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FERRARA | Palazzo dei Diamanti| 22 febbraio – 15 giugno 2014

 di MASSIMO MARCHETTI

A Palazzo dei Diamanti di Ferrara la mostra Matisse, la figura aggiunge un capitolo imprescindibile a un percorso espositivo che si è focalizzato sugli snodi artistici che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento hanno caratterizzato Italia, Francia e Spagna. Alle presenze di Gauguin, Picasso, Mirò, Modigliani, e naturalmente Boldini e De Pisis, si aggiunge ora quella di Henri Matisse (1869-1954) con una mostra dedicata al rapporto che il grande artista ebbe con il tema della figura e del ritratto curata da Isabelle Monod-Fontaine, già vice direttrice del Centre Pompidou di Parigi. Ripensando alle mostre passate, un aspetto che sembra caratteristico nell’approccio critico dell’istituzione ferrarese è il privilegio che si tende a dare alla continuità nel rinnovamento, al ruolo della tradizione, in pratica a quegli aspetti delle singole ricerche che potevano descrivere al pubblico un’avanguardia che controllava con discernimento il capovolgimento dei canoni che andava ad attuare.

Henri Matisse, Le due sorelle, 1917, olio su tela, 78.4x91.4 cm, Denver Art Museum Collection © Succession H. Matisse by SIAE 2013

In quest’ottica, la presenza di un artista come Matisse, che proprio nell’avanguardia ha cercato e trovato una conciliazione apparentemente impossibile con la classicità, può quindi essere particolarmente significativa. Nel modo in cui ha trattato la figura, Matisse può senz’altro essere identificato come l’antagonista di Picasso: tanto quest’ultimo si è dedicato alla disgregazione anche provocatoria della “bellezza”, quanto il primo ha invece lavorato per rinnovare un’idea di armonia della composizione. Il segno di Matisse, riecheggiando la lezione di Gauguin, non frantuma le figure ma le circoscrive come interi indivisibili, e l’equilibrio complessivo non viene quindi sconvolto.

Henri Matisse, Odalisca con i pantaloni grigi, 1926-27, olio su tela, 54x65 cm, Musée de l’Orangerie, Parigi © Succession H. Matisse by SIAE 2013

Per Matisse il cubismo era troppo legato all’analisi della realtà per permettere quello slancio dell’immaginazione e di emozioni fisiche che lo interessavano. Nella mostra ferrarese possiamo rintracciare questa tensione a salvare un’architettura classica della forma anche nei due busti in bronzo di Jeannette, parte di una serie di cinque, dove la testa e il volto della modella vengono sì stravolte in modo drammatico, ma non fino al dissolvimento della personalità, e anzi ribadendo ogni volta di più valori volumetrici e plastici. La presenza delle sculture, meno note al grande pubblico, è dunque determinante per la comprensione del percorso dell’artista francese.
Henri Matisse, Icaro dalla serie Jazz, 1943-46, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze © Succession H. Matisse by SIAE 2013Pur al cospetto di alcune tele famose, come il Ritratto di Derain del periodo fauve, e il Nudo seduto di schiena del 1917 con cui Matisse si pone in esplicita continuità con una linea che da Ingres arriva a Renoir, l’audace assottigliamento della Serprentina del 1909, un piccolo nudo esile e avvitato che impedisce allo sguardo di riposare, irradia il carattere fondamentalmente gioioso della produzione matissiana. Le sue figure, difatti, come esemplificato nel bronzo del Nudo disteso (Aurora) del 1907 o nella tela Odalisca con i pantaloni grigi del 1926-27, sembrano dispiegarsi nella sensualità e serenità di un creato mitico carezzato dalla letizia.
Una vitalità guizzante che manifestata la sua essenza più intima nella produzione grafica, in particolare nella sempre sorprendente e magnetica serie Jazz del 1947, esposta nella versione a stampa nell’ultima sala. Anche le silouhettes senza volto, come quella dell’Acrobata che piega la propria forma fin quasi a spezzarla, sono riflessi lirici di un’umanità libera perché priva di peso. Riflessi che illuminano quel luogo al fondo dello spirito in cui la sensualità non soffoca la dimensione del sacro, ma la esalta. 

Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore
a cura di Isabelle Monod-Fontaine
organizzata Fondazione Ferrara Arte, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara

22 febbraio – 15 giugno 2014

Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este, Ferrara

Orari: tutti i giorni 9.00-19.00; aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno
Ingresso:  intero €11.00; ridotto under 18, over 65, stuedneti universitari, categorie convenzionate €9.00; gruppi di minimo 15 persone €9.00; scuole €5.00; bambini fino a 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa gratuito; biglietto famiglia 2 adulti + 1 bambino €21.00, 2 adulti + 2 bambini €28.00, 2 adulti + 3 bambini €35.00 (bambini dai 6 ai 14 anni); biglietto open con prenotazione senza vincoli di orario e data valido fino a fine mostra €14.00

Info: +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

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