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MONZA | Serrone della Reggia di Monza | 13 maggio – 16 luglio 2017

di MATTEO GALBIATI 

Come avvenuto per le prime edizioni, quest’anno la Biennale Giovani Monza ha fatto ritorno a “casa”, infatti, dopo aver portato l’arte nel cuore del centro cittadino, negli spazi pubblici e nelle vie della città, la manifestazione ritrova la sede del Serrone della Reggia di Monza, luogo che ne tenne a battesimo la prima riedizione nell’ormai lontano 2005.

Elena Hamerski (Forlì 1989), Piante medicinali e velenose della flora italiana, 2015-2017, polittico + libro d’artista, olio di lino, pastelli acquerellabili e carbone su carta, dimensioni variabili

Elena Hamerski (Forlì 1989), Piante medicinali e velenose della flora italiana, 2015-2017, polittico + libro d’artista, olio di lino, pastelli acquerellabili e carbone su carta, dimensioni variabili

Raccogliendo l’eredità storica, ricca e importante, della Mostra Nazionale di Pittura Premio Città di Monza che, tra gli Anni ’50 e gli Anni ’80, grazie al Rotary Club Monza, arricchì la Pinacoteca Civica di Monza con l’acquisizione nel suo patrimonio di opere di artisti ormai divenuti maestri riconosciuti come Radice, Turcato, Birolli, Raciti, Uncini e Bonalumi, la biennale monzese ripropone l’arte delle giovani generazioni di artisti emergenti sul cui futuro si scommette, provando a dar loro, in questo contesto, non solo una prima occasione di rilievo per portare all’attenzione di un pubblico ampio la propria ricerca in spazi istituzionali, ma anche di poter vedere il proprio lavoro entrare in una notevole collezione pubblica.

Béatrice Boily (Repentigny, Québec, Canada 1994), French Braided Earth, 2016, inject print su carta baritata, 180x120 cm, edizione 2/2

Béatrice Boily (Repentigny, Québec, Canada 1994), French Braided Earth, 2016, inject print su carta baritata, 180×120 cm, edizione 2/2

La settima edizione (confermato l’ambito Premio Speciale Rottapharm Biotech cui quest’anno si aggiunge anche il Premio Assolombarda Confindustria Milano Monza Brianza) si struttura con la consueta formula di 5 tutor cui è affidato il compito di invitare ciascuno 6 artisti le cui riflessioni attestino, nelle loro considerazioni critiche, una testimonianza delle istanze delle poetiche contemporanee più giovani. Quest’anno, però, c’è un elemento di sostanziale novità che vede presenti e impegnati nel ruolo tutoriale i docenti di cinque accademie di belle arti il cui ruolo li mette nella privilegiata condizione di essere a contatto con le esperienze di nuove creatività e di poter cercare e selezionare, sempre con il vincolo dell’età tenuta entro i 35 anni, uno spettro ampio ed inedito di proposte in rappresentanza di tecniche ed espressioni diverse (sempre poca la buona pittura!).

Irene Fenara (Bologna 1990), Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner (serie fotografica) 29.1x40 cm ciascuna

Irene Fenara (Bologna 1990), Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner (serie fotografica) 29.1×40 cm ciascuna

Dopo i critici-curatori delle passate edizioni, dopo aver avuto come paesi ospiti la Corea del Sud nel 2011 e l’Austria nel 2013, lo scatto di quest’anno si muove in direzione della sperimentazione, della formazione, dell’innovazione più forti concessa dalle opere di artisti-studenti, in alcuni casi addirittura ancora in corso, in altri già diplomati e attivi nel mondo dell’arte.
Questo cambiamento ha una positiva ragione nel tendere una mano all’Accademia che può, quindi, essere non solo ambiente di formazione, ma anche tramite per far avviare agli artisti la propria avventurosa “carriera” nell’arte sostenendo il loro “battesimo” pubblico in una sede prestigiosa. Del resto questa Biennale ha sempre voluto cogliere l’arte dei giovani anche se “fuori dal sistema” e se sprovvisti di gallerie che li rappresentassero.

Iva Kontić (Belgrado 1982) – Maja Maksimovic (Belgrado 1990), She under the plum tree, 2016, serie di 5 fotografie, stampa digitale, 70x50 cm ciascuna, edizione 5+2 pda; 2 libri, formato B5, edizione 10+2 pda; registrazione musicale, mp3 player, 20’, edizione 10+2 pda; performance pubblica

Iva Kontić (Belgrado 1982) – Maja Maksimovic (Belgrado 1990), She under the plum tree, 2016, serie di 5 fotografie, stampa digitale, 70×50 cm ciascuna, edizione 5+2 pda; 2 libri, formato B5, edizione 10+2 pda; registrazione musicale, mp3 player, 20’, edizione 10+2 pda; performance pubblica

Per il pubblico, allora, la visita – gratuita – al Serrone diventa momento per poter comprendere le idee, le spinte, le suggestioni, le tensioni, le tematiche e le problematiche che assolvono le opere esposte, indicando il percorso e la sensibilità intrapresa da questi talenti, ma, dall’altro canto, tale scelta porta, magari per visitatori più accorti, anche a verificare un piccolo neo: in alcuni casi si evidenziano anche le debolezze e la fragilità di un percorso di ricerca ancora tutto da strutturare si manifestano nel confronto e nella reciprocità di lettura con le opere degli altri, mettendo in luce come ancora ci sia spazio di crescita e di consolidamento delle proprie prospettive di visione e/o, in taluni casi, anche rispetto alle scelte tecniche e formali.
Forse anche questa resta una precisa sfida cui il tempo darà ragione o torto ad un giudizio magari affrettato e non troppo attento a riscontrare un valore che, nei giovani, resta sempre una scommessa proiettata nel futuro.

Biennale Giovani Monza 2017
direttore scientifico Daniele Astrologo Abadal
Comitato Premio d’Arte Città di Monza: Comune di Monza, Regione Lombardia-Cultura, Provincia di Monza e della Brianza, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Camera di Commercio Monza e Brianza, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza onlus, Università Popolare di Monza, Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza, Assolombarda

TUTOR E ACCADEMIE

Marcello Maloberti, docente di Arti visive alla Nuova Accademia di Belle Arti (N.A.B.A.) di Milano; Bruno Muzzolini, docente di video arte all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano; Stefano W.Pasquini docente di tecniche grafiche speciali presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; Davide Rivalta, docente di scultura presso l’Accademia Clementina di Belle Arti di Bologna; Cesare Viel, docente di Fenomenologia delle Arti Contemporanee, Tecniche Performative per le Arti Visive e Metodologie e Tecniche del Contemporaneo all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova

ARTISTI

Invitati da Marcello Maloberti: Martina Brembati, Byron Gago, Edoardo Manzoni, Jacopo Martinotti, Gaia de Megni, Gabriel Stoeckli (Svizzera)

Invitati da Bruno Muzzolini: Tea Andreoletti, Monia Ben Hamouda, Petra Rocca, Iva Kontic e Maja Maksimovic (Serbia), Giulia Savorani, Marco Secondin

Invitati da Stefano W. Pasquini: Elisa Bertaglia, Ilaria Boccia, Beatrice Boily (Canada), Elena Hamerski, Ottavia Plazza, Clelia Rainone

Invitati da Davide Rivalta: Barbara Baroncini, Lisa Dalfino & Sacha Kanah, Irene Fenara, Luciani Gemis, Wag Hao (Cina), Giulia Poppi

Invitati da Cesare Viel: Alessandro Bartolena, Cocis Ferrari, Silvia Giuseppone, Carlos Lalvay Estrada (Ecuador), Paola Pietronave, Annalisa Pisoni Cimelli

PREMIATI E MOTIVAZIONI

Martina Brembati, Disincanto, 2017, ferro e vernice micacea
Con una semplice scritta posata al suolo in una zona di passaggio, l’artista mette in gioco il pensiero e il comportamento dello spettatore che passando sopra al Disincanto lo supera, lo lascia alle proprie spalle. In questo modo rivive sulla propria pelle il piacere ludico dell’incanto giovanile. L’opera della Brembati è stata apprezzata per la capacità di lavorare sul concetto di soglia, di linea di confine fisica e spirituale, e allo stesso tempo per ridare vita alla magia di quell’incanto che in molti hanno smesso di credere.

Gaia De Megni, Untitled screens 002, 2017, incisione su marmo, serie di 3
Le scritte incise su delle tavole di marmo si rifanno a un immaginario cinematografico, come attesta il loro formato, riconducibile a quello dello schermo. La Giuria è rimasta colpita dalla sensibilità ambientale dell’artista che, non senza ironia, si appoggia a un impianto funebre, con le lastre incise adagiate al suolo all’insegna di un’orizzontalità eterna che contraddice la verticalità effimera delle immagini vissute dalla tradizione cinematografica. Linguaggi che si mescolano, fanno sintesi e danno luogo a un’originale soluzione poetica.

Irene Fenara, Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner, edizione 5+2 p.d.a.
Due polaroid trovate al mercato dell’usato sono state riutilizzate e manipolate, rinnovandone le possibilità espressive grazie all’uso, improprio, dello scanner che con la digitalizzazione dell’immagine ne consente la rilettura. Opera apprezzata per lo spregiudicato utilizzo creativo di strumenti tecnologici ordinari e per la capacità di rinnovare l’estetica di polaroid datate. 

Iva Kontić + Maja Maksimović, She under the plum tree, 2016, installazione multimediale
Una sequenza di cinque fotografie correlate, registrazioni musicali, una performance pubblica e i libri con i testi delle canzoni pop-folk da consultare compongono l’installazione delle artiste di origine serba, impegnate nella denuncia della condizione della donna nel loro paese. Opera premiata per il suo mordente visivo, dove l’ironia ricorre al kitsch e a una provocazione sessuale smodata, così teatralizzata da mettere in ridicolo e sotto accusa i luoghi comuni del maschilismo in Serbia e non solo. 

Carlos Lalvay Estrada, Constelación, 2016-2017, pastello inciso bianco, filo cotone bianco su carta cotone
I rapporti umani più significativi degli anni trascorsi in Italia dall’arista  ecuadoriano sono rappresentati attraverso dei nodi messi in relazione con dei fili tesi fino a formare delle vere e proprie costellazioni esistenziali. Opera premiata per la delicata vena poetica, in grado di trovare un’affinità tra le antiche geometrie siderali e quelle mondane intrecciate tra gli esseri umani, con materiali e tecniche artigianali desunti dalla propria tradizione familiare.

Jacopo Martinotti, Il divo, 2017, stampa digitale in b/n su carta fotografica, ed. unica
L’azione è immortalata nel momento topico, quando eleva sopra la propria testa la pellicola di un film, un gesto simbolico, quale quello di alzare il cinema al cielo e pratico nel mostrarlo al pubblico della mostra. Opera premiata per il piglio performativo dell’artista che è anche attore e impersona la figura del divo che, a torso nudo, richiama alla memoria la plasticità corporea di ispirazione classica.

PREMIO ASSOLOMBARDA 

Béatrice Boily, French Braided Earth, 2016, inject print fine art su carta Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth 305 gr montata su dibond, edizione 2/2
In quest’opera fotografica l’artista canadese è riuscita a coniugare più linguaggi artistici, dalla land art alla performance, dalla body art alla scultura, secondo un approccio creativo originale e ricco di spunti speculativi. Assolombarda premia Béatrice Boily per la sua sensibilità pragmatica che la vede a stretto contatto con la terra e la sua manipolazione con una resa estetica monumentale, di forte impatto visivo, non senza quel sostrato culturale tipico della tradizione creativa Nordamericana, dagli anni Sessanta ad oggi.  

PREMIO SPECIALE ROTTAPHARM BIOTECH 

L’opera Piante medicinali e velenose della flora italiana, 2015-2017, della giovane artista Elena Hamerski, unisce una tecnica raffinata, nel solco della tradizione pittorica, a una riflessione fondamentale e ancestrale sul genere umano. L’artista si ispira alle origini della cura del corpo, della medicina e agli studi scientifici, per creare una riflessione composita e contemporanea sul rapporto tra la vita e la morte. L’opera si distingue per una attività di studio e di ricerca creativa che la caratterizza attraverso l’uso di diversi linguaggi e tecniche e dimostra le qualità dell’artista nell’affrontare complesse tematiche universali. Elena Hamerski infatti con la creazione di un libro d’artista ci ricorda anche come la trasmissione della conoscenza sia una delle maniere di esorcizzare la morte.

13 maggio – 16 luglio 

Serrone della Reggia di Monza
Viale Brianza 2, Monza 

Orari: da martedì a venerdì 11.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato domenica e festivi 11.00-19.00; venerdì apertura serale fino alle 22.00
Ingresso libero 

Info: Ufficio mostre Comune di Monza
+39 039 322 086
eventiespositivi@comune.monza.it
www.comune.monza.it
www.biennalegiovanimonza.it

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