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«La street art nasce dal graffitismo ma gli scarti laterali di questi giovani artisti la rendono un contenitore ampio dai confini continuamente in mutamento». Scrive Olivia Spatola in una delle presentazioni dedicate agli artisti coinvolti nel progetto. Questa affermazione riassume bene la diffidenza che artisti e addetti ai lavori dimostrano nei confronti di categorizzazioni formali assolute. Strada facendo, fin dal suo titolo percorre una direzione fatta di passi cadenzati, senza fretta. Una collettiva che unisce nuove leve a nomi conosciuti: dal graffito alla tela, dall’installazione urbana al video, dalla fotografia alla performance. Nessuna urgenza di definire ma solo quella di documentare che, poi, è la base di ogni forma di conoscenza. Tre le sedi torinesi in cui si sviluppa il progetto: Spazio Barriera di Artegiovane, Cripta 747, Amantes…

Francesca Di Giorgio: «Documentare più che rappresentare, decontestualizzare più che presentare». Per vostra stessa ammissione un “manifesto” ambizioso…
Olivia Spatola: La street art, per sua natura intrinseca, è dicotomica rispetto allo spazio dell’arte ufficiale. Proporre una mostra in uno spazio istituzionale è un’operazione “sul filo del rasoio” che rischia di snaturare lo spirito della tendenza artistica.
In questo senso è vero che si tratta di rappresentare più che presentare e documentare più che presentare.

Chi c’è dietro a Strada facendo?

La mostra è nata dalla sinergia di più soggetti: in primo luogo Alvise Chevallard, Presidente di Artegiovane Torino, che ha voluto fortemente realizzare questo progetto essendo egli stesso interessato al fenomeno della street art. Un apporto fondamentale viene da GEC, artista presente in mostra, che in quest’occasione ha svolto un’importante attività organizzativa gestendo tutti i rapporti con gli artisti. Infine Roberto Tos, direttore artistico della Associazione Culturale Amantes e lo staff di Cripta 747 che hanno unito le loro forze per creare un evento articolato e strutturato su più sedi.
Il tutto, va ricordato, è stato reso possibile grazie al contributo della Regione Piemonte che ha creduto fin dall’inizio nelle potenzialità di questa mostra.

Ci racconti la struttura del progetto sviluppato in tre sedi?
Il progetto ha un obiettivo decisamente ambizioso: realizzare una piccola rassegna dedicata alla street art allo scopo di dare un quadro, il più completo possibile, di questa espressione artistica nelle sue molteplici sfaccettature. Tale volontà è stata condivisa da due importanti realtà torinesi che da anni indagano il fenomeno: il Circolo Culturale Amantes e la galleria Cripta 747.
Amantes presenta la quinta edizione di REWRITING con la partecipazione di dodici personaggi della scena graffiti writing e street art dando luogo ad una rassegna nella rassegna che sarà suddivisa in tre serate performative e darà vita a vere e proprie sfide su tele di grandi dimensioni, occasione unica per ammirare dal vivo l’estro e la bravura dei writers intervenuti.
Cripta 747 propone, invece, una mostra sulla ricerca dell’identità della persona nei suoi aspetti più profondi, dai quali dipendono sia la concezione che ognuno ha di sé, sia le relazioni che intrattiene con gli altri. La mostra analizza questa tensione e va a considerare un linguaggio contemporaneo per non catalogarlo ulteriormente, una riflessione superficiale ma evidentemente ancora utile che viene sondata attraverso tre interpretazioni ad opera di Dem / 108, Olivier Kosta-Thefaine e Samuel Francois + AAVV

Avete tenuto a chiarire che Strada facendo tiene presente nuove e vecchie leve dei graffiti nostrani ed internazionali senza «giudizio di merito». Quali sono le “questioni” curatoriali quando ci si avvicina ad una scena così variegata?
La mostra vuole mettere a confronto artisti molto diversi tra di loro per età, provenienza e tecnica creando un dialogo nella contrapposizione. Gli stessi artisti sono stati selezionati secondo questo criterio. FKDL utilizza una particolarissima tecnica di collage che rivela una reale passione per il riciclo, per tutto quanto passa di forma in forma mutando e mutuando procedimenti e stili, componendo reiterate decostruzioni e ricostruzioni sintattiche in cui le immagini non vivano se non nella materia che le compone.
Boris Hoppek realizza delle vere e proprie installazioni di figura che lascia, come lacerti d’arte, lungo le strade o nelle piazze delle città: come scatole abbandonate, le immagini disperdono il loro carattere narrativo, anestetizzato e barattato con una simbologia estetica che investe una ancor più ampia esperienza vissuta nel contemporaneo.
Elfo, giovane artista bresciano, ha scelto di lavorare non solo in contesti urbani degradati ma anche con persone, animali e cose che vengono inglobate nel suo originalissimo flusso creativo dove l’opera finale può essere la performance, la documentazione fotografica o il lascito installativo polimaterico.
Pao reinterpreta i paracarri cittadini trasformandoli in personaggi che potrebbero essere usciti da un fumetto per bambini o da un videogioco, simpatici animaletti dipinti e lasciati per strada che diventano essi stessi oggetti di design urbano.
Poi naturalmente sono presenti artisti che utilizzano tecniche più convenzionali alla street art in senso stretto come Seacreative, BR1, ASSI-ONE, ecc…

Fin dal suo primo nucleo costitutivo – formato da un team di collezionisti – nella mission di Artegiovane compare il fondamentale apporto del collezionismo e delle gallerie…
Abbiamo ritenuto importante affrontare il tema del collezionismo e del posizionamento sul mercato della street art benché non sia possibile inquadrare questo fenomeno all’interno del mercato istituzionale dell’arte. Esistono solamente esempi eclatanti come il successo dell’artista inglese Banksy del giapponese Murakamy o dell’americano Obey.
Per affrontare questo tema ci siamo rivolti a Matteo Donini, alias The Don, perché da oltre quindici anni colleziona arte urbana mondiale. Oggi la sua collezione vanta più di 300 opere originali, 1000 serigrafie e Urban Toys. Matteo Donini si è impegnato in prima persona per promuovere questa tendenza artistica curando molteplici eventi in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, inoltre, con la sua attività The Don cerca di mettere in luce tutte le sfumature che differenziano fra loro Lowbrow Art, Pop Surrealismo e Post-graffitismo e queste dalla Street Art, alla quale certa critica erroneamente le equipara.

Il progetto in breve:
Strada facendo
a cura di Olivia Spatola
testi critici di Francesco Poli
Artegiovane
Via Crescentino 25, Torino
Fino al 09 maggio 2010
Info: +39 011 2876485
www.stradafacendo2010.it

Cripta 747
Galleria Umberto I, int. 29, Torino
Info: www.cripta747.blogspot.com

Re-writing, V edizione
Tre performance: sabato 10, venerdì 16, venerdì 23 aprile 2010
artisti all’opera in galleria
Circolo Culturale Amantes
Via Principe Amedeo 38/A, Torino
www.arteca.org/rewriting.htm
Info: +39 011 8172427
Fino al 15 maggio 2010

In alto da sinistra:
Boris Hoppek, 2006, Barcellona
Gec e Seacreative, Strada facendo, veduta Spazio Barriera, Artegiovane, Torino 2010

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