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CALICE LIGURE (SV) | Galleria Punto Due | 23 giugno – 18 luglio 2012

Intervista a OPIEMME di Francesca Di Giorgio
Si consiglia l’ascolto di Hedflux – Introversion

Opiemme. L’acronimo lascia dire di sé: un artista senza volto (ma con molta anima), a-partitico (ma politico dalla testa ai piedi), schivo (ma diligente comunicatore). Dalla strada, dove lavora da sempre, probabilmente non ha ripreso solo una tag (la firma degli street artist) ma quell’atteggiamento a non parlarsi addosso, ad affidare alle immagini “il lavoro sporco”: passare da un sguardo incidentale all’altro con certezza alcuna. Per questo, forse, le parole “aggiungono” e “costruiscono” (in caratteri tipografici) e, nella dimensione di un quadro, sembrano riempire vuoti e assenze: la musica che si ascolta quando si dipinge, il libro di poesie letto la sera prima, l’opera di un artista scoperto da poco o che si conosce da sempre e a cui si vuole rendere omaggio.
Quello che c’è da capire è lì sia che si guardi da vicino (insiemi di lettere che diventano parola, discorso, poesia…) sia da lontano (catene di parole illeggibili ma belle da vedere).
Proprio ora che Opiemme inizia ad avere all’attivo un bel campionario di esperienze: tutte molto diverse – reduce da un anno intenso – è tempo di rallentare per fare un passo avanti. Il risultato è la prima personale in Liguria, sua terra d’origine: allestimento molto leggibile – pochi pezzi (una decina) – una galleria (Punto Due a Calice Ligure) dall’eredità storica quanto basta per motivare un nuovo inizio…

Niente comunicato, una press preview in galleria il giorno prima dell’opening e un invito d’artista in tiratura limitata (200)… Perché questa scelta per così dire “defilata”?
Non mi girava un titolo in testa, non volevo che la mostra avesse un tema, né avere né dare aspettative. Non aggiungere troppe parole al lavoro e, soprattutto, non alimentare il solito copia e incolla giornalistico.
Il tutto mi distraeva, mentre volevo concentrarmi e trovare la passione nel fare che avevo all’inizio, e più estetica in queste immagini a parole. Gli inviti fatti a mano sono andati in quel senso, una fatica piacevole.
Così è andata anche la scelta di avere come sottofondo la musica dell’inglese Hedflux, che ha fatto da colonna sonora al nascere dei miei ultimi lavori.

Tornare nella tua terra (e per la prima volta con una personale) dopo un’annata piuttosto densa – The Others (Torino), Art First (Bologna), Road To Contemporary (Roma) e Zak gallery di Monteriggioni – che significato ha per te?
Dopo tanti anni, ammetto che sento Torino come la mia città. E mi ha fatto molto piacere che alcune persone siano venute da lì per vedere i nuovi lavori. Arrivare per la prima volta in Liguria con una personale è stato bello e rilassante, perché ho fatto i lavori inseguendo la passione dell’inizio, proprio dove è nato l’amore per letteratura, arte e poesia. È stato un caso fortuito e buono, serendipità, dopo un anno molto stimolante, e non privo di tensioni per le aspettative e le prove. Per la partecipazioni alle fiere ringrazio Gaia Pasi e Zak per aver scommesso sul mio lavoro, in Toscana ho incontrato artisti disponibili e molto interessanti come Girardi e Angelosanto.

La mostra è un mix tra i tuoi lavori a stretto contatto con la parola, e per certi aspetti più riconoscibili, con altri che sembrano preannunciare un cambio di rotta…
Sono felice ti abbia dato questa impressione. Non penso si vedrà un netto e improvviso cambio di rotta, almeno credo, guardando il quaderno dei bozzetti.
Inizialmente a Calice doveva arrivare il terzo capitolo di Senza Bandiere, però il cervello friggeva alla vista di riflessioni socio-politiche. Così ho scelto di abbandonare una stretta selezione dei lavori a tema sociale e di fare quello che mi passava per la testa. Ogni cosa. Sono usciti lavori come Out of Here – ispirato ai lavori di Cornell – J. Pollock was here, che è stato un gioco piacevole e rilassante.

Oltre all’omaggio dedicato ai famosi “nodi” di Scanavino (simbolo di un periodo d’oro dell’arte calicese) si intravedono, come hai già detto tu, altri riferimenti ad artisti contemporanei che, insieme a poeti e letterati, tornano ciclicamente… Come entrano nella tua ricerca queste grandi figure della storia dell’arte e della cultura?
Nel 2009 a Milano ho visitato una bellissima mostra di Roy Lichtenstein, Meditations on art, incentrata sui suoi rifacimenti di altri artisti. Sono rimasto affascinato, e devo dire che è stato il suo lavoro a ispirarmi il remix dell’Onda di Hokusai (The Great way of Kanagawa, Hokusai Remix, 2010).
Quando gli spunti sono forti mi piace sottolinearli. E mi diverte fare remix di altri autori a parole, siano essi artisti visivi che poeti. È un’occasione di crescita e riflessione ed è interessante il parallelo con la musica elettronica dove i remix sono comuni. Il tributo a Scanavino è nato grazie alla galleria Punto Due. A Siviglia il gallerista di Weber-Lutgen mi invitò a considerare la possibilità di presentare un lavoro specifico per una galleria che avrebbe ospitato una mia mostra. Ho fatto tesoro di quel consiglio. L’omaggio a Scanavino è una celebrazione della Liguria: Scanavino, accompagnato dalle parole di Montale, “Meriggiare pallido e assorto”, e il tutto messo assieme da Opiemme, 100% IGP.

You can’t eat culture (“Con la cultura non si mangia” per citare la celebre frase di Tremonti) è, forse, il pezzo più “strutturato” in mostra: coniuga i tanti aspetti del tuo lavoro, dall’uso della parola come elemento grafico (e di senso), alla forza nella composizione di elementi differenti… Torna la tematica sociale che caratterizza anche molti dei tuoi interventi urbani. Abbiamo capito che non ti piacciono le etichette ma come si sente oggi Opiemme rispetto alla sua ricerca? Riesci a vivere di cultura?
La televisione ci ha cresciuti a “sesso e calcio” e a poca decenza generale. Cosa che si rispecchia nella frase infelice di Tremonti. Tutte le riflessioni che avrei potuto fare in una mostra Senza Bandiere sono riassunte in questo lavoro. Ci sono ruoli in cui le dichiarazioni vanno soppesate, perché non si rappresenta solo se stessi, eppure nel nostro paese sembra essere svanita la vergogna, e con essa la dignità, e molti altri valori.
Il titolo Senza Bandiere, è una metafora della perdita di punti di riferimento, e quindi di valori comuni.
Come mi sento? Un po’ più consapevole sul mio lavoro, conscio che c’è tanta strada da fare e con tanta voglia.
Riesco a vivere di cultura, se l’arte e quello che faccio sono ancora considerate cultura. Posso comprare il tempo e il pane che mi servono a crescere e, se avrò questa continuità, un giorno capiremo di che si potrà parlare rispetto alla mia ricerca. Ho sentito tante cose e quel che faccio è così a metà fra i generi che comprendo le categorizzazioni: street artist, poeta di strada, prosecutore della poesia visiva, typography art, performer… E ci stanno tutte. Solo che se parlo del mio lavoro, ho piacere a non limitarlo. Mi sento artista e scrittore. Per rinchiudermi in due macro categorie.

Sei da poco tornato dalla Spagna per un progetto ancora top secret… Pausa estiva o stai pensando a nuove cose?
Qualcosa mi dice che la Spagna sarà nel mio futuro prossimo. La mostra sarà nella mia testa fino alla chiusura, e come si confà all’estate è tempo di dipingere, il più possibile e far sorridere i passanti. Cercherò di fare più interventi pubblici che posso in Italia e all’Estero. Vorrei tornare ad Imperia, e fare un lavoro per il libro Il Muro di Marco Vallarino, ma il progetto MuridAmare è fermo per lo stato dell’amministrazione comunale. Sto pensando ad una prossima mostra, perché ho voglia di provare e fare altri quadri, con lo stesso spirito con cui ho lavorato alla Punto Due. Intanto, sabato 7 luglio, con l’anteprima del Varigotti Festival e, il 13 luglio, con una notte bianca, sarà come avere altre due inaugurazioni. Magari aggiungerò qualcosa alla mostra in corso.

Opiemme

Galleria Punto Due
piazza IV Novembre 7, Calice Ligure (SV)

Info: +39 346 6292285 (Daniele Decia)
galleriapuntodue@gmail.com
http://puntodue.tumblr.com/
www.facebook.com/opiemme
www.opiemme.com

Orari: da giovedì a domenica 17.00/20.00
Sabato 17.00/22.00

Su appuntamento chiamando +39 349 6013724 | +39 346 6292285

23 giugno – 18 luglio 2012

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