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BOLOGNA | Palazzo dei Bastardini | 23 – 28 settembre 2013

Intervista a JACOPO MUZIO di Deianira Amico

Dal 23 al 28 settembre apre le porte il Bologna Water Design, il ‘post fiera’ del Cersaie 2013. Serrato il confronto, negli spazi dell’ex Ospedale dei Bastardini in via D’Azeglio 41, tra le installazioni di designer e architetti internazionali, tra cui Aldo Cibic, Michele De Lucchi, Daniel Libeskind. Lo storico dell’arte Philippe Daverio, insieme all’architetto Jacopo Muzio, presenta una installazione nella suggestiva cornice della settecentesca Cappella rococò : Il bagno immaginato. Un “progetto utopico” – come afferma Daverio – «dove acqua, marmi e accoglienza si combinano nella gloria della più storica delle architetture barocche e ovviamente torna protagonista il marmo, il più italiano, il più mediterraneo, il più classico degli elementi». Ne parliamo con l’architetto Jacopo Muzio.

Come è nato questo progetto site-specific?
Il progetto, sostenuto da Paolo Carli, presidente di Henraux S.p.a. e della Fondazione omonima dedicata all’arte ed alla scultura, è nato dal luogo, anzi dall’identità di due luoghi. Il primo, la Cappella dei Bastardini di Bologna, è un esempio di architettura rococò lasciato all’incuria del tempo ma scelto con sensibilità demiurgica e rabdomante da Philippe Daverio; il secondo, la suggestiva Cava delle Cervaiole, è quello dove Michelangelo, a 1300 metri di altezza, sceglieva i suoi marmi statuari, proprietà della Henraux S.p.a. dal 1821.
Mischiare questi due DNA, una chiesa sconsacrata e il marmo, insieme all’acqua è stato un po’ come tornare alle origini dell’architettura. Ne è venuta fuori, attraverso il progetto e il disegno, una riflessione, anche ironica, sugli apporti occidentali e orientali alla cultura dell’acqua; ad esempio, un ‘battistero’ ovale non si era ancora mai visto.

In che cosa consiste l’intervento?
Il progetto gioca su una sproporzione nel disegno rococò dei prospetti interni alla Cappella, dove sculture e stucchi sulle pareti partono da un metro e mezzo di altezza lasciando spoglia la parte bassa, un tempo sede di sedute e inginocchiatoi. Abbiamo pensato di spostare la prospettiva del visitatore con una pedana rialzata, rivestita in marmo, che porti lo spettatore a guardare da vicino le statue dei santi. Al centro della chiesa è prevista una seduta ovale con uno specchio d’acqua, un “oculo” che riflette la volta ellittica del soffitto, che raccoglie l’acqua di tre canaline a vista anch’esse in pietra, elementi tipicamente arabi. La cappella è poi molto piccola, grande quanto un grande bagno privato o una piccola fontana pubblica ed abbiamo collocato nelle tre nicchie ortogonali delle cascatelle d’acqua, dotate di comode sedute in pietra. Il disegno a fasce del pavimento – che rielabora i toni ‘binari’, marmo bianco/grigio bardiglio, che ritroviamo in tante chiese del nord Italia – si è abbinato al progetto scultoreo delle lastre verticali da cui sgorga l’acqua, tramite le cascatelle prodotte da Fantini.

E Ingres? Una trovata “daveriana”?
Ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Pensando ai bagni ideali di Ingres, autore de Le Bain turc, quadro classicista ripreso ironicamente negli anni venti da Man Ray, abbiamo “estratto” e rielaborato in chiave contemporanea tre personaggi, facendoli poi incidere, in dimensioni naturali, nella pietra delle steli, sotto le cascatelle: tre odalische rendono omaggio alla Cappella di un ex Ospedale della Maternità, all’idea di un bagno come luogo di intima sensualità, alla proposta di una fontana pubblica che rimandi ai vapori di un conviviale termarium.

Questo progetto è legato, idealmente, all’iniziativa di Save Italy.
Nonostante la cappella del Chelini non sia oggi al centro di un forte dibattito nazionale per la sua tutela e salvaguardia – come accade drammaticamente ad altri luoghi-simbolo come la Reggia di Caserta – è comunque lo specchio di una situazione di cui conosciamo bene i meccanismi. Save Italy è una manifestazione che vuole svegliare la coscienza dei cittadini – ed una fiera internazionale ha per vocazione questa possibilità – sul problema della tutela e della conservazione di ciò che è parte dell’identità nazionale ed europea. Anche per questi motivi Philippe Daverio partecipa attivamente all’iniziativa.

Di questo ed altro si parlerà il 26 settembre alle ore 18.30 alla conferenza “Il bagno immaginato” con Philippe Daverio, Michele De Lucchi, Daniel Libeskid e Valerio Castelli.

Bologna Water Design 2013

23 – 28 settebre 2013

Palazzo dei Bastardini
via D’Azeglio 41, Bologna

www.bolognawaterdesign.it/2013/

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