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Italiani all’estero: Daniele Girardi

 a cura di Silvia Conta

“Questo luogo non è un giardino”

  Daniele Girardi è nato nel 1977 a Verona. Vive e lavora a Milano.

 

All’inizio di dicembre Daniele Girardi ha concluso la parte di permanenza nel cuore della vasta foresta di Finnskogen, in Norvegia, dove da novembre è stato in residenza presso il Centro d’Arte Atelier Austmarka. Con l’inasprirsi delle condizioni climatiche, l’artista è rientrato a Milano per proseguire con la seconda fase della residenza, che prevede una rielaborazione di dati e materiali raccolti e la preparazione delle tappe successive della sua Trilogia nordica che, nei prossimi mesi, lo porteranno nelle foreste di Svezia e Finlandia.
Il progetto norvegese si colloca nella serie di residenze atipiche in zone selvagge e boschive attraverso cui l’artista sta declinando la propria poetica, che in maniera sempre più preponderante si sta sviluppando in modalità che possono richiamare una performance estesa sul lungo periodo che coincide, nel caso specifico, con la permanenza in territori inospitali. In queste circostanze vengono posti in essere i punti cardine della poetica dell’artista: esplorazione, natura selvaggia e viaggio. Per Girardi il momento artistico tout court è costituito, infatti, dalla fase outdoor del progetto, che coincide con l’esplorazione del territorio, che comprende non solo il suo attraversamento a piedi, ma anche le fasi di preparazione tecnica e logistica. Il nucleo più denso di implicazioni artistiche viene raggiunto nell’atto del camminare nella foresta, che sviluppa una sorta di doppia tensione: da un lato c’è la necessità di prestare attenzione al percorso – che non prevede segnaletica, ma solo cartine e bussola -, ai tempi di percorrenza – poiché alle 15.00 scende l’imbrunire -, agli imprevisti come l’incontro con animali selvatici e il mutamento delle condizioni metereologiche, mentre dall’altro ci sono l’assoluta solitudine, le impressioni che provengono dal paesaggio e le suggestioni letterarie di cui l’artista si è nutrito per anni che si fanno strada nella mente. Durante le uscite Girardi realizza foto e video come documentazione, aggiornando giorno per giorno il suo blog northwaychronicle.blogspot.it, e, soprattutto, tiene un taccuino, l’unico prodotto artistico materiale della fase outdoor: un racconto visivo attraverso disegni e collage, un dialogo tra l’artista e il viaggio stesso.

Daniele Girardi, North_Way, Documentazione site-specific Out/In door, Finnskogen forest _ Norway 2014, courtesy dell’artista

Ogni sera c’è il rientro nello studio-abitazione, con tre pareti di vetrate alte sei metri, che lascia tutta l’atmosfera di una costruzione edificata in un punto qualsiasi della foresta: un ambiente interno, quindi, ma quasi senza soluzione di continuità con l’esterno. Qui avvengono i preparativi per l’uscita del giorno successivo e avanti così, giorno dopo giorno, senza perdere un attimo di quella che è la ragion d’essere della residenza: un rapporto quanto più prolungato ed intenso con l’ambiente naturale, limitato solo dalla durezza delle condizioni climatiche. Quando queste ultime, all’inizio di dicembre, hanno preso il sopravvento rendendo impossibile la permanenza in zona, anche all’interno dell’atelier, l’artista è rientrato in Italia e ha avuto inizio la fase indoor del progetto.
In essa l’artista sviluppa la sua poetica relazionandosi in modo più “tradizionale” con le istanze dell’arte visiva: inizia un discorso di semantica su fotografie, tracce, tracciati sulle carte, oggetti, appunti, che, in questo momento, possono anche perdere il loro significato per assumere un altro valore, dalla funziona pratica passare a quella estetica e narrativa in una sorta di “epica dell’oggetto”. Non ci sono scadenze per completare questa fase, ma un fluire che attraverserà tappe e percorsi autonomi, si tratta, infatti, di una rimeditazione e riorganizzazione mentale di esperienze e materiali, che condurranno ad esiti per ora non prevedibili.

www.danielegirardi.com
northwaychronicle.blogspot.it

Appuntamento con Postcards to Italy #4 a febbraio con Filippo Sciascia

 

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