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MILANO | Banca Sistema | 9 febbraio – maggio 2017

Intervista a MICHELA PICCHI di Francesca Di Giorgio

«Che sia un muro, una collezione per un brand, o uno show in galleria» il mondo di Michela Picchi è la traduzione di idee, sogni e tanta musica. Un universo molto colorato di matrice pop: soggetti “semplici”, pochi particolari, una palette di colori accesa che costruisce letteralmente l’immagine e definisce la sua cifra stilistica.
Stars, la mostra a cura di Rossella Farinotti, che apre questa sera da Banca Sistema a Milano, è frutto dell’ultimo anno di lavoro tra Berlino (dove l’artista, classe 1987, di origine romana, vive e lavora), Cleveland e Milano. Un ritorno in Italia, quindi, che porta con sé, per la prima volta, un corpus di lavori sempre più svincolati dai collage e dalle illustrazioni vettoriali degli esordi e sempre più vicini nel toccare i confini tra illustrazione, grafica e art direction…

Michela Picchi, We Are All Made of Stars, murale, 50x5 m., 2016, Cleveland. Progetto realizzato per la Creative Fusion Art Residency, Cleveland Foundation. oto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Michela Picchi, We Are All Made of Stars, murale, 50×5 m., 2016, Cleveland. Progetto realizzato per la Creative Fusion Art Residency, Cleveland Foundation. oto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Iniziamo da quella tigre, alle tue spalle, nel ritratto…
Quello ritratto parzialmente nella foto è il wall di quasi 50 metri che ho disegnato a Cleveland, progetto parte della Creative Fusion Residency sponsorizzato dalla Cleveland Foundation. Sono state un totale di 70 ore di lavoro e 10 giorni molto intensi, è stato un bellissimo primo progetto di residenza.

Come sei arrivata alla Cleveland Foundation?
A dire il vero è la Cleveland Foundation che è arrivata a me, dopo aver visto il mio TedxTalk del 2015 a Taipei. È una residenza strettamente ad invito, quindi non ci sono application online da poter fare per accedervi. Mi sento molto onorata per essere stata “trovata” ed invitata, per me ha significato moltissimo essere lì e sviluppare per 3 liberamente tutti i progetti che ho portato avanti, dal muro alle tele, ai tappeti che ho prodotto proprio in America.

Veduta della mostra Michela Picchi "Stars", Banca Sistema, Milano. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Veduta della mostra Michela Picchi “Stars”, Banca Sistema, Milano. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Quanta componente “street” c’è nei tuoi disegni…
Non sono una street artist, anche se ho avuto occasione di dipingere muri privati e pubblici. La strada entra nel mio lavoro più come supporto su cui poter sviluppare i miei temi in grande, per il pubblico. Ciò che mi interessa è mettere al centro la mia comunicazione e la mia produzione, seguendo gli iter che di volta in volta mi si presentano. Ogni progetto è bello perché diverso ed è una sfida a sé stante: che sia un muro, una collezione per un brand, fino uno show in galleria. L’importante per me è cercare di non scendere a compromessi potendo esprimermi e sperimentare liberamente.

Quando ho visto la tua tigre in realtà ho pensato subito al mondo del circo… Esiste un legame?
Per fortuna no: le mie tigri godono della libertà.

Ci parli del tuo studio a Berlino?
Sono in un momento di transizione, sto cercando un nuovo studio e più grande del precedente. Vorrei avere più spazio per lavorare contemporaneamente su più tele; una luce migliore con cui dipingere e diversi spazi dove creare cose differenti: dalle tele alla ceramica, a qualsiasi altro mi venga in mente di produrre.

Michela Picchi, As above so below, 2016, acrilico su tela, 170x170 cm. Collezione privata Banca Sistema

Michela Picchi, As above so below, 2016, acrilico su tela, 170×170 cm. Collezione privata Banca Sistema

I colori e i soggetti hanno lo stesso peso per te?
È l’interazione tra i due che funziona ai miei occhi. I colori sono parte integrante dei soggetti, e viceversa: permettono alla composizione di bilanciarsi sia dal punto di vista cromatico, che di forme. Non ho mai pensato ai colori ed ai soggetti con una vita separata, ma sempre come un unico nucleo.

Michela Picchi, La Femme d’Argent, 2016, acrilico su tela, 76x102 cm. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Michela Picchi, La Femme d’Argent, 2016, acrilico su tela, 76×102 cm. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Come hai iniziato a collaborare con i brand Fendi, Nike, Pull & Bear, Converse, Vice, BG Berlin, Bosco Berlin, American Express, Girl Effect e Avaaz. Ci puoi raccontare qualche particolare in più su queste collaborazioni e come hanno contribuito a far crescere la tua ricerca artistica?
Queste collaborazioni fanno parte di un ciclo di collaborazioni artistiche rivolte al commerciale. Oggi giorno sempre di più Art Directors e Creative Director, ad esempio, fanno ricerca nel web ed accadono sempre di più queste collaborazioni tra brand ed artisti multidisciplinari che posso essere declinati nella vita di un brand. Dal 2016 ho iniziato a selezionare accuratamente con il mio managment a Londra (Pocko London), le collaborazioni commerciali che mi vengono sottoposte perché vorrei fare solo progetti dove ho veramente la possibilità di esprimermi artisticamente come Michela Picchi. Il resto non mi interessa. Direi dunque che è la ricerca che un artista sviluppa che influenza il commerciale molto spesso.
A brevissimo, ad esempio, uscirà una mia collaborazione worldwide “Michela Picchi x Adidas Spring – Summer” con una maglietta speciale per Berlino, la città dove vivo. È stato uno di quei progetti molto belli perché il team mi ha dato completa liberà espressiva a 360°.

Come entrano nel tuo lavoro, invece, il mondo della musica e del cinema?
Sicuramente la musica è una presenza costante del mio processo di creazione, ed ogni quadro è accompagnato dalla stessa canzone/canzoni quasi in loop fino alla fine. Mi piace creare anche un’identità musicale delle opere che faccio. Il cinema lo è non a livello d’ispirazione, ma più per compagnia quando non ascolto musica mentre dipingo. Per tutte le ore che passo in studio, penso di essermi divorata ad oggi tutte le serie possibili da guardare, e veramente tantissimi, tantissimi film.

Michela Picchi, Stars, 2016-2017, tappeto a muro intessuto, 138x180. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

Michela Picchi, Stars, 2016-2017, tappeto a muro intessuto, 138×180. Foto: Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema

La mostra da Banca Sistema rappresenta il tuo ritorno in Italia e l’occasione per esporre in anteprima i tuoi lavori pittorici su tela… Perché Stars? Un titolo molto pop…
STARS, curata da Rossella Farinotti per Banca Sistema, è il risultato di anno di produzione, crescita, ricerca ed evoluzione come artista. È una mostra molto carica emotivamente per me ed è come se fosse il riflesso della mia natura come artista, poliedrica e multidisciplinare. Ho voluto esporre delle cose molto diverse tra loro, partendo dagli sketch originali delle varie opere presenti in mostra e non, alle tele realizzate nel periodo americano, ai tappeti, anche quelli prodotti in America, dalle stampe (periodo 2013/2015), fino ad arrivare ad una serigrafia edizione limitata di 23. Un totale di 54 opere distribuite in un percorso suddiviso tra i due piani della Banca. Le stelle sono parte di una bellissima visione che ho avuto prima di partire per l’America, oltre che identificarsi con uno dei simboli del pop americano.

Michela Picchi. Stars
a cura di Rossella Farinotti
catalogo vanillaedizioni

9 febbraio – maggio 2017

Banca SISTEMA
Corso Monforte 20, Milano

Info: +39 02 802801
www.bancasistema.it

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