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Albissola Marina | MuDA – Museo Diffuso Albisola
Savona | Museo d’Arte di Palazzo Gavotti (collezione Milani/Cardazzo) e Museo della Ceramica
2 agosto – 2 dicembre 2018


Intervista a LUCA BOCHICCHIO di Francesca Di Giorgio

Nature, 1959-63, Bronzo Manifattura: CEAS Albissola Marina (per la ceramica) / Fonderia Battaglia Milano (per la fusione in bronzo)
Collezione Comune di Albissola Marina, MuDA Lungomare degli Artisti. Foto: Gianluca Anselmo

Chi quest’estate si troverà tra le Albisole (ufficialmente quella Marina con due “esse” e quelle di Capo e Superiore con una sola) e Savona, nella Riviera Ligure di Ponente, potrà vedere un Lucio Fontana inedito. Una mostra sviluppata su più sedi e un volume, Nascita della Materia. Lucio Fontana e Albisola – a cura di Luca Bochicchio, con la consulenza e la supervisione scientifica di Enrico Crispolti e Paola Valenti – riconnettono uno dei più noti artisti italiani del Novecento con il territorio ligure, in particolar modo, con una cittadina ancora oggi centro ceramico internazionale. Certo, siamo lontani dai fermenti artistici dell’Albissola Marina degli Anni ’50/’60 ma qualcosa sta tornando a muoversi, se pensiamo alle tante maestranze ancora attive e ai giovani artisti che la scelgono come meta di “residenza” non solo per apprendere le tecniche della ceramica ma soprattutto per rinnovarne il linguaggio. Questo dato sarebbe piaciuto a Fontana italo-argentino e albisolese acquisito (nominato cittadino onorario nel 1952), che «amava i giovani, amava la sperimentazione, la ricerca…». Poi, volete sapere come ci è arrivato Fontana ad Albisola? Leggete quest’intervista fino alla fine…

Presentare un grande artista ad un ampio e variegato pubblico. Albisola nei mesi estivi si ripopola letteralmente… Un’operazione molto “Pop” costruita con rigore scientifico: riportare Fontana dentro la cittadina ligure dove le tracce lasciate dal suo passaggio parlano di arte e vita.
Francesca, grazie per questa sintesi perfetta dei criteri che ci hanno ispirato: parlo al plurale perché siamo una squadra piuttosto nutrita, e cito qui solo i miei due “consulenti” d’eccezione, Enrico Crispolti e Paola Valenti, ma l’idea di portare Fontana di nuovo nel cuore dell’estate albisolese è frutto di confronti e discussioni avviate ben due anni fa in seno al comitato scientifico del MuDA, durante riunioni alle quali partecipava anche il sindaco, Gianluca Nasuti e la sua vice Nicoletta Negro.

Lucio Fontana con Giuseppe Capogrossi e Bartolomeo Tortarolo (Bianco) alla
festa di premiazione dei decani della Cooperativa Stovigliai, Pozzo Garitta,
Albissola Marina, anni ’50. Courtesy Archivio Giuseppe Ciarlo

Il tuo testo critico, all’interno del volume che accompagna la mostra, Lucio Fontana e Albisola, parte proprio da una fotografia di gruppo a Pozzo Garitta per restituire un’immagine viva e partecipata del rapporto che Fontana ha stretto con le persone e il territorio…
Hai centrato la questione, perché l’idea è stata proprio quella di arrivare a inaugurare la mostra nel momento più caldo dell’estate, l’inizio d’agosto, quando anche solo passeggiare per Albisola è un’esperienza giocoforza turistica e culturale: anche se il clima è cambiato rispetto agli Anni ’50/’60 (non soltanto quello meteorologico… ma anche quello in effetti), ci piaceva l’idea di celebrare un autentico “albisolese” come Fontana (cittadino onorario dal 1952), “uno di noi” appunto (va beh, io sono adottato, comunque complimenti per il titolo dell’intervista!), nella “sua” estate albisolese, quella che si vede in tantissime fotografie dell’epoca, tra lo studio a Pozzo Garitta, il lavoro nelle botteghe, il relax in spiaggia o nei caffè, ecc…
La foto di partenza del mio saggio la adoro, secondo me è significativa perché testimonia quanto Fontana fosse integrato e partecipe nelle ritualità popolari, che ad Albisola assumevano sempre quella dimensione quasi sacrale tra “alto” e “basso”: come in quel caso, durante la premiazione alla carriera dei più anziani operai ceramisti della Cooperativa Stovigliai, a Pozzo Garitta, in un caldo pomeriggio d’estate, ma c’era il sindaco Ciarlo, l’assessore Testa, moltissimi cittadini eleganti e bambini in canottiera, insieme a Fontana, Capogrossi, Luzzati, Reggiani, ecc…

Lucio Fontana davanti al suo studio a Pozzo Garitta, Albissola Marina 1957. Courtesy Fondazione Lucio Fontana

Lucio Fontana sta ai “tagli” come Albisola alla ceramica. Se manteniamo questa equazione quali sono termini e variabili di questo progetto espositivo?
Come afferma giustamente Irene Biolchini (uno degli autori dei saggi in catalogo): dici Fontana e pensi Albisola, poi ceramica, in una sorta di trinità. È un dato assodato, insomma, Fontana ha fatto ceramica ad Albisola. Ma come sempre nei nostri progetti condotti qui, in un piccolo territorio che si è trovato a intercettare davvero dei giganti della storia dell’arte moderna e contemporanea, ci siamo sentiti in dovere – dato anche il nostro ruolo scientifico, connesso a un’istituzione come l’Università di Genova e il MuDA stesso – di scavare un po’ più a fondo, di tentare quella ricostruzione, pur sempre parziale e provvisoria, della storia. E la storia di Fontana, qui ad Albisola, parte proprio dalle maestranze ceramiche. Siamo tutti felici, e pure un po’ “gasati”, dal fatto che sia stato proprio Crispolti a puntare moltissimo su questo doppio registro: da un lato la mappatura delle manifatture in cui Fontana ha lavorato, dall’altro i rapporti internazionali costruiti ad Albisola. Senza rinunciare a documentare le relazioni umane, la vita mondana, conviviale, i gossip dei giornali dell’epoca e le manifestazioni artistiche popolari.
Pochi artisti come Fontana hanno metodicamente lavorato in praticamente tutte le manifatture orientate alla collaborazione con gli artisti. O meglio, l’impressione, dai dati raccolti, è che egli fosse in molti casi un apripista, soprattutto quando (e non era raro tra gli Anni ’30 e ’50) una nuova bottega apriva i battenti. La chiave era spesso generazionale: Fontana era giovane, sempre e nonostante gli acciacchi che il lavoro da scultore e la vita attiva gli provocano, e amava i giovani, amava la sperimentazione, la ricerca, ma soprattutto il lavoro, e quando una nuova fabbrica assumeva una nuova direzione artistica oppure addirittura apriva ex-novo, ecco che Lucio era lì, con la spontaneità, il rispetto, la sincerità e la coerenza che lo caratterizzavano.
Una lettura che consiglio a tutti sono le sue lettere a Tullio d’Albisola (Mazzotti), che vanno dal 1936 al 1962: un romanzo di avventure e un saggio di storia dell’arte nello stesso tempo… Ma si capisce moltissimo del rapporto Fontana/Albisola anche leggendo le altre corrispondenze, pubblicate da Paolo Campiglio.
Da questo intreccio inestricabile tra l’uomo e l’artista, tra il territorio come espressione di maestranze ceramiche e di convivio, tra una ricerca spazialista e una festa in cortile, o a casa di Carlo Cardazzo: da qui siamo partiti per restituire al pubblico un’idea di Fontana e Albisola.

Lucio Fontana sul lungomare di Albissola Marina durante la sagra del pesce fritto, seconda metà anni ’50. Courtesy Fondazione Lucio Fontana

Quindi “quali” Fontana vedremo nelle sedi espositive dedicate a Nascita della Materia? Quali, invece, le collaborazioni con collezioni pubbliche e private?
Anzitutto va detto che la sede principale della mostra, il Centro Esposizioni del MuDA, è un singolo ambiente non molto grande, un openspace ristrutturato ad arte nel 2014 per ospitare la collezione del Comune di Albissola Marina e mostre temporanee (oltre che biblioteca, sala conferenze, ecc.). Qui abbiamo allestito una selezione di pezzi ceramici dal 1937 al 1968, che documentano quasi la totalità delle manifatture toccate da Fontana dal suo arrivo ad Albisola fino alla morte. Da notare, Fontana inizia a lavorare ad Albisola nel 1936, non nel 1937, ma il bello è che il pezzo del ’36 in mostra non si trova esposto all’interno del museo, ma in una sede privata esterna, aderente al Museo Diffuso, il Giardino Museo G. Mazzotti 1903, gestito dalla omonima Fondazione: qui vigila da tempo il famoso Coccodrillo a grandezza naturale, una delle prime opere realizzate da Fontana alla manifattura di Giuseppe (Bausin) Mazzotti nel 1936, che per noi oggi rappresenta la prima opera in mostra.

Coccodrillo, 1936, terracotta refrattaria con interventi colorati, cm 400 ca
Manifattura: MGA Mazzotti Giuseppe Albisola, Albissola Marina. Giardino Museo G. Mazzotti, Albissola Marina. Courtesy Fondazione G. Mazzotti 1903. Foto: Loris Prette

Il Centro Esposizioni MuDA conserva in modo permanente quattro dei cinque pannelli in ceramica riflessata al terzo fuoco realizzati da Fontana nel 1949 per la galleria di prima classe del transatlantico Conte Grande, oltre alla Dama bianca, incredibile scultura a tutto tondo del 1953, che per l’occasione sarà messa in dialogo con il suo alter-ego in ceramica nera, la Donna con fiore in prestito dal MART di Rovereto.

Lucio Fontana, Donna con colomba o Dama bianca, 1953, terracotta smaltata, cm 121x63x50, MGA. Comune di Albissola Marina MuDA. Ph Gianluca Anselmo

Un altro museo importante, partner fin dall’inizio del progetto, è il MIC di Faenza, che ha prestato pezzi importanti della fase spazialista, contribuendo inoltre alla realizzazione della mostra. La storia che lega Faenza ad Albisola è collegata a Fontana e a Tullio d’Albisola, ed è oggetto del già citato saggio di Biolchini in catalogo.
Grazie alla Fondazione Lucio Fontana, che ci ha letteralmente accompagnati in questo viaggio, supportandoci e fornendoci un aiuto fondamentale, soprattutto dal punto di vista della documentazione d’archivio, abbiamo poi ottenuto in prestito dei pezzi davvero significativi per ogni decennio di produzione dell’artista, da collezionisti privati che hanno preferito restare anonimi, e da gallerie d’arte come Montrasio e Tega, che si sono confermate disponibili e professionali. Molti pezzi, talora inediti, sono stati naturalmente prestati da cittadini del nostro territorio, che guarda caso portano il cognome di amici o collaboratori di Fontana, a dimostrazione di una storia ancora viva nella memoria di chi oggi esperisce un’altra Albisola, molto diversa da allora, ma ancora legata a quegli anni.

Concetto spaziale, 1960, terracotta ingobbiata e graffita, cm 5,8×47,2. Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (inv. n. 31507). Foto: Elena Giacometti

I visitatori troveranno nel museo una mappa, che li condurrà nei luoghi fontaniani di Albisola e provincia: dallo studio di Fontana a Pozzo Garitta, oggi gestito da uno studio di architettura importante e attento, che è anche partner di mostra: Gianluca Peluffo & C. (dove Paola Valenti e Peluffo hanno allestito una sezione documentativa sul rapporto di Fontana con l’architettura, argomento del saggio di Valenti in catalogo); alle Ceramiche Mazzotti, dove grazie alla straordinaria eredità spirituale e materiale di Tullio d’Albisola sarà possibile ammirare un ritratto di Esa Mazzotti (nipote di Tullio) insieme alla inedita documentazione fotografica del work in progress; alle Ceramiche San Giorgio; al Centro Balestrini, che ospita una raccolta permanente di sculture di Agenore Fabbri (grande amico di Fontana); alle tre Nature in bronzo sul Lungomare degli Artisti, dove è anche il mosaico Concetto spaziale disegnato da Fontana nel 1961; si sconfina ad Albisola Superiore per l’incredibile rilievo murale nel Museo Giardino Pacetti (Studio Ernan Design) e poi ai Piani di Celle Ligure, per il rilievo in facciata della Chiesa dell’Assunta, e a Varazze, per il soffitto spazialista al ristorante Kursaal Margherita.

Ritratto di Milena Milani, 1952
maiolica bianca con interventi di colore nero, cm 45×25. Manifattura: MGA Mazzotti Giuseppe Albisola, Albissola Marina
Savona, Museo d’Arte di Palazzo Gavotti (Coll. Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo)

Ma di Fontana è ricco anche il Museo d’Arte di Palazzo Gavotti di Savona, che ospita la collezione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo, che include quattro capolavori assoluti della produzione fontaniana, dal 1937 al 1960, tra cui il ritratto di Milena Milani. Di questa triangolazione Fontana/Cardazzo/Milani, che si esprimeva tra Albisola, Parigi e Milano, si occupa Luca Pietro Nicoletti nel suo saggio in catalogo. Infine, nel Museo della Ceramica di Savona abbiamo scelto di esporre due piatti di differenti fasi (figurativa e spazialista), che tuttavia procedevano in parallelo, in dialogo con le ceramiche della sezione del Novecento, che documenta in particolare l’Incontro Internazionale della Ceramica organizzato da Asger Jorn e Sergio Dangelo alla MGA (Mazzotti Giuseppe Albisola) nell’estate 1954.

Scusa, mi sfugge un particolare: Lucio Fontana come arrivò ad Albisola?
Storia interessante e quasi casuale: alla fine del 1934, sulla scalinata di Palazzo Ducale a Genova, in occasione della Mostra di Plastica Murale, Edoardo Persico presenta Fontana a Tullio d’Albisola. I due hanno la stessa età, ma Tullio sta vivendo un’ascesa clamorosa a livello nazionale grazie al suo ruolo strategico e illuminato nel futurismo; Fontana è già nel pieno del dibattito e della ricerca d’avanguardia ma in una fase ancora emergente. Tullio ricorderà in un suo successivo saggio, che parlò con Fontana mentre Persico saliva la scalinata per andare a salutare Fillìa (grandi incontri). Fontana espresse in quell’occasione il desiderio di andare a lavorare la ceramica nei forni del padre di Tullio, il mitico vasaio Giuseppe Mazzotti, detto Bausin. Questo, stando a quanto dichiarato da entrambi, non avvenne se non all’inizio del 1936, subito dopo la morte del comune amico Persico. Nasce così la storia di un’amicizia, durata una vita, quella con Tullio d’Albisola ma, soprattutto, con Albisola tutta (tutte e due, o tre, le Albisole: Marina, Capo e Superiore, usate pure quante “s” vi pare).

 

Nascita della materia. Lucio Fontana e Albisola
a cura di Luca Bochicchio
con la consulenza e la supervisione scientifica di Enrico Crispolti e Paola Valenti

Mostra promossa dal Comune di Albissola Marina
In collaborazione e con il sostegno di DIRAAS Università di Genova; Fondazione Cento
Fiori; Fondazione Lucio Fontana; MiC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Con il patrocinio di Regione Liguria; AdAC Università di Genova; Città di
Savona; Città di Albisola Superiore
Con il contributo di Fondazione Agostino De Mari

Volume edito da Vanillaedizioni

2 agosto – 2 dicembre 2018

Inaugurazione 2 agosto ore 19.30
Centro Esposizioni MuDA, Albissola Marina

Conferenza stampa: ore 17.00, stessa sede

SEDI E ORARI:

ALBISSOLA MARINA / Via dell’Oratorio, 2
Centro Esposizioni MuDA
Fino al 15 settembre 2018: da martedì a domenica 10-12 / 17-19; venerdì di luglio e agosto anche 21-23
Dal 16 settembre 2018: da martedì a domenica 10-12 / 16-18
lunedì chiuso
Info: www.museodiffusoalbisola.it

Per le altre sedi MuDA e per tutti gli altri siti coinvolti, visitare il sito o osservare orario botteghe

Balestrini Centro Cultura Arte Contemporanea / Casa Museo Jorn / Ceramiche Mazzotti / Ceramiche San Giorgio / Chiesa dell’Assunta (Piani di Celle Ligure) / Giardino Museo G. Mazzotti (Fondazione Museo G. Mazzotti 1903) / Kursaal Margherita ristorante (Varazze) / Lungomare degli Artisti / Museo Giardino Pacetti (Studio Ernan Design) / Pozzo Garitta (Studio G. Peluffo & Partners)

SAVONA / Piazza Chabrol, 1-2
Museo d’Arte di Palazzo Gavotti
(collezione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo)
Museo della Ceramica
mercoledì 10.00-13.30
giovedì, venerdì, sabato, 10-13.30 / 15.30-18.30
domenica 10.00 – 13.30
Museo Pal. Gavotti 10-13.30 / Museo Ceramica 10-17
lunedì, martedì chiuso
Info: musa.savona.it

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