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INTERVISTA DI ELENA BALDELLI

Lo scorso 7 maggio, nelle sale del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, una Giuria composta dal direttore del MIC, Claudia Casali, e da altre personalità, quali Franco Bertoni, Giuliana Ericani, Richard Slee e Giorgio Laveri, ha decretato i vincitori under 40 della 57a edizione del Premio Faenza dedicato alla ceramica d’arte contemporanea. Dal 18 giugno il Museo ospita le loro opere caratterizzate dall’originalità e dall’innovazione dei linguaggi legati ad un materiale dalla forte tradizione. Intervistiamo Claudia Casali, direttore del MIC, e Giovanni Ruggiero, uno degli artisti vincitori del Premio…


Elena Baldelli: Il Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza è giunto alla sua cinquantasettesima edizione. Negli ultimi tre anni c’è stato un rinnovamento…
Claudia Casali:
Il Premio Faenza ha una lunga tradizione. Nasce nel 1938 e dal 1963 diviene internazionale. Hanno partecipato negli anni importanti scultori da Leoncillo a Valentini, da Fukami a Dessauvage. Le ultime tre edizioni hanno voluto dare spazio a giovani artisti under 40. Una scelta importante poiché ha favorito l’inserimento di una creatività nuova e dinamica proveniente da tutto il mondo. Si pensi che per questa edizione hanno sottoposto la loro candidatura circa 250 artisti con oltre 500 opere, da cui sono stati selezionati i finalisti (68 artisti per 98 opere).

Il Concorso promuove l’incontro tra un materiale fortemente legato alla sua tradizione e una visione contemporanea dello stesso… Com’è stato affrontato questo connubio dagli artisti?
Claudia Casali: Gli artisti hanno partecipato in maniera trasversale ovvero affrontando il linguaggio della ceramica con una visione estremamente contemporanea. Per molti casi si tratta di vere e proprie installazioni, sculture che si confrontano anche con la dimensione luminosa e sonora. Certo ci sono casi di perfetta adesione e maestria tecnica ceramica, legate soprattutto ad una dimensione più vicina al design, ma ci sono molti casi, direi la maggior parte, di piena aderenza ad un concetto contemporaneo ed innovativo di scultura.

Quali sono state le caratteristiche “vincenti” nelle opere degli artisti finalisti e dei vincitori?
Claudia Casali: I primi quattro vincitori (due ex-aequo) ricostruiscono un po’ le quattro caratteristiche del Premio, ovvero apertura al design, alla contemporaneità, attenzione alla tecnica, adesione ad una dimensione culturale topica. Tre dei quattro artisti sono giapponesi, il quarto è italiano. Hayashi si è segnalato per l’alta qualità tecnica esecutiva con capacità mimetiche verso altri materiali e un linguaggio innovativo nell’ambito di un’icona appartenente al suo paese d’origine; Dewa ha interpretato la solidità della materia, la porcellana, con effetti di grande delicatezza e trasparenza; Ruggiero ha interpretato in senso poetico il rapporto uomo-universo, utilizzando una commistione di mezzi con esiti di integrazione tra linguaggio e tecnica; Sakumoto fonda la sua ricerca sulla forma, con una grande eleganza e raffinatezza. Altri premi sono andati a Silvia Zagni, Cristina Simona d’Alberto, Abdon Zani, Ismet Yuksel, Lana Rakanovic, Hsuan-Yu Shih, Cristiano Tassinari, Charlotte Falcini, Gionata Ranzoni, Inhwa Lee.

La ricerca sulla materia è parte fondante del suo percorso artistico. Ci parlerebbe della progettazione del lavoro?
Giovanni Ruggiero: Inizialmente tutto parte da un’idea principale. A volte, è progettato meticolosamente rispettando un rigore formale e poetico; altre, invece, mi sento come un compositore con un’idea di massima, un ritmo, un’emozione che mi ossessiona e non mi abbandona finché non incomincio ad indagarne il significato. Man mano che il lavoro va avanti e prende forma, tutto ciò che mi circonda interviene a dar vita all’opera: uno sguardo, una parola, un gesto. In pratica mi sento come un sismografo che registra tutto ciò che ha intorno. Da sempre, uso materiali differenti tra loro ed ho imparato che ogni materia ha un proprio linguaggio espressivo, un modo proprio di parlare che appartiene al materiale in sé. Per fare un esempio, la ceramica è più rapida, istintiva, gestuale, basta stringerla nelle mani che prende subito una forma, un altro gesto ancora e cambia nuovamente, invece il marmo è meno immediato, se vogliamo più riflessivo, ma assolutamente più freddo.

Nal caso di Premio Faenza l’opera si compone di una materia predefinita. Dalla ceramica è nata Corrispondenze Cosmiche…
Giovanni Ruggiero:
Tutto il mio lavoro è rivolto alla ricerca dell’essenza spirituale, dell’anima delle cose. Credo che l’essere umano da sempre oscilli tra due mondi che hanno uguale potenza attrattiva: il mondo interiore, immateriale, spirituale, ed il mondo esteriore, fisico, tangibile.
Vi sono persone più orientate verso la realtà interiore misurando, nella loro vita, il mondo con il cuore. Altre operano, fortemente, con la ragione per raggiungere le vette della ricerca scientifica. Chi ha esplorato i giardini dell’anima e chi ha costruito le architetture della mente. Ognuno ha agito per il bene dell’umanità e ha contribuito alla ricerca del senso della vita. A mio avviso non vi è separazione tra questi due mondi, pur appartenenti a dimensioni diverse. Essi sono l’espressione della grandezza dell’uomo, della sua essenza divina. È come se il nostro essere si espandesse, all’infinito, in due universi: uno fisico, materiale, e l’altro metafisico, spirituale. Chi raggiunge questa consapevolezza sviluppa in sé la certezza della propria divinità unita al “Tutto” come essenza e motore dell’Universo.

Il Premio in breve:
Premio Faenza – Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea
57a edizione
Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Viale Baccarini 19, Faenza
Inaugurazione sabato 18 giugno, ore 18.00
19 giugno – 25 settembre 2011
Orari: martedì-domenica 10.00 – 19.00, chiuso il lunedì
Info: + 39 0546 697311
info@micfaenza.org

www.micfaenza.org

Giuria: Claudia Casali (Direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), Franco Bertoni (già Curatore delle collezioni moderne del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), Giuliana Ericani (Direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa), Richard Slee (artista, Gran Bretagna), Giorgio Laveri (artista, Italia)

Artisti premiati: Shigeki Hayashi, Eri Dewa, Giovanni Ruggiero, Tomoko Sakumoto, Silvia Zagni, Cristina Simona d’Alberto, Abdon Zani, Ismet Yuksel, Lana Rakanovic, Hsuan-Yu Shih, Cristiano Tassinari, Charlotte Falcini, Gionata Ranzoni, Inhwa Lee.

In alto, da sinistra:
Shigeki Hayashi (Giappone), “Koz-o Type R”, porcellana, adesivo, acciaio, cm 75×36 [“Premio Faenza” della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza]
Tomoko Sakumoto (Giappone), “Form 101 Form 7”, porcellana, cm 13,5×35 [Premio Cersaie]
In centro:
Silvia Zagni (Italia), “Opera 1”, porcellana, cm 40×100 [Premio “Monica Biserni”]
Eri Dewa (Giappone), “Core”, porcellana, cm 10,5×60,5 [“Premio Faenza” della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza, ex aequo]

In basso:
Giovanni Ruggiero (Italia), “Corrispondenze cosmiche”, refrattario smaltato, Swarovski, bronzo d’orato, cm 62×32 [“Premio Faenza” della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza, ex aequo]

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