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VENEZIA | sedi varie

Renato Meneghetti. Sottopelle il Cristo Morto del Mantegna. Vedere dentro vedere oltre

INTERVISTA DI ALBERTO MATTIA MARTINI

La radiografia sbarca in Biennale. In un primo momento il lavoro di Renato Meneghetti doveva essere esposto “solo” all’interno del Padiglione Italia, poi, gli è stato assegnato addirittura un intero padiglione di ben 700mq…
Abbiamo raggiunto l’artista per farci raccontare la sua esperienza in Biennale e non solo…

Alberto Mattia Martini: La tematica che hai deciso di affrontare per l’occasione è una delle opere fondamentali dell’intera storia dell’arte e cioè Il Cristo Morto del Mantegna. Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a scegliere questo capolavoro?
Renato Meneghetti:
Sgarbi poteva ottenere il prestito dai Musei di Brera del Lamento sul corpo di Cristo Morto del Mantegna, per esporlo in Biennale. Persa la carica di Sovrintendente non è più riuscito ad avere l’opera autentica ma l’idea era rimasta nell’aria. Ecco perché io, e almeno altri 6 artisti, abbiamo lavorato su quel tema che comunque mi affascinava moltissimo perché il Mantegna, togliendo tutti i riferimenti divini che l’iconografia religiosa era stata sempre attenta a non omettere, ha tolto la sacralità al Cristo per darla al solo corpo: mi ispirava molto spogliare ancor di più della sua Divinità il Cristo, andando oltre a quanto già non avesse fatto il grande Maestro, per renderlo più terreno. Mi intrigava altrettanto il fatto che da sempre la critica è stata portata a dibattere sul perché l’autore avesse scelto di violentare le leggi della prospettiva teorizzate dal contemporaneo Giovan Battista Alberti che pure conosceva molto bene. Una prospettiva ardita dal taglio, praticamente fotografico, e rivoluzionata nel contenuto. In quell’opera Mantegna ha annullato lo spazio intorno al suo Cristo morto e ciò mi dava la possibilità di immaginarlo e di ricrearlo senza vincoli; per questo ho scelto di collocare l’installazione in una tesa non ristrutturata dell’Arsenale Novissimo, magnifico sito di archeologia industriale dove, con il recupero architettonico dell’ambiente, usandone le rovine con pauperismo “francescano”, ho proposto distruzione e celebrato morte cercando di trasmettere il misticismo emanato dall’opera del grande maestro.
E poi, ancora, l’attualità di quel taglio fotografico del capolavoro…
Quel Cristo, nel tempo, è diventato Che Guevara esposto dopo la sua uccisione in una prospettiva molto simile, oppure ciascuno dei figli di Saddam crivellati di colpi mortali e mostrati al mondo come ostensione di morte certificata, oppure quella ancora non mostrata, ma già immaginabile, di Bin Laden, oppure… Corpi in grado di imprimere ciascuno il proprio sudario e lasciarci novelle sindoni.

Il progetto presentato alla Biennale è nato con l’importante collaborazione con il regista Alberto Bartalini…
L’incontro tra me e il regista Alberto Bartalini è stato provocato da Vittorio Sgarbi che evidentemente aveva ravvisato nei due personaggi una chiara vena di follia creativa. Sgarbi pensava che mettendoci insieme ne scaturisse un torrentello creativo e invece è stato investito da un fiume in piena che lo ha portato nel mare del mio Cristo Morto del Mantegna.

Nel tuo lavoro, ottenuto per mezzo dell’intervento radiografico, non ti sei concentrato solo sulle opere dei Grandi Maestri del passato ma anche su quelle di artisti contemporanei, che tu stesso definisci “abili ma ignorati”. Mi illustri i nomi di questi artisti e il significato di questa operazione?
Il progetto mi vede impegnato nell’operazione radiografica non solo sull’opera del Grande Maestro del passato ma anche su quelle di artisti contemporanei abili ma ignorati, ai quali non viene rivolta attenzione né dalla critica né dal sistema dell’Arte. Operazione, questa, culturalmente e socialmente molto attuale. Quattro artisti, Francesco Federighi, Renato Frosali, Roberto Gasperini e Stefano Stacchini indagano il Cristo del Mantegna e sotto la pelle di queste indagini pittoriche cerco con la radiografia, e le ri-propongo, grazie alla sovrapposizione delle x-rays, in suggestioni completamente nuove. Il mio intervento ai raggi x sullo stesso Mantegna diventa così l’anello di congiunzione tra il mio ciclo dedicato ai Grandi Maestri e le opere degli artisti misconosciuti. Gli artisti hanno collaborato per cercare di rigenerare un segno o un gesto, ed io, aspirando a trovare un punto zero, seppur tragico, per “novare” il mio già noto ciclo ma anche una sorta di mecenatismo e filantropia verso una moltitudine di artisti dimenticati.
Nel percorso si incontrano le opere dei quattro artisti enfatizzate dal mio intervento radiografico che ha stravolto le pitture, che restano però visibili perché realizzato trasparenza su trasparenza su lastre di plexiglass sovrapposte ai dipinti, dando così vita a opere completamente nuove ma che rispettano le opere originarie dei quattro artisti: collaborazione quindi non sopraffazione, non annullamento ma enfatizzazione.

Il 2011 è stato un anno molto intenso dove hai realizzato importanti esposizioni e progetti; il prossimo futuro ti vedrà in un meritato riposo o ci sono già in cantiere altre idee?
La Mostra di Bassano del Grappa I Bassano ai raggi x – Aldilà dell’occhio, prorogata di un mese per la buona affluenza di pubblico, mi ha visto esporre in tre sedi museali al fianco di Jacopo, Leandro e Francesco circa 200 opere ed è stata una discreta fatica. La mia presenza in tre sezioni alla 54. Biennale di Venezia, Padiglione Italia, si è rivelata un grande impegno, tre sezioni perché dalla fine della settimana prossima, oltre all’opera esposta nel Padiglione Italia Il Cristo Morto del Mantegna, all’installazione Sottopelle alla tesa 99, saranno visibili anche le due facciate (660mq) delle tese 101, 102 all’Arsenale Novissimo, sede del CNR-ISMAR, anche queste prospicienti il Padiglione Italia, dove stiamo installando, con la regia di Alberto Bartalini, La Bugia – anche gli elefanti hanno il naso lungo: mini storia di Pinocchio dipinta da Babb (Giorgio Dal Canto) e da me re-interpretata ai raggi x per vedere dentro un inedito Pinocchio formato da microchip, pistoni, ingranaggi, ecc… che in una folle corsa si trasforma in bambino. Anche questa installazione è nel catalogo dell’”Iniziativa speciale del Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte per il 150° dall’Unità d’Italia”. Inoltre, a Venezia, sono presente anche a Palazzo Zenobio Collegio degli Armeni – anche questa una delle sedi espositive della Biennale – con i miei Paralleli Vertebrali, le note palme e x-rays di colonne vertebrali umane, che danno vita al parallelo tra pianta e colonna, e con 2 ampie vetrate di Sensazione minima, composizione di light boxes con lastre radiografiche dipinte. Questo per citare solamente le partecipazioni in corso. Parlando del futuro ho rifiutato, per incompatibilità con la direzione artistica nonché regia, un prestigioso incarico dopo che con pagine intere sui mass-media e grossa campagna Nazionale di affissioni era stata annunciata e presentata la mia paternità per la scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli a Lajatico composta da due sculture monumentali e una grande installazione: il ben noto cervello gonfiabile Optional, in due esemplari, uno a terra e uno sospeso a 10 metri di altezza, che si sarebbero dovuti gonfiare e sgonfiare durante il concerto, e 200 lastre radiografiche dipinte dal ciclo Eghenetai! a completamento della scena.
Per la pittura invece, probabilmente, salvo ripensamenti, sempre fedele ai raggi x, ritornerò sui miei passi: sulle mie luci, sulle mie ombre. Alle mie sfumature.

Il progetto in breve:
Renato Meneghetti. Sottopelle il Cristo Morto del Mantegna. Vedere dentro vedere oltre

Indagine Xray di Renato Meneghetti sull’opera del Mantegna e sulle opere di Federighi, Frosali, Gasperini, Stacchini
Iniziativa speciale del Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte per il 150° dall’Unità d’Italia
progetto segnalato da Marco Nereo Rotelli
Tesa 99, Arsenale Novissimo, Venezia
4 giugno – 27 novembre 2011

Renato Meneghetti. Sottopelle il Cristo Morto del Mantegna. Vedere dentro vedere oltre
Progetto artistico segnalato da Marco Nereo Rotelli
Padiglione Italia Arsenale, Venezia
4 giugno – 27 novembre 2011

La bugia anche gli elefanti hanno il naso lungo
da Pinocchio il Babb –
Giorgio Dal Canto
indagine x-rays di Renato Meneghetti
collaborazione artistica Stefano Stacchini
regia Alberto Bartalini
Iniziativa speciale del Padiglione Italia alla 54° Esposizione Internazionale D’arte per il 150° dall’Unità d’Italia
Tesa 101-102, Arsenale Novissimo, Venezia
4 giugno – 27 novembre 2011

Info: www.meneghettirenato.com

In alto:
“La Bugia anche gli elefanti hanno il naso lungo”, iniziativa Speciale del Padiglione Italia, 54.Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
In basso, da sinistra:
Veduta esterna di Palazzo Zenobio
“Sottopelle il Cristo Morto del Mantegna. Vedere dentro vedere oltre”. Iniziativa speciale del Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte per il 150° dall’Unità d’Italia

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