Non sei registrato? Registrati.
MONZA | Cappella della Villa Reale | Fino al 14 gennaio 2018

di MATTEO GALBIATI

La Cappella Reale della Villa Reale di Monza ha riaperto i battenti accogliendo una mostra particolarmente suggestiva in cui si propone un intrigante dialogo tra le opere di due artisti distanti tra loro alcuni secoli: protagonisti del progetto sono, infatti, Giovanni Francesco Guerrieri (1589-1657) e Gianluca Quaglia (1978).

Giovanni Francesco Guerrieri, La Vergine con il Bambino e Sant'Anna, 1627, olio su tela, 152x98 cm, Cattedrale, Fossombrone (PU)

Giovanni Francesco Guerrieri, La Vergine con il Bambino e Sant’Anna, 1627, olio su tela, 152×98 cm, Cattedrale, Fossombrone (PU)

Potrebbe sembrare un azzardo accostare la Vergine con il Bambino e Sant’Anna (1627) del Guerrieri, opera ex-voto commissionata nel 1627 dalla famiglia Brollini per la loro cappella nella cattedrale di Fossombrone, con il suo stile dichiaratamente caravaggesco all’intervento installativo, ridotto all’essenziale, di Quaglia; eppure, le tre opere presenti nella quinta settecentesca di questo antico luogo di culto trovano una reciprocità silente e avvolgente che accompagna lo sguardo interrogativo dello spettatore a scrutarne l’essenza intima e profonda. Se il luogo ci avrebbe potuto indurre ad una parziale interpretazione della tela del Guerrieri, fondando la nostra lettura sul binomio immagine sacra-luogo di culto, la presenza di Quaglia ci spinge, invece, con una prospettiva di indagine e conoscenza completamente laica, ad un’amplificazione ulteriore dei significati che rimangono quasi impronunziabili nella contingenza dell’apparenza con cui si dichiarano a noi. I due artisti mettono in luce entrambi aspetti che, se fossero separati, perderebbero di quella coesione e di quella potenza che la loro vicinanza permette e che la loro reciprocità avvantaggia e favorisce: scrutare il mistero, attraversare il visibile per penetrare nella profondità di un infinito insondabile.

Giovanni Francesco Guerrieri Gianluca Quaglia. Il miglior posto. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa, veduta della mostra, Cappella della Villa Reale, Monza

Giovanni Francesco Guerrieri Gianluca Quaglia. Il miglior posto. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa, veduta della mostra, Cappella della Villa Reale, Monza

Il sacro – del luogo e del Guerrirei – è l'”ambiente” in cui lo spettatore deve entrare per raggiungere il miglior posto offerto dall’installazione di Quaglia: una pedana rialzata che ci “solleva” o, meglio, eleva, non solo fisicamente, ma anche metaforicamente, dalla nostra realtà, obbligando la nostra vista a spostare il suo asse intimo fino ad osservare l’opera seicentesca secondo una nuova prospettiva fisica e di senso. Ecco, allora, che gli interventi dei due artisti si armonizzano e si sintonizzano su una stessa lunghezza d’onda che spinge l’ammirazione verso i territori dell’imperscrutabile. Se da una parte, però, abbiamo le certezze dettate dal mistero della fede, dove il divino entra in contatto con l’uomo e se ne fa intercessore, dall’altra i cosmi proposti da Quaglia, sospesi tra luce incipiente e stellare e un buio siderale denso e senza fine, ridisegnano il potere di un’immaginazione che, attingendo e corroborandosi con la spiritualità sacra, proietta lo sguardo verso altre tensioni d’infinito.
La Cappella della Reggia monzese genera uno spazio dentro lo spazio; qui si edifica un luogo di raccoglimento e meditazione che vuole favorire e riverberare la bellezza dell’imponderabile di cui, con codici differenti, entrambi gli artisti descrivono l’itinerario del nostro pellegrinare: un viaggio di osservazione, di analisi, di apparizioni e conoscenza verso la cui meta lontana l’uomo tende da millenni. Antico e contemporaneo si ritrovano e si rinvigoriscono uno con l’altro attraverso la misura esatta di un’estetica potente, raffinata, ma mai ostentata, capricciosa o irriverente. Tutto si concilia nell’armonia e nella solennità di un bello silenzioso, che riporta dignità e forza al valore di uno spirito capace di ritrovare il suo sguardo teso ad un orizzonte lontano.

Gianluca Quaglia, Sappiamo solo ciò che possiamo imparare (luce), 2017, colla per affissioni, stampa digitale su carta, grafite argentea in polvere, legno 140x140x4 cm + 5 elementi cubici 4x4x4 cm

Gianluca Quaglia, Sappiamo solo ciò che possiamo imparare (luce), 2017, colla per affissioni, stampa digitale su carta, grafite argentea in polvere, legno 140x140x4 cm + 5 elementi cubici 4x4x4 cm

Dietro la mostra abbiamo la regia dell’ottimo Antonio D’Amico che, con la sicurezza dello storico esperto e capace, ha fortemente creduto in questo progetto che non solo sa generare un perfetto connubio (non facile) tra estetica antica e contemporanea, ma riesce anche ad impegnarsi eticamente: la mostra, infatti, si propone di raccogliere fondi (con la vendita del catalogo, pubblicazione ricca di preziose testimonianze critico-scientifiche di importanti studiosi italiani) da devolvere in favore del restauro delle opere d’arte di Fossombrone (paese natale di Giovanni Francesco Guerrieri) gravemente danneggiate dal terremoto che ha colpito il centro Italia.

Giovanni Francesco Guerrieri Gianluca Quaglia. Il miglior posto.
Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa Reale di Monza
a cura di Antonio D’Amico
con il contributo di Regione Lombardia, Comune di Monza
prodotta da Reggia di Monza, Opera d’Arte
in collaborazione con Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola
catalogo Silvana Editoriale con i contributi scientifici di Stefano Papetti, Michela Gianfranceschi, Renzo Savelli, Marco Luzi, Giancarlo Lacchin, Lorenzo Madaro, Antonio D’Amico

29 novembre 2017 14 gennaio 2018 

Cappella della Villa Reale
Viale Brianza 1, Monza

Orari: da martedì a venerdì 14.00-18.00; sabato e domenica 10.00-18.00; chiuso 1 gennaio 2018
Ingresso gratuito

Info: +39 02 45487400
www.operadartemilano.it
www.reggiadimonza.it

Condividi su...
  • 35
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •