MILANO | Fabbrica del Vapore | Fino al 5 ottobre 2025
di ELEONORA BIANCHI
Una cinquantina di imponenti sculture popolano la mostra di Emanuele Giannelli alla Fabbrica del Vapore di Milano, tutte dedicate a un’idea di uomo contemporaneo sospeso tra tecnologia, storia e caos. Non c’è giudizio morale, piuttosto, un’indagine sulla trasformazione: figure maschili nude, rese con cura anatomica, diventano medium per ragionare sulla tensione tra carne e artificio, tra adattamento e resistenza.

Le opere si collocano in quell’equilibrio tra sarcasmo e lucidità critica. In questo si comprende Giannelli come attento esegeta della società contemporanea: ne coglie le ambizioni – spesso vanagloriose – e le contraddizioni, dalle aspirazioni ideali all’ibridazione tecnologica che sfocia in una sempre più possibile disumanizzazione. A tratti gli uomini di Giannelli sembrano prigionieri, forzati, incapaci di un gesto libero; altre volte portano sulle spalle il peso della storia, in una sorta di testarda opposizione a quanto, tutt’altro che mansueti, subiscono.

Di monumentale, però, hanno poco: nonostante la scala imponente, le figure di Giannelli si mostrano come uomini persi in se stessi, risucchiati nella corsa al progresso più che erti a simboli eterni. Il corpo ingigantito non garantisce stabilità, anzi amplifica la fragilità dell’uomo contemporaneo. Sono statue che raccontano di un presente in affanno, che esibiscono la tensione più che la forza, la precarietà più che la conquista. Invece di celebrare l’eroe, Giannelli mette in scena il soggetto contemporaneo spaesato che, nella ricerca di un futuro tecnologico, finisce per smarrire la propria misura umana.

Il percorso si articola attraverso nuclei differenti: dai Kiribati, ai Korf, passando per i Sospesi e gli Stati di allerta, fino a Mr. Arbitrium Mirrored, per citarne solo alcuni. Ogni gruppo propone un diverso livello di lettura: concettuale, estetico, figurativo, materiale. In comune, la loro presenza nello spazio non è mai neutra. Le sculture perturbano, obbligano a sostare, a confrontarsi con un corpo che è specchio e insieme alterità.
Il caos e l’uomo. Contemporanea tensione restituisce un’esperienza coerente, costruita sulla frizione che si genera tra l’estetica e il pensiero critico. Alcune opere convincono per la forza visiva, altre restano più didascaliche, ma l’insieme produce un effetto chiaro: instillare il dubbio, invitare alla riflessione su ciò che siamo diventati e su ciò che potremmo ancora essere.

Gli uomini di Giannelli sembrano recitare una parte su un palcoscenico di tensioni, dove lo spettatore è chiamato al ruolo di comparsa. Non c’è neutralità possibile: camminando tra questi corpi si ha la sensazione di entrare in una scena già scritta, in cui i personaggi – uomini ciechi, sospesi, caricati di pesi impossibili – portano avanti un copione che parla di progresso, alienazione e resistenza. Allo spettatore resta l’imbarazzo di riconoscersi in quei gesti eccessivi, di accorgersi che la messa in scena riguarda il presente più che un futuro distopico. È teatro, sì, ma senza catarsi: si esce con l’eco di una battuta che non era prevista per noi, eppure ci riguarda in pieno.
Emanuele Giannelli. Il caos e l’uomo. Contemporanea tensione
con il patrocinio del Comune di Milano
con il sostegno di LEGANCE, PUK Italian Group di Milano, studio Nava + Arosio, Rwave light studio, Ecocontract, Tecnika, Verde Profilo, Circle Dynamic Luxury Magazine e Studio Antonio Rafanelli
11 giugno – 5 ottobre 2025
Fabbrica del Vapore
Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano
Orari: tutti i giorni 8.00-19.00
Ingresso gratuito
Info: +39 389 6504494
c.fabbricadelvapore@comune.milano.it
www.fabbricadelvapore.org



