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BOLOGNA | Galleria Fantomars | 23 febbraio – 8 marzo 2013

Intervista a NICOLÒ PELLIZZON di Valeria Barbera

Veronese, classe 1985, Nicolò Pellizzon ha pubblicato Lezioni di Anatomia con la GRRRžetic Editrice: un esordio sensuale e inquietante che attinge all’immaginario alchemico ed esoterico, ambientato nella Torino di fine Ottocento.
A BilBOlbul racconterà il suo lavoro e inaugurerà la sua seconda personale, Teatro Anatomico, alla Galleria Fantomars di Bologna.

Come inizia la tua storia nel mondo del fumetto e dell’illustrazione e quali sono i tuoi autori di riferimento oggi?
Anche se all’accademia dipingevo già dei fumetti su tela, sembra sia iniziata solo nel 2009 con i primi fumetti “veri” (nel senso che avevano i balloons) e con qualche lavoretto di illustrazione, dopo aver deciso di non fare più né il fotografo né il grafico. Ho poi pubblicato su quattro numeri di “Animals” e nel 2010 ho iniziato a collaborare con “G.I.U.D.A”.
Oggi seguo molto Johnny Negron, Roman Muradov, gli autori di Nobrow e copio le idee ai SuperAmici e alle ragazze di Teiera che, come non mi stanco mai di dire, sono i gruppi più ingranati del nostro Paese oggi.

In Lezioni di Anatomia la sensazione perturbante diffusa è legata, credo, all’unirsi della scienza, che pretende di essere esaustiva, con l’impossibilità di spiegare tutto. Nel tuo libro queste due posizioni contrapposte sono “interpretate” dai protagonisti, Lorenzo e Lorena. Puoi raccontarci questo contrasto che caratterizza il tuo lavoro?
Mi sono reso conto di questa impossibilità rappresentativa disegnando le prime tavole anatomiche. Il corpo conserva una carica vitale fino a che mantiene il suo aspetto quotidiano. Negli atlanti anatomici, il corpo sezionato è perturbante per via di questa residua vitalità, contraddetta dalla sua dissezione che percepiamo come un atto violento (e non tecnico-illustrativo) poiché ne avvertiamo la sacralità. Questo contrasto è accentuato da valori emotivi, come la sensualità (che ad esempio ho trovato nei manga ero-guro, una delle mie prime ispirazioni), che non possono essere separati da esso. La forza perturbante delle immagini del libro nasce da questo profondo contrasto.
Come per le immagini caratterizzanti della storia, che usano la contrapposizione emotiva come enzima per aumentare l’efficacia delle immagini, tutto il libro è ricamato attorno al dualismo, e l’unione degli opposti.

Oggi si è diffuso l’uso di simboli esoterici nella grafica, nell’arte… quasi una sorta di moda. Che genesi e che funzione hanno nella tua opera?
Uno dei motivi per cui Lezioni di Anatomia sta avendo successo è perché è un libro contemporaneo. L’alchimia e l’esoterismo sono state mie passioni adolescenziali che hanno trovato uno sbocco nel libro, non avevo pensato, per quanto sia possibile crederci, che fossero diventati una moda. Comunque nella moda non vedo niente di male. Anzi, i fumetti avrebbero bisogno di essere un po’ più ”fighi” in questo senso. Sulla funzione visiva dei simboli esoterici spesso mi sono state fatte le domande sbagliate: tutti si aspettano che ci sia un messaggio nascosto nel libro. Una chiave di lettura univoca. La storia principale è archetipica, comprensibile e intuibile, apparentemente priva di segreti, ma fa emergere altre chiavi di lettura, alcune inserite con consapevolezza e altre che creano domande invece di dare risposte. I simboli sono tratti dagli elementi della storia e acquisiscono una valenza (alcuni prettamente pratica, come la distillazione alchemica dell’acqua) se contenstualizzati nella scansione temporale che, pare interrompersi nei capitoli di illustrazione, ma che è fondamentale nelle ultime tavole del capitolo sull’anatomia. Le tavole illustrate sono infatti un approfondimento e un ramificarsi della trama principale, non sono slegate da essa: si compenetrano in profondità, dove c’è il perturbante senza fine.

Lezioni di Anatomia ci restituisce un immaginario originale che distingue il tuo lavoro, ma non sei preoccupato che ciò diventi la tua cifra stilistica?
Non lo sono, è normale che un’ambientazione forte influisca sull’idea che il lettore si fa dell’opera e dell’autore. Sta a me dimostrare che so fare anche altre cose. I nuovi disegni, ad esempio, sono pieni di colori, come lo era la copertina dell’edizione speciale di Lezioni di Anatomia. Il prossimo libro (ognuno dei due a cui sto lavorando) è ambientato ai giorni nostri anche se è ugualmente misterioso. In realtà io sono molto diverso da come ci si potrebbe aspettare dall’autore di un libro così.

A Bologna inauguri la personale Teatro Anatomico: com’è il tuo rapporto con questa diversa modalità di fruizione delle tue tavole?
Anche se per me l’opera finale resta sempre il libro, la mostra alla Galleria Fantomars pone l’accento sull’aspetto produttivo di Lezioni di Anatomia: esporre le tavole originali e le fotografie è un modo per raccontarne il processo mentale e creativo. Penso che le mostre di fumetti dovrebbero essere così, spesso mi è capitato di vederne molte con stampe ingrandite, pregevoli, ma inutili. Spero di riuscire nell’intento perché gli allestimenti sono una fatica (fisica) a cui non sono abituato, io, ameba sedentaria che beve tè e brandy.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Credo che se trovassi un editore interessato potrei ancora uscire con un nuovo libro a Lucca Comics il prossimo novembre, ma certe cose dipendono anche dal destino. A breve vorrei iniziare a disegnare nuove pagine. Sono decisamente pronto. Anzi, finita l’intervista lo faccio.

Lezioni di Anatomia
Con NICOLÒ PELLIZZON
Intervengono EMIDIO CLEMENTI e LEO MANTOVANI

MODO INFOSHOP
via Mascarella 24/b, Bologna

Venerdì 22 febbraio 2013

Info: www.modoinfoshop.com

Nicolò Pellizon. Teatro Anatomico
Nell’ambito del festival del fumetto BilBOlbul

Galleria Fantomars
Via de’ Marchi 23,
Bologna

23 febbraio – 8 marzo 2013
Inaugurazione 23 febbraio, ore 19.00

Info: www.bilbolbul.net
www.fauces.it
www.grrrzetic.com

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