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MILANO | GALLERIA AREA B | 14 maggio – 23 luglio 2015

intervista a VANNI CUOGHI di Anna Lisa Ghirardi

Abbiamo visitato con grande piacere la mostra personale di Vanni Cuoghi, Monolocali: tutte le mattine del mondo, a cura di Ivan Quaroni, presso la nuova sede della galleria AREA B a Milano e nell’occasione abbiamo conversato con l’Artista.
Monolocali e bilocali sono trasformati in diorami, teatrini in cui convivono stimoli sensoriali: immagini, rumori, odori, gusti che attingono alla memoria e all’immaginazione. In questi luoghi domestici la tranquillità di una vita borghese è stravolta da elementi disorientanti che irrompono nella scena e tutto è reso possibile, come nella vita.

Monolocale 1, anno 2014, tecnica mista, cm 21x30
Come è nata l’idea di creare scatole prospettiche domestiche? 
Lavoro, ormai da qualche anno, con la carta e i miei teatrini erano già chiusi in scatole di plexiglas, quindi ho pensato di organizzare meglio lo spazio. Arrivando dalla scenografia, il passo è stato davvero breve. Ho immaginato che tutto si svolgesse in piccole case di bambola.

Ritratto di Vanni Cuoghi. Foto di Daria PaladinoCome procedi nella loro realizzazione? Crei precedentemente il materiale per ogni scatola prospettica o hai una grande raccolta di carte lavorate alla quale ogni volta attingi, a seconda dell’ispirazione momentanea?
Non esiste una vera metodologia del fare: alcuni nascono dopo una progettazione sommaria, altri invece vengono composti e scomposti a seconda di quello che trovo nella memoria. Mi sono creato un piccolo mondo fatto di sagomine di animali, mobili, complementi d’arredo che butto dentro un cassetto. Poi le “ritrovo” e le assemblo.
La narrazione nasce giocandoci.

Il cassetto è quello fisico, lo so perché l’ho visto di persona nel tuo studio, ma anche quello mentale. Quanto della tua biografia ci racconti attraverso queste aperture domestiche?
Un artista è sincero quando racconta di sé. Con metafore, paragoni o altro, ma deve raccontare di sé; solo così alla fine, parlerà al mondo e del mondo. In queste scatoline, come nei miei quadri, è raccontata la mia vita; quello che mi piace, che ho esperito, che ho sognato, che ho desiderato e che desidero. C’è tutto quello che ho pensato e che penso, immagino e amo. C’è anche la mia filosofia, il mio modo di intendere la pittura. Al confine con l’illustrazione, imbastardita con la scenografia, il gioco, e le cartoline d’auguri. Una pittura bastarda. Perché solo la bastardaggine è feconda. L’uomo in fondo è l’evoluzione di una scimmia …bastarda. Una scimmia scema peraltro, perché si è alzata in piedi dalla sterpaglia con il rischio che le belve la vedessero. Ma si alzò perché voleva un’altra prospettiva. Anche io voglio che questa mia pittura, perché sempre di pittura stiamo parlando, abbia un’altra prospettiva. La pittura è un sovrapporsi di progetti, modi di fare, di pensare, di ripensamenti, asserzioni, cancellazioni, esperienze, colore, disegno…insomma è vita.

I tuoi monolocali e bilocali sono in effetti chiare metafore dell’esistenza e in questa chiave di lettura sembra fondamentale l’elemento disorientante che irrompe nella scena: dalla mucca, al fuoco, ai tonni, alla trave,… Non sempre esso è sinistro, ma pare sempre indispensabile per aprire una prospettiva diversa. Attraverso esso vuoi quindi virare la percezione dello sguardo e del sentire?
Sai, Anna Lisa, quando si gioca con l’elemento surreale, non si è mai presi sul serio. L’elemento dissonante è quello che alleggerisce il tutto, che lo fa apparire un gioco facile e che rende tutto stravagante, tutta la narrazione acquista leggerezza.

La tua leggerezza oscilla sempre tra tragico e faceto, oserei dire che è come se tu volessi indicare una via d’uscita alla questione problematica e non certo l’incapacità di considerarla.
Esatto, è proprio così. Questo ti permette di parlare di ossessioni, manie, violenze, soprusi ecc., senza mai doverli per forza rappresentare. L’arte è linguaggio prima di tutto e l’artista è sempre concettuale, anche se non sa dare le risposte a tutto.

Monolocale 16 (…quella mucca), anno 2015, tecnica mista, cm 21x30
Del resto, sbirciando attraverso le pareti delle tue opere, proprio perché ricche di vissuto, è possibile interpretare le diverse esperienze dell’esistenza e giungere in una dimensione che sembra sovrapporre il tempo. I personaggi rappresentati oscillano dall’ambito contemporaneo a personaggi di una borghesia di un tempo passato a immagini pop, che indossano maschere o hanno capelli blu cobalto. Loro stessi sembrano oggetti di una scena fuori e dentro l’oggi. Nelle tue stanze troviamo citazioni, suggestioni e memorie che appartengono a te stesso, ma nelle quali è possibile identificarsi, ce ne sveli alcune?
Beh, alcune sono suggestioni ricavate dai film che mi sono piaciuti, ad es. in Quella mucca c’è tutto il mio amore per Wes Anderson e Grand Budapest Hotel, ne La lettera la scena è desunta dal film Un piccione seduto sul ramo riflette sull’esistenza, il monolocale “tinto” cita Lisbon Story di Wim Wenders. Il mio amore per la pittura antica, invece, lo si evince da una serie di dettagli che oscillano da Memling a Donghi.
Il mio vissuto personale appare in monolocali che ho abitato veramente: il Monolocale 1 era la cucina di quando ero studente e abitavo in viale Monza a Milano. Nel Monolocale 8 è rappresentato il laboratorio di restauro del mio amico Cesare a Genova e nel Monolocale 12 la cucina dei miei negli anni Sessanta.

Monolocale 12, (L'astice), 2015, tecnica mista, cm21x30 copia

Tra i personaggi chi troviamo?
I monolocali di Area B sono abitati da personaggi che abitano la mia quotidianità: la mia compagna Erica, i miei due gatti neri, Chiappa e Mucca Mu, e un numero svariato di persone che mi aiutano, con i loro racconti, a immaginare infiniti mondi.

Tra le carte del tuo cassetto ci sono altri progetti in via di realizzazione? 
Tra le mie carte future c’è un progetto con la galleria di Giuseppe Pero, che è dedicato al ghetto di Venezia. Saranno realizzati dei monolocali che racconteranno storie legate alla comunità ebraica che abita a Venezia. Storie di magia, peste e persecuzioni.

Monolocale, 18 (la lettera), 2014, acquerello e china su carta, cm 21x30
VANNI CUOGHI. Monolocali: tutte le mattine del mondo
A cura di Ivan Quaroni

14 maggio – 23 luglio 2015

GALLERIA AREA B
Via Marco D’Oggiono 10, Milano

Orari: lunedì 15.00 -18.00, martedì-sabato 10.00-13.00 15.00-18.00

Info: 02 89059535
info@areab.org

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