SARZANA (SP) | Galleria Cardelli e Fontana | Fino al 16 febbraio 2025
di ALICE BARONTINI
Entrando, il primo elemento a catturare l’attenzione è una grande scultura che ostruisce parzialmente la vista e volta le spalle allo spettatore: un pannello ligneo montato su staffa, con inserti in acciaio che verticalizzano la composizione. Più che un coup de théâtre, una dichiarazione d’intenti, un inciampo per marcare simbolicamente l’ingresso; perché nelle mostre di Fabrizio Prevedello (artista nato a Padova nel 1972 ma dal 2002 stabilitosi in un piccolo paese sulle Apuane) l’impressione è che nessun elemento valga meno di un altro, neppure il retro di un’opera d’arte. Nei suoi lavori ciascuna cosa ha una sua funzione e tutto diventa un’armoniosa e delicata composizione, al cui interno ogni materia scartata e poi riabilitata, ogni prospettiva, ogni parte dell’opera – anche la più recondita – ha ricevuto dall’artista una cura e una dedizione speciale, meritandosi uguale attenzione anche da parte dello spettatore.

Installation view della mostra “Classica” di Fabrizio Prevedello. Foto Dario Lasagni, Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Oltrepassato questo insolito sipario che invita a andare oltre e ha il sapore di un prologo inizia, dunque, il racconto vero e proprio.
La mostra a cura di Saverio Verini s’intitola Classica, è la quinta che Prevedello realizza nella galleria Cardelli e Fontana di Sarzana e porta in esposizione una selezione di opere inedite.
Ad accogliere lo spettatore, nel centro della sala, è una imponente scultura grigia; una sorta di treppiede, una specie di strano compasso di marmo, cemento armato e acciaio che – al posto delle mine – ha ai piedi tre grandi gessi bianchi per dare stabilità all’opera e permettere al contempo di tracciare segni. La particolarità, infatti, sta nel fatto che questa scultura è allo stesso tempo un’opera simbolica – fulcro dell’intera mostra – e uno strumento d’arte.

Installation view della mostra “Classica” di Fabrizio Prevedello. Foto Dario Lasagni, Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Nei mesi passati Prevedello ha letteralmente abbracciato la sua scultura e ha iniziato a danzare nel suo studio con essa, trascinandola in un passo a due creativo. Posizionando pannelli coperti di bitume sul pavimento ha tracciato una serie di segni in gesso bianco, orientati dal dinamismo del ballo. «Ho la sensazione – scrive Verini – che Prevedello, con la sua danza, abbia voluto dare mobilità a una scultura in tutto e per tutto stabile; che abbia desiderato animarla, registrando le conseguenze di quest’azione che ci fa percepire, insieme, fatica e libertà, calcolo e improvvisazione». Una mostra che nasce da un’azione performativa, dunque; dal rapporto diretto e fisico con il materiale, per dar vita a grandi sculture-disegno.

Installation view della mostra “Classica” di Fabrizio Prevedello. Foto Dario Lasagni, Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Una di queste, per l’appunto, è proprio l’opera di cui abbiamo anticipato all’inizio, quella presentata di spalle, che ora si mostra in volto con tutto il suo fascino, colpendo per il dosaggio perfetto tra istinto e controllo, per il contrasto percettivo tra il chiaro del segno e lo scuro dello sfondo, per il bilanciamento tra potenza installativa e attitudine romantica, tra aspetto grezzo della materia e raffinatezza dello studio compositivo.

Installation view della mostra “Classica” di Fabrizio Prevedello. Foto Dario Lasagni, Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Spostandosi nella seconda sala, il dialogo serrato tra sculture di medio formato appese alle pareti (quelle che l’artista realizza ormai da alcuni anni), nuove sculture-disegno nate dalla performance e fotografie scattate da Nico Covre per documentare la danza creativa dell’artista, mette in risalto la continuità e l’autenticità della ricerca di Prevedello.

Fabrizio Prevedello, Tracciatura di petali, 2024, stampa fotografica, acciaio, vetro, gomma, cm 36x48x4,5 Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Materie trovate durante le passeggiate dell’artista in montagna o nei pressi di vecchi capannoni abbandonati, mantengono nelle opere una loro dignità dal sapore arcaico e poetico. Elementi naturali come marmo, pietre e gesso si mescolano a frammenti industriali di scarto come cemento armato, vetro, acciaio e gomma… E sono ora accuratamente trasformati in forme articolate, in orchestrazioni stratificate di materie e significati, in ecosistemi assemblati capaci di creare nuove possibilità.

Installation view della mostra “Classica” di Fabrizio Prevedello. Foto Dario Lasagni, Courtesy Galleria Cardelli e Fontana
Con questa mostra che estende l’abituale approccio dell’artista, fondendo e mettendo in equilibrio linguaggi diversi – dalla performance alla scultura, dalla fotografia alla pittura, dal disegno all’installazione – possiamo affermare che Prevedello nel suo evolversi stupisce sempre e mai si/ci tradisce. Anzi, conferma la sua capacità di creare opere di una grazia e delicatezza assoluta, che richiedono allo spettatore attenzione, calma e gentilezza ma donano in cambio narrazioni universali ricche di fantasia, sensibilità e un pizzico di ironia, slegate da uno spazio e da un tempo predefinito. Proprio come fa l’arte, quella “Classica”.
Fabrizio Prevedello. Classica
a cura di Saverio Verini
Fino al 16 febbraio 2025
Galleria Cardelli e Fontana arte contemporanea
via Torrione Stella Nord 5 – 19038 Sarzana (SP)
Orari: 9.30-12.30 e 16.30 -19.30 o su appuntamento
Info: +39 339 6079272 e 348 7108616
galleria@cardelliefontana.com
https://www.cardelliefontana.com/