BRESCIA | Museo di Santa Giulia | 25 marzo – 24 agosto 2025
di FRANCESCO FABRIS
A Brescia, il Museo di Santa Giulia ospita Joel Meyerovitz – A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022, la prima retrospettiva antologica dedicata in Italia alla figura al maestro statunitense.
L’esposizione, curata da Denis Curti e realizzata con la collaborazione del Joel Meyerovitz Photography Archive di New York, offre una compiuta rassegna della febbrile ed innovativa attività dell’artista, lunga un sessantennio e compendiata in più di 90 opere, per lo più di grande formato.

Joel Meyerowitz, A sense of wonder; Brescia, Museo di Santa Giulia; immagine di allestimento; ph. Alberto Mancini | New York City, 1963, © Joel Meyerowitz
Quella di Joel Meyerovitz (New York, 1938) è una storia di avanguardia per stile, tecnica ed approccio al mezzo. Dopo una breve esperienza come art director di una agenzia pubblicitaria, la visione folgorante di Robert Frank al lavoro lo converte in fotografo moderno a fianco di Gary Winogrand, Diane Arbus e Lee Friedlander, con i quali condivide un rinnovato punto di vista sulla New York degli Anni ’60, panorama caotico ed umano da immortalare immergendosi nel flusso dei passanti.
L’esperienza storica della street photography, della quale rimane un indiscusso maestro, manifesta l’essenza di quella che, nei decenni, rimarrà la cifra stilistica dell’autore, ossia quella voglia – quasi una necessità – di essere nel momento e nella scena, per catturare i molteplici avvenimenti, anche minimi, che raccontano gli aspetti reconditi non solo dei passanti, ma anche dei paesaggi, della vita e dei luoghi, rendendoli vivi.
L’originale pratica – realizzata con la leggera e dinamica Leica 24×3 5 – venne definita dallo stesso autore “paying attention” o “intimacy”, proprio a confermare quell’istanza immersiva che Meyerovitz, primo nella scena americana degli Anni ’60, realizzò attraverso l’innovazione della fotografia a colori che giustificava con il celebre adagio “il mondo è a colori, mi sembra cosi ovvio…”.
Ben prima che l’allora direttore del Dipartimento di Fotografia del Moma, John Szarkowsky, promuovesse nel 1976 la fotografia a colori di William Eggleston, Meyerovitz aveva da anni rivoluzionato i principi estetici del medium, abbandonando la rigorosa riproduzione in bianco e nero a favore dell’uso del colore, convinto com’era che solo un dosaggio sapiente di luci, ombre e cromie potesse cogliere e restituire l’immensa complessità della teatralità umana.

Joel Meyerowitz, A sense of wonder; Brescia, Museo di Santa Giulia; immagine di allestimento; ph. Alberto Mancini | New York City, 1963, ©Joel Meyerowitz
L’approccio innovativo viene mantenuto anche alla fine degli Anni ’60 quando, turbato dall’esperienza che il suo Paese stava vivendo nella sanguinosa guerra in Vietnam, si astiene da qualsiasi forma di reportage per rivolgere lo sguardo − sempre colorato − ai luoghi ed alle persone comuni della nazione, per cogliere uno spaccato del quotidiano della società americana siccome fermamente convinto, alla maniera di Cartier Bresson, che gli atteggiamenti comuni rivelino molto di più l’essenza del dramma delle vicende straordinarie.
Il medesimo approccio si ravvisa nei paesaggi statunitensi, umani e naturali, fotografati dagli Anni ’80 (celebre la serie su Cape Cod), dove il colore elettrizzante e quasi artificioso viene utilizzato per completare una narrazione in bilico tra immagini cinematografiche ed atmosfere che rimandano alle suggestioni di De Chirico ed Hopper.
Toccante e drammatica la serie di Ground Zero dove Meyerovitz, unico fotografo autorizzato ad avvicinarsi alla scena, ha immortalato nei mesi successivi all’attacco alle Torri Gemelle tutta l’umanità grondante dai ritratti dei soccorritori e dei pompieri, stravolti dall’esperienza solidale devastante per la Nazione.
La fotografia di Meyerovitz passa dunque alla storia per l’introduzione di una vera e propria rivoluzione visiva nel panorama della fotografia, attraverso un linguaggio descrittivo ma simbolico con il quale generare atmosfere sospese e stratificazioni di contenuto in cui sono vive le contaminazioni tra diversi mondi artistici.
La realtà, per l’artista, è destinata sempre a svelare l’invisibile, una bellezza straniante appoggiata sopra a scene familiari, indagate da vicino per coglierne la profondità.
Nel complesso, una mostra antologica che esalta il profilo di un precursore della fotografia moderna che, nelle sue stesse parole, ha sempre individuato il mezzo come “…una ricerca della propria identità di artista e di essere umano”.

Joel Meyerowitz, A sense of wonder; Brescia, Museo di Santa Giulia; immagine di allestimento; ph. Alberto Mancini | © Joel Meyerowitz View of the Site from the World Financial Center Looking East New York City 2001, 1920×1512
JOEL MEYEROWITZ. A Sense of Wonder Fotografie 1962-2022
A cura di Denis Curti
Un’iniziativa promossa da: Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura
In collaborazione con The Joel Meyerowitz Archive
Inserita nel programma di BPF2025 – VIII Edizione Archivi
25 marzo – 24 agosto 2025
Museo di Santa Giulia
via Musei 55, Brescia
Orari: lunedì (non festivi): Chiuso. Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10:00 – 19:00
Ultimo ingresso 18.15
Info: +39 030 8174200
cup@bresciamusei.com
https://www.bresciamusei.com/