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TORINO | Allegretti Contemporanea | 28 febbraio – 20 marzo 2012

La pittura, un gioco fra esteriorità ed interiorità

Intervista a SABRINA MILAZZO di VIVIANA SIVIERO

Grazie alla magia della pittura e ad un pennello che si aggira con lo stessa caparbietà fra le pieghe dell’anima così come sulla tela, Sabrina Milazzo riesce a dare corpo alla sua nuovissima produzione pittorica, presentata dalla galleria Allegretti di Torino nella mostra Trasferimenti. L’artista, impiega i solidi mezzi della verosimiglianza emotiva per contraddire un famoso “detto” e dimostrare come sia proprio “l’abito a fare il monaco”. L’artista presenta una serie di autoritratti, in cui è lo stesso soggetto a ripetersi, ma dimostra i propri cambiamenti in funzione dell’immagine esteriore con cui, di volta in volta, si abbiglia. Ciò prova – attraverso una forza che solo le immagini possono avere – come sia vero che, oggi, il nostro essere nel circostante, sia determinato fortemente dall’aspetto esteriore, responsabile del nostro consegnarci al mondo.

Viviana Siviero: In questo caso si può dire che sia “l’abito a fare il monaco” o sbaglio? Di cosa è fatto questo abito e che tipo di progetto si tratta?
Sabrina Milazzo:
Come siamo esternamente dice moltissimo di come siamo dentro, rivela le nostre preferenze su cosa ci piace fare, che luoghi ci piace frequentare o non frequentare. Questo progetto analizza la relazione tra l’aspetto e il carattere di una persona,partendo dall’inscindibile legame tra il corpo e l’anima. Il corpo è in grado di rivelare le caratteristiche più intime del nostro essere. Se alle posture uniamo il modo di vestire e l’accuratezza della pettinatura o del trucco, possiamo avere la fotografia nitida dell’atteggiamento relazionale di molte persone.
Del resto se è vero e scontato che l’umore e lo stato d’animo si riflettono nel visus esterno, alla lunga umori e stati d’animo segnano sia il viso, sia il corpo. Partendo da queste basi teoriche l’analisi si è rivolta ad uno studio legato a ciò che l’immagine di un volto trasmette. Sono partita immaginando in quale modo si potesse impersonare, un carattere introverso o estroverso, cambiando pensieri e stati d’animo, di conseguenza cambiava via via il mio aspetto. Vivo il ritratto come ricerca introspettiva, rappresentando la realtà per comprendere l’interiore.

Parliamo del medium, che è così importante al fine espressivo…
Il mio medium prediletto è la pittura ad olio. Parlando nello specifico di questo ciclo sull’autoritratto procedo nel realizzare diverse sessioni fotografiche in cui vestiti, accessori, trucco ed acconciatura possono accostarsi al meglio con l’intimità della tipologia psicologica che vado a rappresentare. Fondamentale è l’interpretazione del ruolo, legando al lavoro fatto sull’esteriorità, espressioni ed atteggiamenti che sono più efficaci alla trasmissione del carattere analizzato, come in una vera e propria prova d’attore.
Molto spesso ciò che si vede nel quadro, anche se sembra reale, non esiste: alcuni oggetti sono realizzati ad hoc per essere indossati, altri elementi come ad esempio la scenografia o i paesaggi, sono presi da altri scatti e poi montati per far parte di un progetto finale risultato di montaggi fotografici.
L’ultima fase del lavoro è la successiva trasposizione in pittura che, con i lunghi tempi d’esecuzione necessari al mio modo analitico di lavorare, (per un quadro di cm 130×130 mi occorrono fino al oltre due mesi) lascia ancora spazio ad un’ulteriore meditazione ed elaborazione sulla riuscita di ciò che l’opera esprime. Naturalmente quando inizio a dipingere la tela è bianca, non vi è alcun utilizzo di basi fotografiche prestampate, ci sono solo i colori, pennelli e tanta pazienza e dedizione, questo spiega la mia limitatissima produzione!

A cosa si riferisce il titolo della tua mostra personale per la galleria torinese Allegretti Arte Contemporanea?
Trasferimenti si riferisce ad un corpo che potrebbe essere una persona ma anche un’altra e questo lo fa la sua mente, la sua anima, la sua personalità.
Spero che nello spettatore possano nascere le stesse mie curiosità, prima fra tutte quella di immaginarsi, anche solo per un momento, come una persona diversa.

Progetti per il futuro? In quale direzione ti stai incamminando?
Ho un po’ di idee in testa, parlare di personalità facendo vedere altre parti del corpo che dicono molto di noi (mani, piedi). Vorrei estendere anche lo studio ad altri referenti che non siano me stessa e vedere le trasformazioni sugli altri. Mi piace pensare che l’evoluzione sia sempre alle porte, per questo ogni mia mostra è diversa dalla precedente…

Sabrina Milazzo. Trasferimenti
a cura di Anastasia Posca

Allegretti Contemporanea
Palazzo Bertalazone di San Fermo
Via San Francesco D’Assisi 14, Torino

28 febbraio – 20 marzo 2012

Orari: martedì – sabato | ore 15.00 – 19.00
Info: +39 011 5069646

www.allegretticontemporanea.it


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