viaggio e alle residenze nei luoghi remoti e selvaggi. La sua ricerca attuale si basa sulla relazione tra esperienza e visione in direzione di una progressiva e totalizzante compenetrazione tra arte e vita. I suoi lavori fanno parte di collezioni private e pubbliche come quella del MACRO Museo di Arte Contemporanea di Roma e quella della GAM Achille Forti di Verona. Tra i progetti più recenti si ricordano: “North Way”, lavoro di ricerca trasversale all’esperienza che, dal 2014 al 2019, lo ha portato ad esplorare con un ciclo di residenze outdoor i paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia) e la mostra “Everyday Life” presso il MART Galleria Civica di Trento. Vive e lavora a Verona.  www.danielegirardi.com

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