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VENEZIA | Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna |  2 febbraio – 4 maggio 2014

di ILARIA BIGNOTTI

“Mi ricordo una mostra che mi ha colpito come un’improvvisa rivelazione”.
Potrebbe iniziare così la recensione della mostra dedicata a Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010) ed alla sua Collezione d’Arte Contemporanea.
Sia concesso allora cambiare un po’ una delle frasi che accompagnano il percorso espositivo, firmata da Robert Ryman e dedicata, nel 1968, a Murillo, al quale a sua volta l’artista americano dedicò una delle opere esposte oggi a Ca’ Pesaro.

Giuseppe Panza di Biumo. Dialoghi americani (veduta della mostra), Ca’ Pesaro, Venezia Foto di Enrico Minasso Courtesy Collezione Panza, Lugano

Frase perfetta per descrivere una mostra che davvero colpisce e rivela, al cuore del pubblico, il valore di una storia di arte e vita, presentata attraverso una quarantina di capolavori che il Conte Panza raccolse fin dai primi anni della sua attività di collezionista, dall’espressionismo astratto alla pop art, dalla minimal all’arte concettuale, per arrivare alla “terza collezione” costruita dagli anni Ottanta in poi. Ventisette gli artisti dei quali sono esposte opere provenienti dai musei Guggenheim di New York e MOCA di Los Angeles, le due istituzioni americane che conservano i nuclei più importanti della collezione Panza di Biumo, insieme a un gruppo di significativi lavori provenienti dalla collezione privata della famiglia, oggi gestita dalla moglie Rosa Giovanna Panza e dai figli.

Giuseppe Panza di Biumo. Dialoghi americani (veduta della mostra), Ca’ Pesaro, Venezia Foto di Enrico Minasso Courtesy Collezione Panza, Lugano

Una mostra che è una rivelazione e come tale va assolutamente vissuta, rendendo il giusto omaggio, anche e soprattutto in Italia, a un collezionista italiano capace di dare valore al proprio Paese con uno sguardo internazionale; una mostra che è anche importante occasione per accedere alle riordinate Collezioni di Ca’ Pesaro, impresa importante e impressionante per la sua altissima qualità, voluta e compiuta da Gabriella Belli, alla direzione dell’Istituzione veneziana.
Labirintico e affascinante è infatti il gioco di rispecchiamenti o meglio sarebbe dire di affinità elettive che si palesano tra le opere attraverso il percorso espositivo, una sorta di metafora della storia del Collezionista che nel corso degli anni ha saputo, perchè sentito, raccogliere opere di altissimo valore. Opere che prima di ogni altra cosa rimandano alla cultura e alla personalità del Conte Giuseppe Panza, presente nei discorsi di apertura dell’esposizione come modello da non perdere, soprattutto oggi, ma strada da proseguire nella considerazione dell’arte quale scelta estetica e quindi etica.

Giuseppe Panza di Biumo. Dialoghi americani (veduta della mostra), Ca’ Pesaro, Venezia Foto di Enrico Minasso Courtesy Collezione Panza, Lugano

A dimostrarlo sono proprio le opere esposte nel rigoroso percorso, ognuna perfettamente collocata negli spazi grazie al progetto espositivo di Daniela Ferretti. Ecco allora che l’origine, la folgorazione iniziale del Conte Panza si traduce anche nell’inizio del percorso che il pubblico compie negli spazi di Ca’ Pesaro, introducendo lo sguardo alle prime opere acquisite, quella di Kline e quella di Rauschenberg, intitolata Kickback e così fortemente legata alla memoria delle cose, carica ancora della passione sedimentata negli oggetti ed espressa nella pittura sulla grande tela; e poi ci sono le tappe nel minimalismo rigoroso statunitense, la solida austerità di Julia Mangold, la luce spirituale di Dan Flavin, la natura racccolta e ricomposta mantricamente di Richard Long, il monocromo mutevole di David Simpson, e quell’opera dedicata a Murillo, firmata da Robert Ryman, con la quale si è iniziato a parlare di questa mostra: un’opera bianca, con quei segni di pittura gialla che paiono essere la traccia di un tempo soleggiato, nel meriggio dell’illuminazione, come illuminata fu l’esperienza di arte e vita di Giuseppe Panza. Esperienza che chiede ancora oggi di essere riconosciuta, ovvero condivisa e vissuta, dall’amore per l’arte di ognuno di noi. 

Giuseppe Panza di Biumo. Dialoghi americani
a cura di Gabriella Belli ed Elisabetta Barisoni

in collaborazione con Moca – The Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Panza Collection, Lugano
progetto espositivo Daniela Ferretti

2 febbraio – 4 maggio 2014

Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2076, Venezia

Orari: dall1 aprile al 31 ottobre 10.00-18.00; dall1 novembre al 31 marzo 10.00-17.00; la biglietteria chiude un’ora prima; chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio
Ingresso: intero Euro 10,00; ridotto Euro 7,50 studenti fino a 25 anni, 2 accompagnatori di gruppi di ragazzi o studenti, over 65, personale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), titolari di Carta Rolling Venice, soci FAI; scuole Euro 4,00; gratuito residenti e nati nel Comune di Venezia, bambini fino a 5 anni, portatori di handicap con accompagnatore, guide autorizzate e interpreti turistici che accompagnino gruppi o visitatori individuali, 1 ingresso gratuito per ogni gruppo di almeno 15 persone (solo con prenotazione), membri ICOM, titolari AMACI Card, partner ordinari MUVE, volontari del Servizio Civile, possessori MUVE Friend Card

Info: +39 041 721127
capesaro@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it

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