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CARRARA (MS) | sedi varie | 17 giugno – 11 settembre 2016

Intervista a LUCIANO MASSARI di Francesca Di Giorgio*

Se guardiamo al lato meramente geografico Carrara è una piccola città di provincia ma basta fare due passi in centro per respirare un clima aperto e internazionale. Grazie, e non solo, ad un “materiale simbolo” come il marmo, Carrara è un luogo di cultura scelto come “base” da molti artisti che qui hanno intrecciato i loro percorsi di vita e lavoro. Mentre all’Accademia di Belle Arti si formano le nuove leve dell’arte contemporanea, nei laboratori di scultura attivi in città, Jan Fabre, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, solo per citarne alcuni, hanno scelto di realizzare le proprie opere.

Luciano Massari

Luciano Massari

In questa nuova edizione, in corso fino all’11 settembre, le Marble Weeks puntano proprio sull’arte come occasione per rimarcare «Il ruolo identitario in una città in cui l’arte è sempre stata in prima linea» racconta Luciano Massari, curatore di Carrara Marble Weeks, che conosce profondamente la città dall’interno, come artista e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara…

Carrara Marble Weeks è un progetto che si inserisce in un contesto culturale molto vivo. Quest’anno si è fatto uno scatto in avanti…
È uno “scatto” frutto del lavoro di quattro anni. Nel 2013, su proposta dell’Amministrazione, mi fu affidato il compito di innestare sulle Marble Weeks una sezione dedicata all’arte contemporanea. Carrara Marble Weeks è nato come “fiera” in città e della fiera, in senso commerciale, conservava le caratteristiche. C’erano iniziative dedicate al design, spettacoli e installazioni per le strade. Mancava, tuttavia, una proposta di qualità dedicata all’arte. In quel momento era acuta anche la sofferenza per la perdita della Biennale, congelata per motivi economici, e la città, da sempre votata all’arte, rischiava di smarrire per sempre la sua identità di centro di produzione artistico. È stato un compito non sempre facile da gestire, ma a distanza di quattro anni si può fare un bilancio positivo. Da quest’anno anche l’attenzione della stampa, da sempre concentrata sulle iniziative della Versilia, si è spostata sulla programmazione di Carrara.

Remo Salvadori, Non si volta chi a stella è fisso 2016, Statuario 215x215x72 cm Piazza Duomo, Carrara. Foto: Agostino Osio, Milano

Remo Salvadori, Non si volta chi a stella è fisso 2016, Statuario 215x215x72 cm
Piazza Duomo, Carrara. Foto: Agostino Osio, Milano

Quali le principali novità di questa edizione dal punto di vista dell’organizzazione e del programma? Com’è stato coinvolto il tessuto cittadino?
La principale novità è nella regia della manifestazione. Le passate edizioni erano organizzate da CarraraFiere, da quest’anno l’organizzazione è interamente del Comune di Carrara, attraverso l’Ufficio Cultura. Si è trattato comunque di fare scelte all’interno di un contenitore ipertrofico, non sostenibile da un punto di vista economico. Liquidati gli aspetti più commerciali ci si è indirizzati all’arte contemporanea con il preciso intento di sottolineare l’identità di un territorio. Il tessuto urbano, attraverso la scelta di alcune direttrici, è sempre stato al centro della manifestazione. L’operazione, di segno opposto rispetto alle edizioni precedenti, sta nell’avere eliminato gran parte delle installazioni su strada: quest’anno c’è una sola opera in piazza Alberica a contrassegnare la manifestazione, ed è grande scultura in ferro e acciaio lucidato di Prasto. Le altre opere per le strade sono invece collegate alle mostre: in Via Verdi e di fronte all’Accademia ci sono due lavori in bronzo di Daniel Spoerri, a creare un collegamento visivo tra le due sedi espositive che ospitano la mostra; mentre in piazza del Duomo le due opere di Remo Salvadori dialogano con la città e con ciò che l’artista ha realizzato in tre spazi interni.

Veduta della mostra Paretra

Veduta della mostra Giovani Artisti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, Palazzo Paretra, Foto: Alessandro Paolini, Studio G7, Carrara

Quali scelte, quindi, sono state privilegiate dalla regia del Comune?
Il Comune di Carrara ha deciso di puntare sull’Arte contemporanea, riconoscendone l’importanza e il ruolo identitario in una città in cui l’arte è sempre stata in prima linea. Nello stesso tempo sono stati privilegiati momenti espositivi autogestiti dagli artisti. Parkour, il percorso d’arte in città, è nato lo scorso anno e ha avuto un grande successo: quest’anno sono 20 gli spazi coinvolti e 59 gli artisti che vi espongono durante l’estate. Il Comune di Carrara riaprendo temporaneamente fondi commerciali abitualmente sfitti ha fatto sì che la città riacquistasse vita. Adesso il centro è un reticolo di gallerie d’arte in cui si presentano scultura, design, performance e pittura. Per quanto riguarda le quattro mostre (Spoerri, Aquilanti, Banfo e Salvadori) c’è stata una scelta condivisa: nel caso di Spoerri si è trattato di un omaggio a un grande maestro del Novecento, figlio di quelle avanguardie che tanto hanno contribuito alla definizione e alla pratica della contemporaneità. La mostra di Andrea Aquilanti, organizzata dall’Accademia di Belle Arti e curata da Lucilla Meloni, è nata all’interno di un progetto didattico che l’Accademia porta avanti da tempo: quello dei workshop con gli artisti. Maura Banfo, invece, è ospitata in un luogo in cui, dal 2013, espongono artisti italiani che hanno debuttato e si sono affermati alla fine del millennio. Conoscevo il lavoro di Maura e lei ha aderito con entusiasmo a questa mostra. Remo Salvadori, infine, è una personalità di grande spessore che porta avanti una ricerca su tematiche filosofiche strettamente legate al tema dello spazio e dei luoghi.

Veduta della mostra Daniel Spoerri. Una dura scelta. Foto: Alessandro Paolini, Studio G7, Carrara

Veduta della mostra Daniel Spoerri. Una dura scelta. Foto: Alessandro Paolini, Studio G7, Carrara

L’arte contemporanea in città è protagonista tutto l’anno. Che clima culturale si respira a Carrara?
Carrara è una città in cui l’arte si respira ovunque e in cui la presenza degli artisti è costante. Alcuni dei più importanti nomi del contemporaneo, Jan Fabre, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, ad esempio, fanno realizzare le proprie opere nei laboratori di scultura attivi in città. Allo stesso tempo Carrara è una città internazionale: molti artisti giunti dall’estero per frequentare l’accademia si sono fermati qui, vivono in città e della città sono parte attiva. L’Accademia di Belle Arti, del resto, continua a essere un crocevia di esperienze e un importante polo formativo tra i più accreditati a livello internazionale.

Paola Romoli Venturi, libro trasparente, per Parkour 2016

Paola Romoli Venturi, libro trasparente, per Parkour 2016

Oltre alle mostre d’arte il progetto prevede un calendario eventi, spettacoli e incontri con personalità centrali nel dibattito sul contemporaneo…
Anche quest’anno abbiamo organizzato i talks con Pietro Gaglianò dedicati al futuro dell’arte in città: il tema centrale è quello dell’arte pubblica e delle esperienze partecipative. Questa edizione ha tuttavia presentato una grande novità: il teatro, che per la prima volta si è sperimentato all’interno della manifestazione.
In scena l’Odissea, nelle interpretazioni di Moni Ovadia, Paolo Rossi e Massimo Wertmüller (30 luglio). La risposta del pubblico è stata positiva.

*Intervista tratta da Speciale_Carrara Marble Weeks 2016: free download


Info: www.marbleweeks.it

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