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GENOVA | Palazzo Ducale | 14 febbraio – 8 giugno 2014

di Luisa Castellini

In una delle teche, eccolo, Morire di classe. Edizione originale, s’intende. Le parole, destinate a cambiare o almeno cercare di farlo, il mondo, sono di Franco Basaglia e Franca Ongaro. Le immagini, consapevoli che prima di cercare di cambiarlo, quel mondo, bisognava raccontarlo come solo la fotografia, atto testimoniale per eccellenza, può fare, sono di Gianni Berengo Gardin e di Carla Cerati. Il resto è storia e aimè, per quanto riguarda gli ex-manicomi, ancora in parte da scrivere. Siamo a Palazzo Ducale, a Genova, e quasi duecento immagini sono pronte a lasciare spazio al nostro sguardo. Perché quando un fotografo è tale, leggi Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), sa fare un passo indietro per lasciarci credere, anche se lui dietro l’obiettivo c’è ovviamente sempre stato, di essere stati lì pure noi. Perché la magia della fotografia, quell’illusione che la porta in secondo piano, benché protagonista, facendoci dimenticare della sua stessa presenza, è proprio questa. Una certa grande generosità che sta nell’abnegazione. Nel fare quel passo indietro (almeno nelle mani di questo suo grande interprete) per lasciar guardare e magari capire anche noi.G.Berengo Gardin, Lavoratori al porto di Genova, 1988 – Immagine GUIDA © 2014 Gianni Berengo Gardin/ContrastoLa mostra personale Storie di un fotografo curata da Denis Curti (Vicepresidente di Forma e Direttore artistico della Casa dei TRE OCI a Venezia) rispetto alla prima tappa milanese, si offre al pubblico con una bella sezione dedicata a Genova, dove il nostro è tornato spesso e anche su invito di un altro ligure d’eccezione quale è Renzo Piano, accarezzando volentieri lavoro e volti di quel porto da cui tutto nasce e continua ad essere. Il lavoro attraversa – preceduto dal passaggio, forse non casuale, tra gli scatti dedicati alla religiosità – tutta una lunga parete dell’esposizione.

G. Berengo Gardin, Renzo Piano e il suo studio, Genova, 1991 © 2014 Gianni Berengo Gardin/Contrasto
Dall’altra ancora l’Italia, con tante storiche immagini. La macelleria con tutta quella fiera mostra di suini quasi ancora sorridenti. Gli splendidi, edonistici ma destinati alla fine, anni ’80 di via Montenapoleone senza esclusione di tacchi e pellicce. Poco prima, anni ’60-’70, un paio di vigili ci stregano. Il primo perché compie inconsapevolmente con le braccia una mossa uguale a quella di un altro paio di braccia su un cartellone pubblicitario. E noi, complici del fotografo che ha colto questo attimo di una bellezza quotidianamente irripetibile, sorridiamo grati ancora dopo quarant’anni. Il secondo vigile, correva il 1959, ci incanta perché invece sembra un gigante mentre si avvicina, forse per redarguire, una prima piccola e bassa utilitaria. Altro che Suv. Che bella era l’Italia verrebbe da dire, anche guardando le case, una delle sezioni centrali dell’esposizione che si godono a zig zag, se non fosse, là in fondo, per quelle crudeltà, anch’esse quotidiane, dei manicomi.

G. Berengo Gardin, Venezia, 1960 © 2014 Gianni Berengo Gardin/Contrasto

Ancora qualche passo e il viaggio in Italia però prosegue. I baci: indimenticabile quello sotto i portici, a Venezia. Così come, sempre in Laguna, quel vaporetto tutto specchi e sguardi che non lascia scampo al fiato. Per non parlare di quella corsa in piazza san Marco che è tutta un’alzarsi di colombi e quella musica che solo un maestro della fotografia come Gianni Berengo Gardin può riuscire a farci ascoltare in un b/n dal grammofono su quella spiaggia di Malamocco del Lido. E poiché qui in poche righe altrettante poche parole hanno già evocato tante sue note immagini forse di lui già si è detto quanto conta. I nostri ricordi, il nostro immaginario, il modo in cui amiamo pensarci e raccontarci a scriverlo è stato lui più di noi. E questo, come nel migliore dei ritratti, è forse il gran segreto.

Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo
a cura di Denis Curti

14 febbraio – 8 giugno 2014

Palazzo Ducale – Sottoporticato 

Piazza Matteotti 9, Genova

Info: www.mostraberengogardin.it

 

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