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Premio Fabbri per l’Arte. Un secolo e 7

Intervista ad ALBERTO AGAZZANI di ALICE ZANNONI

Rinnovato il connubio tra Bello e Buono: Fabbri, lo storico brand bolognese “delle amarene”, celebra nuovamente se stesso attraverso l’arte con il prestigioso Premio, istituito nel 2005 in occasione del centenario dell’azienda, e quest’anno giunto alla sua quarta edizione.
In linea con i principi che contraddistinguono i prodotti Fabbri, l’obbiettivo è la massima qualità per questo la partecipazione è su invito e la curatela è affidata a personalità di spicco nel panorama dell’arte contemporanea. Dopo Maurizio Sciaccalunga e Marina Mojana l’edizione 2011 è coraggiosamente affidata ad Alberto Agazzani che ha scelto trenta artisti, affermati ed emergenti, che si sono ispirati e confrontati con il famoso vaso/emblema di ceramica decorato di blu.
In attesa della proclamazione dei tre vincitori che avverrà il 29 gennaio presso l’area Art Talks in Arte Fiera a Bologna la parola al curatore…

Alice Zannoni: La mostra sarà visibile presso le prestigiose sale dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. La scelta del luogo non è casuale, cosa l’ha spinta a pensare ad un’istituzione preposta alla formazione?
Alberto Agazzani: Sono dal 2010, per precisa volontà del ministro Mariastella Gelmini, mia estimatrice, rappresentante del Suo ministero e Vice Presidente del Consiglio d’amministrazione di tale storica istituzione e ciò ha condizionato inevitabilmente il mio desiderio di avere questa sede come ospitante di un prestigioso e significativo premio come quello Fabbri. La mia proposta, fra le molte possibili, è finalmente piaciuta anche all’Azienda, consapevole di arricchire il Premio di ulteriori valenze: il sostegno ad un’istituzione storica ed il sottolineare una continuità fra tradizione e innovazione espressiva all’interno della stessa e rivolta ai giovani studenti: i futuri talenti ai quali saranno affidati l’eredità ed il futuro dell’arte italiana.

Il titolo del suo intervento critico in catalogo è “La scelta” cui segue, in apertura del testo, la citazione “Hoc in erat votis”. Quale era il suo desiderio? Ci spieghi brevemente le sue ragioni curatoriali.
Oggi la figura del curatore ha assunto un’importanza tanto fondamentale quanto meramente di “marketting” (sì, con due “t”!). Molti, troppi curatori non scelgono, non impongono un’ideologia, intesa come sistema ordinato ed organizzato di valori, o scoperte coraggiose o semplicemente “personali”, ma semplicemente assecondano il mercato e i “clienti”, trasformandosi in pubblicitari tout-cout, quando non in agenti di commercio. Vedasi una Biennale, quella del 2011, completamente irresponsabile, scriteriata, markettizzata. Questo premio nasce su premesse totalmente opposte, dalle scelte chiare, precise, autonome e libere del suo curatore, mediate, in certi casi, ma sempre accettate, indipendenti e responsabili. Nel complesso rappresentano l’ideologia del suo curatore al massimo livello: “Hoc erat in votis”.

Come ha conciliato il suo approccio “metteur en scéne” di curatore con l’improvvisazione dei suoi attori?
Chi sceglie di “mettere in scena” una mostra “a tema” (io vengo dal teatro ed ho un concetto curatoriale non distante dalla messa in scena, come Lei ha rilevato), in questo caso dedicata alla Fabbri e della sua secolare vicenda (che appartiene alla storia emotiva e sensoriale di molti di noi), dovrebbe aver sin da subito ben chiari il “canovaccio” dei suoi protagonisti. Per me l’improvvisazione non esiste. Infatti nessuno dei reali protagonisti (gli artisti invitati) ha minimamente sottovalutato il suo ruolo, anzi: consci della difficoltà della “piéce” e del rigore del regista hanno davvero dato il meglio di loro stessi. Sapevo perfettamente cosa aspettarmi da loro ed ogni ruolo è stato affidato con coscienza e fiducia. Quasi sempre non tradita se non da coloro che, invitati, si sono ritirati prima o durante le “prove”. Capisco che non era facile. Né il Premio né il curatore.

Parola chiave del brand Fabbri è coniugare tradizione e innovazione. Come ha conciliato questa specificità che deve essere trasmessa attraverso l’arte visiva, nella scelta della rosa degli artisti?
Il tema della “Tradizione del Nuovo” è già stato oggetto della mia mostra “Contemplazioni” a Rimini del 2009 ed è uno dei temi basilari della mia ideologia critica. È stato per me naturale che ciò si sposasse con lo spirito di un’azienda come la Fabbri, emblema mondiale di un’italianità che al gusto di una Bellezza totalmente sensoriale ha saputo affiancare una tecnologia straordinaria che non ne ha snaturato l’essenza. Cambiano i linguaggi dell’arte, cambiano le tecniche, ma la qualità e la forza dell’espressività rimangono invariate. Non esiste Estetica senza Etica, e non esiste Arte senza Etica. Il gusto attiene all’Etica oltre che all’Estetica.

Su trenta artisti quindici presentano opere di pittura, disciplina per eccellenza legata alla tradizione, l’innovazione, dunque è a livello di contenuto? Pensa che dopo tanta sperimentazione tecnica con i nuovi media sia giunto un nuovo ciclo di “richiamo all’ordine”? Scenari futuri per l’arte firmati Agazzani?
Le rispondo con una frase di Arturo Martini, per me capitale da sempre: «La modernità non è una trovata, ma è scoprire nuovamente l’anima delle cose, con l’intensità che circola nell’aria del proprio tempo… è la traduzione della perenne realtà del mondo in un linguaggio poetico che sia del proprio tempo… La modernità non esiste. L’eternità cercavo…»

Premio Fabbri per l’Arte 2012.  IV edizione
Un secolo e 7

in calendario il prossimo 28 gennaio all’Accademia delle Belle Arti di Bologna
a cura di Alberto Agazzani
Accademia delle Belle Arti di Bologna
Via Belle Arti 54, Bologna
Info: www.fabbri1905.com
28 gennaio – 28 febbraio 2012

Sabato 28 gennaio in occasione della Art White Night apertura straordinaria fino alle 24:00

Artisti selezionati: Affiliati Peducci/Savini, Chiara Albertoni, Paul Beel, Luigi Benedicenti, Nicola Bolla, Giuseppe Bombaci, Andrea Boyer, Giulia Caira, Andrés David Carrara, Gianluca Chiodi, Girolamo Ciulla, Roberta Coni, Marco Cornini, Crash-Toys (Tironi/Yoshida), Mauro Davoli, David De Biasio, Roberto Ferri, Giovanni Gasparro, Massimo Giannoni, Alfio Giurato, Marcello Grassi, Giuseppe Guindani, Giorgio Laveri, Mauro Maugliani, Gonzalo Orquin, Fabrizio Orsi, Daniela Perego, Lidia Puglioli, Agostino Rocco, Pieter von Balthasar (Edgar Vallora).

proclamazione vincitori: domenica 29 gennaio 2012 Arte Fiera Bologna, spazio Art Talks.

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