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KOTKA (FINLANDIA) | Kymenlaakso Museum | 7 aprile – 25 giugno 2017

intervista a LORELLA SCACCO di Livia Savorelli

Cosa può rappresentare al meglio i flussi creativi, nelle loro più variegate accezioni, se non un team di artiste donne, capitanate esse stesse da una curatrice? Come ci spiega Lorella Scacco, colei che ha veicolato questi flussi di energia “vicini al mondo delle emozioni, passioni e relazioni umane”, il potenziale creativo/energetico è molto forte nelle donne e la scelta è stata quindi naturale…
Transitions of Energy è un progetto itinerante, iniziato nel 2015 alla Kunsthalle di Bratislava, con tappe successive in Finlandia: nel 2016 al Kajaani Art Museum, l’attuale mostra al Museo Kymenlaakso di Kotka (in corso fino al 25 giugno) per continuare, nell’ottobre 2017, al K. H. Renlund Museum di Kokkola.
Addentriamoci ora in terra finlandese, scoprendo le artiste di Transitions of Energy, guidati dal racconto della curatrice…

Maritime Centre Vellamo Kotka, Finland. Photo Jussi Tiainen

Maritime Centre Vellamo Kotka, Finland. Photo Jussi Tiainen

Quali sono i flussi di energia che entrano in gioco in Transitions of Energy, mostra che hai inaugurato in Finlandia? Come sei arrivata alla definizione della rosa, tutta al femminile, di artiste?
La mostra appena inaugurata al Kymenlaakso Museum di Kotka presenta quei flussi di energia vicini al mondo delle emozioni, passioni e relazioni umane. Le opere di Francesca Romana Pinzari puntano a far transitare l’energia tra le persone. L’artista mette spesso in gioco il suo stesso corpo per coinvolgere lo spettatore, come nella video installazione Get Closer dove invita gli spettatori a condividere uno dei momenti più intimi della giornata, quello del sonno, sdraiandosi su un letto accanto alla sua immagine proiettata mentre dorme.
La sensibilità artistica della Bigi verte invece sull’energia spirituale degli individui, che ha la funzione di assorbire e oltrepassare i preconcetti e i dogmi imposti dalla società, come mostrano la video installazione Pay Attention II, la serie di fotografie Ada e i disegni Intimate relationship.

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Veduta delle video installazioni di Francesca Romana Pinzari, Get closer, 2013 (in basso) e di Sissa Micheli, A Mountain Phenomenon, 2014 (in alto), Kymenlaakso Museum, Kotka (Finlandia). Photo credits: Sissa Micheli

Alle variazioni di energia luminosa si dedica invece Sissa Micheli con la sua video installazione A Mountain Phenomenon e i suoi disegni Icicle caves in mountain landscapes, dove l’uso del materiale riflettente delle coperte di salvataggio ne accentua le vibrazioni. Questa pellicola metallica, usata solitamente dai soccorritori, stimola anche una riflessione sullo stato d’emergenza del nostro ambiente naturale e sull’urgenza di proteggerlo.
Se Juliana Herrero indaga l’energia che scaturisce tra l’essere umano e la tecnologia nell’era dell’iperconnettività attraverso le sue installazioni sonore come Milieu e i suoi recenti acquerelli, Casaluce Geiger, che da sempre analizza il post-human e il flusso cyborg della vita tra il reale e il virtuale, si avvicina al tema dell’energia usando la sua dimensione virtuale. Le crittografie, che appaiono sia nella sua serie fotografica REHAB e nel video The Heart, si confrontano col concetto di privacy nella nostra contemporaneità.
La presenza di cinque artiste in questa mostra che riflettono sul tema dell’energia non è casuale ma dimostra come il potenziale creativo/energetico sia molto forte nelle donne. Mi trovo spesso a lavorare come curatrice di mostre con una prevalenza di donne artiste. Un anno e mezzo fa ho curato un’altra mostra con cinque artiste al Museo H. C. Andersen di Roma. Il progetto Transitions of Energy è nato attraverso il mio coinvolgimento da parte di un’artista nel gruppo di lavoro che si stava formando e da quel momento abbiamo proseguito insieme il percorso. Non ho preconcetti sugli artisti uomini ma credo che la nostra società stia dando finalmente più spazio alla creatività femminile.

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Veduta delle opere di Flavia Bigi e Juliana Herrero nella mostra collettiva “Transitions of Energy” al Kymenlaakso Museum, Kotka (Finlandia). Photo credits: Sissa Micheli

Parliamo delle opere presentate, come hai operato la scelta delle opere in mostra? Quali linee guida hai seguito nel delineare il concept della mostra e nel definire il suo svolgersi?
La scelta delle opere è stata fatta in base a una selezione tematica, ovvero cercando nel loro percorso quelle più inerenti al tema dell’energia. Ogni artista si era d’altronde interessata al tema ma in modi e tempi diversi. Per esempio, ho preferito presentare i lavori video installativi di Pinzari piuttosto che le sue installazioni scultoree realizzate con i capelli o i rovi, perché inerenti all’idea di un flusso energetico di partecipazione attiva. Oppure nel caso della Micheli, l’incertezza iniziale sulla scelta di due installazioni da mostrare, entrambe correlate al concept espositivo, mi ha portato a scegliere quella più recente. Ho poi dovuto considerare la diversità dei vari spazi espositivi dove la mostra itinerante sarebbe stata allestita in seguito. Nella prima mostra realizzata alla Kunsthalle di Bratislava lo spazio non era molto grande, seppur bello in quanto si affacciava su una delle vie principali della città, e di conseguenza non permetteva di mostrare molte opere di ogni artista. Nel secondo spazio, quello del Museo d’Arte di Kajaani in Finlandia, vi era invece molto spazio a disposizione e ha necessitato un numero maggiore di opere da esporre. La costruzione della mostra si è dunque svolta ogni volta tra aderenza al concept e dinamiche di allestimento.

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Veduta dell’installazione di Flavia Bigi, Pay Attention II, 2015, Kajaani Art Museum (Finlandia) 2016 – Photo credits: Kajaani Art Museum

Questa mostra è la terza tappa di un progetto itinerante iniziato nel 2015 alla Kunsthalle di Bratislava e continuato, nel 2016, con la mostra al Kajaani Art Museum. Quali sono le altre tappe previste? Ci sono differenze sostanziali rilevate nelle varie tappe e quale il riscontro del pubblico?
Dopo la seconda tappa espositiva al Kymenlaakso Museum di Kotka, che terminerà il 25 giugno, la mostra sarà di nuovo allestita al Museo K. H. Renlund di Kokkola. Queste tre tappe espositive hanno permesso di mostrare Transitions of Energy in tre aree diverse della Finlandia (nord, est ed ovest). La differenza sostanziale nelle varie tappe è che, nonostante le opere siano quasi sempre le stesse (più o meno di numero), la mostra allestita risulta sempre diversa da fruire. Questa è la nota peculiare di questo progetto. Riguardo il pubblico finlandese, i numeri degli spettatori sono molto più bassi dei nostri in Italia. Basti pensare che il numero di abitanti di una città come Roma è lo stesso per tutta la Finlandia. Il riscontro da parte del pubblico è stato comunque positivo in tutte le tappe espositive.

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Veduta della video installazione di # casaluce/geiger # heart::: E = mc2 * posthuman actionism * 2012, Kajaani Art Museum (Finlandia) 2016 – Photo credits: Kajaani Art Museum

Vivi tra l’Italia e la Finlandia. Ci descrivi brevemente, sulla base della tua esperienza da curatrice, come viene recepita l’arte contemporanea in questo Paese e le differenze e analogie con il sistema italiano?
L’arte contemporanea in Finlandia ha sempre avuto uno spazio “speciale” in quanto libera espressione e patrimonio di una identità collettiva in formazione come quella finlandese. Quest’anno la Finlandia compie, infatti, il suo anniversario di 100 anni d’indipendenza nazionale. Si tratta dunque di uno stato giovane, che sta formandosi culturalmente e che riunisce tradizioni diverse, a partire da quelle finniche, svedesi e sami. Lo Stato sostiene gli artisti con stipendi e borse di studio soprattutto all’inizio della loro carriera lasciando così loro modo e tempo di lavorare liberamente senza costrizioni di altro genere. Tutto ciò è molto diverso dall’Italia, dove gli artisti devono fare altri lavori per sopravvivere sacrificando il loro tempo a disposizione. Un’altra differenza che trovo è nella ricezione da parte dei pubblici. In Finlandia ho sempre trovato un forte interesse dei visitatori ad approfondire il contenuto delle opere, superando il semplice godimento visivo. L’interesse della persona che visita una mostra è sentito e partecipato. Tale atteggiamento in Italia non è una costante. Ci sono alcuni visitatori interessati alle opere dell’artista, che ne desiderano conoscere la ricerca, ma spesso molte persone presenti ad una inaugurazione sono solo a presenziare.

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Veduta del video di Francesca Romana Pinzari, The first time we kissed, 2009, (in primo piano) e del video di # casaluce/geiger # heart::: E = mc2 * posthuman actionism * 2012. Kymenlaakso Museum, Kotka (Finlandia). Photo credits: Sissa Micheli

TRANSITIONS OF ENERGY
Artiste: Flavia Bigi, casaluce/geiger & synusi@cyborg, Juliana Herrero, Sissa Micheli, Francesca Romana Pinzari
a cura di Lorella Scacco

7 aprile – 25 giugno 2017

Museo Kymenlaakso di Kotka, Finlandia
www.merikeskusvellamo.fi

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