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VENEZIA | Artiglierie – Arsenale | 1 giugno – 24 novembre 2013

Alfredo Jaar rappresenta il Cile alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia con una nuova grande installazione site-specific, che viene presentata all’Arsenale in occasione della vernice del 29 maggio 2013.

Il progetto è curato da Madeleine Grynsztejn, Pritzker Director del Museum of Contemporary Art di Chicago, il cui rapporto professionale con Jaar dura da oltre vent’anni.

Alfredo Jaar, basato a New York, è artista, architetto, film-maker e docente il cui vasto coinvolgimento nell’arte, declinato in svariati contesti culturali, politici e pubblici, lo ha portato a creare alcune delle opere più profonde e stimolanti degli ultimi trent’anni. Il suo interesse costante per la complessità delle situazioni politiche e sociali, che esamina attraverso un’analisi approfondita e un’attenta ricerca, ha prodotto alcune delle opere di Jaar più acclamate fra cui Rwanda Project (1994 –2000), una veemente testimonianza della mancanza di attenzione da parte della comunità internazionale nei confronti del genocidio.

La partecipazione di Jaar quest’anno segna il ritorno dell’artista alla manifestazione dopo la sua prima apparizione alla Biennale di Venezia del 1986 in occasione della quarta edizione di Aperto, la mostra curata da Achille Bonito Oliva, per cui aveva presentato l’installazione Gold in the Morning. Significativamente, era la prima volta che un artista latino-americano partecipava alla Biennale. La Biennale di Venezia aveva rappresentato per Jaar, artista latino-americano emergente, un vero punto di svolta nella sua carriera, di cui era stato portato a considerare, ma anche a valutare, l’effettiva influenza sul mondo dell’arte.

Alfredo Jaar ha partecipato alle seguenti edizioni della Biennale: nel 2009 alla 53. Biennale di Venezia con The Fear Society – Padiglione dell’Urgenza, un progetto della Regione di Murcia (Spagna), curato da Jota Castro all’Arsenale Novissimo, Tese di San Cristoforo, dove ha presentato il suo film The Ashes of Pasolini; nel 2007 alla 52. Biennale di Venezia con Check List: Luanda Pop, Padiglione Africano, a cura di Simon Njami e Fernando Alvim dove ha presentato il film Muxima. Nel 1986 ha preso parte ad Aperto 86, nell’ambito della 42. Biennale di Venezia, su commissione di Achille Bonito Oliva e nel novero degli artisti americani selezionati dal curatore Thomas Sokolowski, presentando Gold in the Morning.

Madeleine Grynsztejn
Nel 1990 Grynsztejn ha curato la prima grande mostra internazionale e pubblicazione di Alfredo Jaar per il La Jolla Museum of Contemporary Art di San Diego. Nata a Lima, Perù, Grynsztejin è cresciuta fra Caracas, Venezuela, e Londra. Attualmente è Pritzker Director del Museum of Contemporary Art di Chicago dove sta sviluppando un’ambiziosa e coinvolgente piattaforma con lo scopo di generare nuove idee e visioni sul processo creativo. Prima di lavorare per il MCA, è stata Elise S. Haas Senior Curator di Pittura e Scultura al San Francisco Museum of Art dove ha curato importanti mostre per noti artisti contemporanei fra cui Luc Tuymans, Olafur Eliasson e Richard Tuttle.

Il Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia
Collocato negli spazi delle Artiglierie all’Arsenale, il Padiglione del Cile ha debuttato ufficialmente nel 2009, ed è stato rappresentato in passato dagli artisti Iván Navarro (2009) e Fernando Prats (2011). Prima di partecipare con un padiglione dedicato il Cile aveva preso parte alla Biennale di Venezia già nel 1974 con un’edizione speciale interamente dedicata al Paese intitolata Libertad a Chile. Dal 2003 al 2009 il Cile ha partecipato alla manifestazione nell’ambito del padiglione latino-americano organizzato dall’IILA (Istituto Italo-Latino Americano) al fine di esporre i lavori dei Paesi latino-americani che non disponevano di un padiglione dedicato. Fra le rappresentazioni nazionali non ufficiali ricordiamo Roberto Matta nel 1978 e 1988, e Juan Downey nel 2001.

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