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TORINO | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

di ALESSANDRA CASADEI

Venerdì 8 marzo, la presentazione della recente monografia di Giuliana Cunéaz edita da Silvana Editoriale, dal titolo Giuliana Cunéaz 3D, si è rivelata il pretesto per affrontare la cartesiana dicotomia tra mente e corpo, o meglio tra arte e scienza, nella sua accezione contemporanea.
Il volume, co-curato dal direttore artistico del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato Marco Bazzini e Lorand Hegyi, affronta la visione post-oculare nei video in 3D dell’artista dove, sotto la pelle della stereoscopia, si nascondono mondi immaginifici ispirati alle immagini ottenute dal microscopio elettronico, sulla materia.

Ospiti della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Marco Bazzini, il filosofo della scienza Giulio Giorello, lo storico dell’arte Francesco Poli e l’artista Giuliana Cunéaz hanno messo sul piatto, seppur forse inconsapevolmente, tesi opposte sul rapporto tra le due discipline.

«Mi piace pensare che le molecole possano sognare, avere una loro vita sentimentale» afferma l’artista, innescando il dubbio tra realtà e rappresentazione.
Così, se per uno i formalismi poetici della Cunéaz, rappresentano «la controparte artistica di quel che significa trovarsi in un mondo relativizzato»(1) dove basta lo sguardo dell’osservatore a generare il cambiamento del fenomeno osservato, per l’altro il lavoro segue un’estetica che «avrebbe estasiato i surrealisti» (2).

E allora chi ha ragione, Einstein o i Surrealisti? La realtà scientifica o il sogno poetico? Inaspettatamente, è il filosofo-scienziato che parteggia per l’artista nella sua accezione più antica che racchiude coloro che si occupavano d’arte ma anche gli storici, gli astronomi e più tardi gli artigiani ed i medici, mentre lo storico dell’arte preferisce tenere tutto ben separato, come due poli dello stesso segno affascinati l’uno dall’altro ma incompatibili nella tangenza.
A colpi di citazioni da Darwin a Feynman, da Einstein a Goethe, da Marco Polo a Galileo fino a Milton e Calvino è stata una lotta serrata di dissonanze e contiguità tra il processo scientifico e quello artistico. Un incontro senza dubbio interessante dove lo sguardo dell’arte forse ha peccato di troppa autoreferenzialità, lasciando alla scienza il compito di aprire la mente a nuove vedute a «quello stato di grazia che chiamiamo estetica» (3).

(1) Cit. Giulio Giorello
(2) Cit. Francesco Poli
(3) Cit. Giulio Giorello

Info: www.fsrr.org/ita/info-ed-eventi/eventi/incontri/436


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