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MILANO – Studio Gariboldi | BERGAMO – Galleria Bergamo | 20 aprile – 30 giugno 2013

di MATTEO GALBIATI

Tra gli stand dell’ultima edizione di MiArt ci ha colpito in modo particolare quello dello Studio Gariboldi, interamente dedicato all’anteprima della mostra antologica dedicata a Jack Clemente (1926-1974), ora presente negli allestimenti nella sua sede di Milano e presso gli ambienti della Galleria Bergamo nell’omonima città. Seguendo il loro orientamento, indirizzato soprattutto al recupero e alla valorizzazione delle ricerche degli anni ’60, ad oltre quarant’anni di distanza – era il 1972 – dall’ultima sua mostra, nelle due gallerie le opere di Clemente tornano di nuovo protagoniste facendo riscoprire al pubblico una figura emblematica dell’arte italiana di quel ricco e fecondo periodo.
Canape, corde, legno, elementi semplici che in una sapiente combinazione di forme e materia si caricano di grandissima suggestione: sono questi gli “ingredienti” dei lavori di Clemente, artista oggi ancora troppo poco conosciuto. Quello che si potrebbe definire come quadro, nella sua accezione diventa un territorio sconfinante dove l’immagine passa dal valore pittorico alla presenza, spaziale e concreta, della scultura.


Se può apparire evidente un certo gusto per il lavoro artigianale e la sua dimensione di bellezza formale, non meno importante è pure il valore espressivo e sentimentale più viscerale e umorale: in lui l’opera si presenta, infatti, allo sguardo come oggetto reale e sensibile, concreto prima ancora che mentale, in grado di suscitare immediate reazioni e sensazioni. Le superfici, in cui si disseminano nodi e la corda viene ammansita e addomesticata come un incantatore di serpenti fa col suo flauto davanti alle spire gonfie di un cobra, vengono manipolate da Clemente attraverso un segno presente, organizzato e reale che guizza comunque in eruzioni imprevedibili e impreviste. Ordine e disordine, estremi che l’artista riesce abilmente a controllare ed armonizzare. Quello che avviene entro la superficie del “quadro” è vibrante come una passione incontenibilmente deflagrante che, silenziosamente e senza clamori eccessivi, divampa davanti al nostro sguardo.


Impossibile non accostare per questo la sua esperienza a quella di Burri, Fontana, Castellani… Del resto, scorrendo la sua biografia, si percepisce bene come fosse vicino, partecipe e aggiornato, al clima culturale della sua epoca: le occasioni di collaborazioni ed esposizioni dimostrano come la sua breve storia artistica sia stata interamente vissuta a contatto con gli ambienti più attivi e della cultura intellettuale ed artistica, non solo italiana, ma anche internazionale di quegli anni.
Da sottolineare anche la monografia edita per l’occasione nella quale, oltre all’intenso testo di Francesco Tedeschi e al contributo prezioso di Nicoletta Pallini Clemente, sono pubblicati anche un testo originale di Giuliano Zincone del 1968 e uno di Milena Milani, artista cara amica di Clemente in quel periodo.
La mostra è un’occasione straordinaria per la conoscenza e la scoperta di questo grande e poliedrico artista. Occasione che non deve essere assolutamente persa.

Jack Clemente. Archeologie di un recente passato
testi critici di Francesco Tedeschi, Milena Milani e Giuliano Zincone
catalogo a cura di Nicoletta Pallini Clemente e Francesco Tedeschi

20 aprile – 30 giugno 2013

Studio Gariboldi
Corso Manforte 23, Milano

Orari: lunedì-venerdì 15.00-19.00; oppure su appuntamento

Info: +39 02 76016499
posta@studiogariboldi.com
www.studiogariboldi.com

Galleria Bergamo
Contrada Tre Passi 1, Bergamo

Orari: lunedì-venerdì 15.00-19.00; oppure su appuntamento

Info: +39 035 237261
corrado.rota@alice.it

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