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VENEZIA | Padiglione Italia | 56. Esposizione Internazionale d’Arte | 9 maggio – 22 novembre 2015 #biennalearte2015 #newsbiennale

Intervista a CLAUDIO ROCCHETTI di Corinna Conci

La memoria è una vera e propria attività di ricostruzione: i ricordi sono pezzi che cambiano forma piuttosto che registrazioni oggettive dei vissuti. La traduzione di dati sensoriali diventa una rappresentazione interna che si deposita in un fascicolo personale prezioso, una matrice che ci permette di pensare e agire.

Aldo Tambellini Study of Internal Shapes and Outward Manifestations, 2015, installazione multischermo, HD, colore, son., 10’. Partitura sonora Belfi Rocchetti_Ambrosio 1.1-7

Questa complicata capacità è in continua corrispondenza con le emozioni che permettono la costruzione della coscienza di noi stessi, fondamentale per la nostra identità. Senza memoria non siamo niente.
56. Biennale di Venezia, Padiglione Italia: l’installazione multischermo dell’artista italoamericano Aldo Tambellini si presenta insieme alle musiche di Claudio Rocchetti, in collaborazione con Andrea Belfi. L’estetica dell’opera fa ripensare ad una continua rielaborazione di contenuti, il metodo con il quale vengono codificati i materiali acustici e visivi/spaziali nella nostra “Memoria di Lavoro” (Baddeley,1986).  Durante la vita i nostri ricordi vengono modificati in modo personale, si aggiungono particolari vividi e ritagli non considerati importanti si eliminano: rimangono frammenti che la nostra mente cerca di far coincidere seguendo una coerenza nascosta.
L’opera “Study of International Shapes and Outward Manifestation” (2015) materializza plichi di fogli mnestici, svelando come appunti apparentemente selezionati a random generano forme visive e sonore fluide, connesse, perfette come quelle che costituiscono i vissuti individuali.

Claudio RocchettiCome è avvenuto l’incontro con una personalità artistica del calibro di Tambellini?
Il contatto con Aldo Tambellini è avvenuto grazie ad Atelier Impopulaire (http://atelierimpopulaire.tumblr.com). Con loro ho già lavorato in passato, per esempio a Roma per Codalunga di Nico Vascellari abbiamo presentato un lavoro chiamato There is someone inside this cell. I would rather not talk about it incentrato su un testo di Blanchot. Lavorano e sono in contatto con Tambellini da diversi anni e quando è arrivato il momento di pensare al lavoro per la Biennale l’idea era quella di connettere il lavoro di Aldo con artisti che fossero accostabili alla sua ricerca ma di un’altra generazione.

Come si è svolta la vostra collaborazione e come ti sei trovato ad interagire con il suo materiale?
In effetti se devo pensare ad una versione visuale del mio lavoro la connessione con Tambellini è immediata. Lo stesso vale per Andrea Belfi, abbiamo già collaborato e suonato insieme in passato e, seppur con sostanziali differenze, credo che la nostra ricerca abbia delle solide basi comuni: stratificazione, confronto analogico/digitale e acusmatico/strumentale.
Abbiamo usato come base di partenza alcuni suoni fornitici da Aldo e alcuni frammenti audio presi dai suoi lavori degli anni ’60. In seguito abbiamo aggiunto parti percussive e di synth, lavorando molto sulla spazialità e su una sorta di narrativa interna al pezzo.

Aldo Tambellini Study of Internal Shapes and Outward Manifestations, 2015, installazione multischermo, HD, colore, son., 10’. Partitura sonora Belfi Rocchetti_Ambrosio 1.1-10Mi sembra di capire che la costruzione della parte acustica dell’opera sia avvenuta in un processo di azione e retroazione: i suoni di archivio dell’artista sono stati input di base ai quali tu e Belfi avete risposto con composizioni ad hoc. Ci vuoi raccontare qualcosa in più rispetto a questo processo creativo?
Esatto, è stato un dialogo a distanza, sia spaziale che temporale. Con suoni d’archivio che dialogavano con improvvisazioni live o con il nuovo lavoro in studio. Incorporare le nuove sonorità è stato un processo naturale, Aldo a modo suo è stato un avanguardista anche a livello audio. Alcune “colonne sonore” dei suoi video sono assolutamente in linea con le sperimentazioni sue contemporanee, che sono uno dei punti di riferimento sia miei che di Andrea Belfi. Esistono tre differenti versioni del pezzo, abbiamo scelto la versione con meno riferimenti diretti ai suoni originali.

Aldo Tambellini Study of Internal Shapes and Outward Manifestations, 2015, installazione multischermo, HD, colore, son., 10’. Partitura sonora Belfi Rocchetti_Ambrosio 1.1-6

Hai dichiarato prima che senti le opere di Tambellini come la “versione visuale del tuo lavoro”. Potresti raccontarci qualcosa in più di questa rara sinergia?
Credo si tratti di una sedimentazione. Le immagini si depositano e accumulano una sull’altra come i suoni si affiancano e sommano. L’aspetto che ci accomuna di più probabilmente è il sapore analogico di base dei lavori ed una certa “semplicità” di mezzi. Entrambi catturiamo porzioni di memoria e le lasciamo sedimentare una sull’altra creando nuove narrazioni.

Codice Italia
a cura di Vincenzo Trione

9 maggio – 22 novembre 2015

Padiglione Italia
56. Esposizione Internazionale d’Arte
  – La Biennale di Venezia

Arsenale, Tese delle Vergini, Venezia

Info: www.codiceitalia2015.com

 

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