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MILANO | DEP ART | 1 aprile – 10 giugno 2017

di ROBERTO LACARBONARA

L’orizzonte che s’inclina, una linea che si spezza, una superficie che si inabissa. Sono le irregolarità e le crisi della logica a rendere le opere di Mario Nigro “strutture dell’esistenza”. Strutturali, senza dubbio, perché organicamente definite entro codici ordinati e regolari; eppure precarie, aperte, irriducibili alla norma e sempre pervase da sensibilità fragili, come la solitudine, i ricordi, le stagioni.
La rigorosa mostra della galleria Dep Art, curata da Federico Sardella in occasione del centenario dell’artista toscano, illustra gli snodi essenziali dell’indagine astrattista di un autore indipendente eppure profondamente ostinato nella ricerca formale e cromatica secondo approcci di composizione musicale, concezione matematica e intensa passione ideologica: le tre principali motivazioni della pittura e dell’utopia di Mario Nigro (musicista e chimico, prima ancora che artista).

Mario Nigro. Strutture dell'esistenza, Milano, Galleria Dep Art

Mario Nigro. Strutture dell’esistenza, Milano, Galleria Dep Art

L’alternanza di segni rossi e blu, resi attraverso un ritmo controllato di linee inclinate, o l’intersezione di griglie quadrettate disposte in diversi orientamenti nello spazio del quadro, sono tutte manifestazioni di una ricerca del limite, della zona di tensione e di collisione tra ordini e strutture. Sempre refrattario nei confronti di ogni schematismo funzionale (tanto in arte quanto nella vita), Nigro raggiunge nell’astrazione una fertilissima curva filosofica, spostando l’attenzione dalla nozione ingenua di segno, come unità a sé stante, alla rete segnica di molteplici e mutevoli relazioni. In tal modo l’artista valorizza due aspetti decisivi della pittura formalista: la posizione e la differenza. Sono i cambi repentini degli orientamenti di un segno, piuttosto che la scomoda sfasatura di una verticale, a tenere sempre vivo e pulsante il ritmo delle superfici. Lo “Spazio totale”, tanto cercato in molte opere, si traduce in “spazio possibile”, somma di tutte le possibilità, perfino le più irrituali ed irritanti.

Mario Nigro. Strutture dell'esistenza, Milano, Galleria Dep Art

Mario Nigro. Strutture dell’esistenza, Milano, Galleria Dep Art

«Ti muovi dall’estremo e il tuo percorso è da quel limite invalicabile in avanti, sempre oltre», gli riconosceva Giovanni M. Accame in una conversazione del 1991 (e con grande esaustività lo studioso ripercorre nel catalogo di questa mostra le complesse analisi di Nigro). “Una zona estrema”, dunque, ma anche una zona illimitata e infinibile, sempre proiettata in un oltre spaziale in cui ogni quadro sembra proseguire.

Mario Nigro. Strutture dell'esistenza, Milano, Galleria Dep Art

Mario Nigro. Strutture dell’esistenza, Milano, Galleria Dep Art

Il confronto con analitici e concretisti, ma anche con spazialisti e cinetici, rende Nigro un autore “differente”, o meglio “della differenza”, alla Deleuze o alla Derrida. Perché la pittura non è mai solo esercizio di misura e composizione ma soprattutto accadimento problematico, drammatico, poetico e politico. E in tutto ciò l’arte si muove in costante bilico, «fra variazione e simultaneità, controllo ed emozione, razionalità e smodata passione» (Federico Sardella).
Ne sono un ulteriore “sintomo”, soprattutto i lavori più rari, le occasioni più sfuggenti, come gli “Spazi-vibrazione” o gli acquerelli “Senza titolo” o ancora i carboncini: aree di fragilità nebbiosa ed eterea dove il colore o il segno, sempre più fuori controllo, cedono alla tensione della matematica per divenire quello che – in realtà – sono sempre stati: musica, poesia, libertà.

Mario Nigro. Strutture dell'esistenza, Milano, Galleria Dep Art

Mario Nigro. Strutture dell’esistenza, Milano, Galleria Dep Art

 

Mario Nigro. Le strutture dell’esistenza
a cura di Federico Sardella

1 aprile – 10 giugno 2017

Dep Art
Via Comelico 40, Milano

Info: +39 02 36535620
art@depart.it
www.depart.it

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