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Intervista ad OMAR GALLIANI di CHIARA SERRI

Nei giorni in cui a Venezia si conclude la 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Omar Galliani, protagonista al Caffè Florian e a Palazzo Barbarigo Minotto, fa ritorno in Russia, per inaugurare una nuova personale negli ampi spazi di K35 Art Gallery. Un rapporto consolidato, quello con la galleria moscovita, che ha portato alla realizzazione del progetto Face and Soul, culminato nel 2013 al Museo Storico Statale della città. Volti, paesaggi cobalto e cupole d’oro: Nuovi Mantra per Mosca, che attingono al passato per dare voce alla contemporaneità. Opere fortemente concettuali che anticipano la grande mostra in programma nel 2014 alla GAM di Torino…

Omar Galliani, Nuovi Mantra per Mosca, pastello e oro su tavola, cm 100x200

Il titolo dell’esposizione – Nuovi Mantra per Mosca – rimanda immediatamente ad alcune tue opere degli anni ’90. Come si coniuga questa ricerca con la città di Mosca? A chi è indirizzata la tua preghiera?
Quando alla fine degli anni ‘90 realizzai i primi grandi Mantra, guardavo e pensavo all’Oriente e all’Occidente, mettendo in evidenza gli aspetti contrapposti delle due culture: immagine aniconica (fondo oro) ed immagine iconica (figura). Mosca oggi è una città in cui l’immagine è sovrastante, onnipresente. I fondi oro delle icone sacre recitano un Mantra iconografico uguale nel tempo. Le cupole delle chiese sono in oro affinché riflettano con il sole lo splendore di Dio. Siamo sempre all’interno di una contrapposizione tra mondo profano e mondo sacro. Ho realizzato per Mosca nuovi Mantra, in cui compaiono alcuni paesaggi blu. Una preghiera per la salvaguardia della natura…

Le novità insite in questa nuova produzione?
Nei Nuovi Mantra per Mosca sono presenti anche fiori e paesaggi: elementi della natura che, come i volti, assumono un significato simbolico. Questa indistinzione dei generi fa sì che il Mantra si estenda al Tutto, anche alla casualità delle immagini, che acquisiscono nelle loro scelte un valore “altro”.

L’origine del progetto?
Il progetto nasce da un dittico a matita ed oro di due metri per quattro. Sulla tavola di destra, un piccolo Lama è sospeso da terra in una pioggia di fiori di loto. Sulla tavola di sinistra, il fondo nero mette in risalto un fiore tracciato a matita, che appare o scompare in rapporto alla luce.

Omar Galliani, Mantra Buddha, matita su tavola, pastello e oro, cm 200x400

In questo periodo stai lavorando anche ad un’importante mostra, che si terrà in febbraio alla GAM di Torino. Qualche anticipazione?
Insieme al curatore, Danilo Eccher, abbiamo scelto di esporre solo opere di grandi dimensioni, tra cui cinque lavori a grafite di quattro metri per quattro. Uno di questi parte dalla citazione di una tavola conservata nelle collezioni del disegno della GAM. Dopo mesi di lavoro in studio, è diventata un disegno extra large…

Il Gabinetto disegni e stampe della GAM annovera oltre trentanovemila esemplari, dagli ultimi decenni del ‘700 a tutto il ‘900. A quale autore ti sei ispirato?
Mi sono ispirato ad Antonio Fontanesi, artista paesaggista ma profondamente simbolista, originario come me di Reggio Emilia. Nato nella prima metà dell’800, visse a lungo in Giappone, dove divenne famoso. Per ragioni diverse e con altri ritmi, anch’io lavoro ed espongo in Oriente da tanti anni. Mi hanno affascinato queste affinità per cui ho scelto un suo disegno quale inizio di un nuovo ciclo di opere.

Quali le possibili connessioni tra le tue nuove ricerche e le esperienze concettuali degli anni ’70 maturate all’Accademia di Belle Arti di Bologna?
Nelle gallerie bolognesi, sul finire degli anni ’70, navigava di tutto ed io ero una spugna che si nutriva di ogni cosa, disegnando e dipingendo dal passato al presente, fondendo linguaggi, poetiche, tecniche e liriche senza posa. In sottofondo, i King Crimson di Robert Fripp… Alla GAM di Torino esporrò, oltre al nuovo ciclo di opere, anche alcuni passaggi significativi degli anni ‘70 e ‘80. L’ultimo lavoro è un inno al “Sublime”, visto che oggi è tutto transitorio. Sono fermo davanti alla tavola, l’opera nasce, si nutre, cresce dai miei muscoli che legano inesorabilmente il cielo alla terra…

Omar Galliani, Nuovi Mantra per Mosca, in mostra alla K35 Art Gallery, Mosca, 5 dicembre 2013 – 26 gennaio 2014

Altri progetti?
Novanta artisti per una bandiera al Complesso del Vittoriano a Roma, terza tappa di un progetto benefico per costruire a Reggio Emilia un Ospedale della Donna e del Bambino e Vis-à-Vis con mio figlio Michelangelo alla Galleria Paola Verrengia di Salerno.

Eventi in corso e in apertura:

Nuovi Mantra per Mosca
A cura di Maria Saava

K35 Art Gallery
Savvinskaya Emb. 12/6, Mosca
5 dicembre 2013 – 26 gennaio 2014

Novanta artisti per una bandiera
A cura di Sandro Parmiggiani

Sacrario delle bandiere, Complesso del Vittoriano
Piazza D’Aracoeli, Roma
22 novembre 2013 – 31 gennaio 2014

Omar Galliani – Michelangelo Galliani. Vis-à-Vis
Galleria Paola Verrengia

Via Fieravecchia 34, Salerno
29 novembre 2013 – 30 gennaio 2014

Grande paesaggio dei miei veleni
A cura di Danilo Eccher

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna
Via Magenta 31, Torino
21 febbraio – 21 maggio 2014

Info: www.omargalliani.com

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