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MILANO | Fondazione Mudima | Fino al 10 novembre 2017

di CRISTINA CASERO

La Fondazione Mudima ospita un’interessante e originale mostra di Nanni Balestrini, poeta, artista e intellettuale. In realtà, non si tratta di una semplice mostra bensì di un omaggio, o meglio di una riflessione condotta nella prassi, in occasione del centenario dell’Ottobre Rosso.

Nanni Balestrini, Olga Rozanova, Suprematismo, 1916-17, “Non c’è una fine le rivoluzioni sono infinite” Zamyatin

Nanni Balestrini, Olga Rozanova, Suprematismo, 1916-17, “Non c’è una fine le rivoluzioni sono infinite” Zamyatin

Nei locali della fondazione milanese, infatti, Balestrini ha esposto una serie di lavori realizzati secondo una pratica che da anni ha incarnato nel migliore dei modi le sue intenzionalità teoriche ed espressive. In questo caso, egli scelto alcune opere degli artisti che furono protagonisti di quel vivace clima culturale, ideologico e politico che ha preceduto in Russia la Rivoluzione del 1917 e su di esse è intervenuto secondo uno dei procedimenti più tipici del suo fare: sovrapponendo al linguaggio visivo quello verbale, ha inserito sulla superficie dell’immagine dei “ritagli” di parole che, seppur posti liberamente, compongono frasi emblematiche e significative per quel contesto, che fungono quasi da chiavi di lettura, utili per una nuova e più piena interpretazione di quelle opere. Poiché, come ha ricordato lo stesso Balestrini, la scrittura nasce come atto visivo, egli si muove sui due binari, non paralleli ma convergenti, della scrittura e delle immagini e lo fa provocando delle frizioni che, sul piano di una dinamica tesa, si risolvono in una dialettica fertile, in un vicendevole accrescimento di senso.
La sovrapposizione dei linguaggi, infatti, consente una frattura delle tradizionali possibilità di lettura di entrambi e quindi favorisce un’apertura ulteriore a livello di senso. Il significato più profondo delle immagini, che va oltre la loro lettura strettamente iconografica ma anche il loro valore simbolico, viene infatti amplificato da questo procedimento e spinto in una più aperta dimensione – poetica, ma non per questo meno incisiva – dalle scritte, frasi esplose sulla superficie, che nel darsi in una loro inedita fisicità, contribuiscono ad offrirne una lettura più articolata e profonda.

Nanni Balestrini, Kazimir Malevič, Ragazze nel campo, 1928-29, “La mia rivoluzione” Majakovskij

Nanni Balestrini, Kazimir Malevič, Ragazze nel campo, 1928-29, “La mia rivoluzione” Majakovskij

Così, anche la matrice sottilmente concettuale che è sottesa a questi interventi, nei quali implicitamente l’autore conduce una riflessione sui linguaggi e sulle dinamiche che ne regolano i rapporti, si risolve in una pratica, in un fare, in una comunicazione che vuole incidere direttamente nella realtà, coinvolgendo il “lettore” in un’esperienza che va oltre l’abituale fruizione delle immagini e dei testi, i quali certamente non sono concepiti dall’autore semplicemente come strumenti di illustrazione del reale o della storia.
Questa mostra, per altro, è un omaggio di Balestrini all’arte dell’Avanguardia russa, ad artisti che rappresentano i suoi punti di riferimento: tutta la sua ricerca, infatti, guarda non soltanto allo spirito di quelle operazioni, ma anche a quella tensione interdisciplinare che le caratterizzava e che ha contribuito a rinnovare profondamente il linguaggio artistico del Novecento.

Nanni Balestrini. Ottobre rosso
a cura di Gianluca Ranzi

Fondazione Mudima
Via Tadino 26, Milano

25 ottobre – 10 novembre 2017

Orario: da lunedì a venerdì 11.00-13.00; 15.00-19.00
Ingresso libero

Info: +39 02 29409633
info@mudima.net
www.mudima.net

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