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RAMISETO (RE) | CASA CANTONIERA

Un’altra primavera è arrivata a Valico Terminus… Si piantano alberi da frutto, un “lavoraccio” che non interferisce di certo con il quadrante di radiestesia di Bovis che con un pendolo permette di misurare il tasso vibratorio di luoghi, oggetti e persone. Una bella energia, un risveglio della natura, dei sensi e dei primi ospiti nella Casa Cantoniera anche se in realtà da soli Nila e Giovanni non sono mai stati…

di NILA SHABNAM BONETTI

La primavera mi dà alla testa. Se normalmente dormo undici ore al giorno, tra notte e riposino pomeridiano, in questa stagione ne dormirei quindici. Ecco perché mi danno sempre almeno cinque anni in meno della mia età. Chiunque abbia soggiornato qui in Cantoniera ci dice che non ha mai dormito così bene, anche i nostri primi ospiti arrivati tramite Airbnb. Diciamo che questo è il posto giusto per uscire dalla quotidianità e sentirsi davvero “fuori” da tutto. Inoltre la casa è costruita sulla roccia, quindi c’è una bella energia, sarei curiosa di misurarne i Bovis. In questo periodo c’è un caldo anomalo per la stagione. Ci sono alberi ancora spogli e il giardino pieno di fiori spontanei. I primi a fiorire sono primule e violette, consigliatissimi in insalata, e poi il Crocus biflorus, zafferano selvatico, praticamente identico al fratello pregiatissimo, ma velenoso, e le orchidee selvatiche! Giovanni in questo momento è a Gazzolo, dove abbiamo il laboratorio, a fare buche per piantare gli alberi da frutto. Un lavoro disumano, specialmente all’inizio, dovendo impostare tutto quanto. L’agricoltura l’è dura! Un po’ come la vita dell’artista l’è trista.

Dopo un inverno lento e molle, passato tra stufa e giornate cortissime, con la frizzante aria di marzo tutto riparte frenetico. Quindi ci ritroviamo sommersi di lavori e progetti che, con affanno, cerchiamo di portare avanti. Le api chiamano, la terra va lavorata, il laboratorio ripulito e messo in funzione e poi tutto l’aspetto artistico del Valico Terminus. Stasera incontriamo i colleghi di Effetto Notte, un’associzione culturale che da tanti anni lavora sul territorio, per il progetto Land(e)scape, tre pinete (Casina, Castelnovo ne’ Monti, Pratizzano a Ventasso, nel reggiano) tre land artists, un bel progetto che inaugurerà a giugno, a cui auguriamo lunga vita. Abbiamo già scelto gli artisti, ma restiamo in attesa di conferme, quindi li comunicheremo prossimamente. Il primo aprile sarò a Leffe, vicino Bergamo, per la curatela della mostra di Patrizia Bonardi, La paura dei Barbari, nel suo nuovissimo atelier, sede anche dell’associazione artists.sociologists, mentre a Pasqua, il 16 aprile, saremo a Guastalla per Arte Fluviale a presentare il nostro progetto, con tema dell’evento l’Approdo.

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Work in progress de La paura dei Barbari di Patrizia Bonardi

Tappe consigliate se passate in Emilia, direi la mostra della nostra nuova amica artista Antonella De Nisco, Dove l’eco non è spenta, fino al 28 marzo a Reggio Emilia (via Battaglione Toscano 1b, Spazio ART E’). E sabato 18 marzo siamo imbucati alla Collezione Maramotti per l’opening di Krištof Kintera con Postnaturalia, sono curiosissima!

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Visto di recente e degno di nota, al Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti la mostra personale di Corrado Tamburini che da tempo, attraverso la sua ricerca artistica, cerca di sensibilizzare le persone sulla scorretta visione antropocentrica che ha portato l’uomo ad aggredire il pianeta e le sue creature. Materiale povero, di recupero e biodegradabile sono oggetto e soggetto delle sue narrazioni per immagine.

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Dettaglio di Arche di Corrado Tamburini

Mentre si avvicina sempre di più il momento in cui Angela Viola si trasferirà in un paese vicino al nostro. Anche lei sedotta dall’Appennino e dal desiderio di cambiare vita, ha trovato qui il luogo giusto dove far mettere radici al progetto associativo Kamart. Di recente si è chiusa una sua bi-personale Camera Doppia#2 con Debora Romei presso XXS a Palermo.

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Landscape, 2017, china e grafite su carta di Angela Viola

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Untitled #008, 2017, tecnica mista su tela di Debora Romei

di GIOVANNI CERVI

Non ho ancora finito di piantumare il nostro piccolo frutteto, ma le braccia sono stanche e sono rientrato a casa. Mentre Nila fa una torta ho da aggiungere che stiamo anche studiando agricoltura biodinamica e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli. Riguardo la prima abbiamo imparato come fare il letame perfetto, cosa non da poco quando si guarda un campo da lavorare… e mi è subito venuto in mente il mondo dell’arte… non voglio fare polemiche sterili, ma oggi nel mondo agricolo, in linea di massima, funziona così: ho un terreno da concimare, prendo del letame di animali che hanno mangiato schifezze (per non parlare di residui di medicinali), lo interro, faccio crescere colture e l’anno dopo devo ripetere l’operazione perché altrimenti la mia terra, male alimentata, muore. In una realtà ideale tutto questo lavoro dovrebbero farlo funghi, batteri e lombrichi; sono loro che mantengono il suolo fertile e che riducono il bisogno di intervenire artificialmente. Si arriva al paradosso di usare, magari, letame che ha residue di vermicidi e fungicidi… così da – letteralmente – distruggere la fertilità della nostra terra.

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Tutto questo mi ricorda molto il circo dell’arte. Fiere che abbassano prezzi o non selezionano perché devono riempire padiglioni interi, mostrando al pubblico cose di dubbia qualità. Riviste che devono scendere a compromessi per campare. Concorsi pilotati e con dubbi criteri di scelta dei concorrenti. Tutto questo per avere qualche riscontro immediato, senza pensare che tra qualche anno ci sarà solo un arido deserto.

ALL TOGETHER

Altro? La new entry famigliare, Rudolf e ci metteremmo un’emoticon cuore, ma è poco professionale.

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VALICO TERMINUS
artists in residency in a rural land

Casa Cantoniera
Via Lugolo 8, Ramiseto (RE)

Info: www.valicoterminus.com

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