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Guidi&Schoen Arte Contemporanea
Genova

Corrado Zeni. Babel (di Elena Baldelli)


Una svolta nel lavoro di Corrado Zeni; una personale, quella da Guidi&Schoen, in cui i personaggi, già conosciuti nei vecchi lavori dell’artista, fuoriescono dalle tele diventando presenze a tutto tondo. 
La terza dimensione, però, si presenta in maniera garbata. Zeni costruisce sagome “piatte”, dimostrando una sorta di forma di rispetto per il mezzo pittorico, sinora utilizzato, e mantenendo in vita, come ai vecchi tempi, varie tipologie di individui, i “tipi” incontrati e fotografati per strada. Le sculture si presentano in forma differente, ma sono le stesse figure di sempre, ancora una volta lì (nello spazio espositivo), per prestare la propria identità al narratore d’occasione.


Elena Baldelli: Babele fa pensare all’impossibilità di comunicazione… Perché hai voluto sottolineare proprio quest’aspetto dei rapporti umani?
Corrado Zeni:
È una costante del mio lavoro, fin dagli inizi, indagare le relazioni umane e le utopie che ci consentono di dare un senso, o meglio illuderci di dare un senso, alla vita quotidiana.
Credo che l’incomunicabilità sia molto presente, nonostante i social network o gli aperitivi. Il classico tormentone “vedo gente, faccio cose, vado in posti”, in realtà, è un modo per sentirsi accettati e per accettarsi. La torre di Babele è simbolica; rappresenta l’inizio dell’incomunicabilità, una spiegazione letteraria del perché.

Sei sempre stato legato alle due dimensioni della tela. Come mai, per il tuo ultimo progetto, hai deciso di utilizzare un mezzo tridimensionale?
Non ho una risposta definitiva a questa domanda. È successo e credo che sia un’evoluzione naturale voler indagare lo spazio. Nonostante ciò, molti dei miei lavori “tridimensionali” sono piatti, quasi a cercare una via di mezzo.

Con il tempo hai eliminato ogni punto di riferimento spazio-temporale, rendendo l’opera antigravitazionale. La scultura, al contrario, implica, forzatamente, una contestualizzazione del soggetto. Il bianco viene sostituito dallo spazio-galleria. Come hai affrontato questa nuova problematica?

Come dicevo prima, rendendo le opere non troppo invasive e sfruttando i muri bianchi della galleria come un limbo, senza consentire al contesto di influenzare troppo il lavoro.

Il mezzo fotografico è la risorsa a cui ti affidi prima dell’atto pittorico. Raccontaci come si svolge il pre-opera. Hai seguito lo stesso percorso anche per la realizzazione di Babel?
Stesso percorso dei lavori pittorici, scatto centinaia di fotografie a soggetti che mi interessano per strada, spesso nello stesso posto; poi li riscopro quando apro i file digitali, li scontorno, li isolo dal fondo e ricompongo storie e relazioni tra persone che non sono mai state insieme realmente. A quel punto passo alla tela o alla scultura.

I personaggi delle tele sono diventati sagome, varie tipologie di individui: il punk, il manager… Queste sagome rappresentano le “carte” con cui lo spettatore può costruirsi una sua storia? E tu… hai voluto costruire una storia?
Sì, io costruisco la mia storia, ognuno poi costruirà la sua a seconda di quel che è pronto a vedere…

La mostra in breve:
Corrado Zeni. Babel
Guidi&Schoen Arte Contemporanea
Vico Casana 31r, Genova (Centro Storico)
Info: +39 010 2530557
www.guidieschoen.com
Fino al 18 dicembre 2010

Nelle immagini:
“Babel”, veduta della mostra, courtesy Guidi&Schoen

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