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ORTISEI (BZ) | Centro cittadino | 18 luglio – 1 ottobre 2014

Intervista a DORIS GHETTA di Valeria Barbera

Dal 2008 la Biennale Gherdëina rende l’arte contemporanea protagonista dell’estate di Ortisei (BZ) coinvolgendo artisti internazionali in una suggestiva esposizione che trova la sua location ideale nell’area pedonale della cittadina. La manifestazione quest’anno presenterà un progetto, curato da Luca Beatrice, che celebrerà uno dei materiali simbolo del luogo: il legno. Abbiamo incontrato Doris Ghetta, direttore artistico della Biennale, per farci raccontare in anteprima quali saranno le novità di questa edizione…

Bruno Walpoth, Mateo”  2011 – tiglio, cm. 180 x 52 x 30Quando nasce la Biennale Gherdëina, giunta quest’anno alla sua quarta edizione e con quali intenti?
La Biennale Gherdëina nasce nel 2008 come evento collaterale a Manifesta 7, con l’intento di dare visibilità, durante un evento così importante a livello internazionale, agli artisti del territorio, cresciuti artisticamente in Val Gardena. Per questa prima Biennale erano stati infatti invitati Aron Demetz, Lois Anvidalfarei, Markus Delago, Thaddäus Salcher e Isabell Pitscheider. L’edizione è stata per certi versi molto movimentata. L’esposizione nello spazio pubblico di Ortisei ha suscitato numerose reazioni, anche molto forti e critiche: dalla Chiesa alla stampa, in tanti si sono scagliati contro questa “appropriazione della piazza”. Ma tutto questo ha fatto sì che ad Ortisei si parlasse di arte come non mai. Paradossalmente sono stati proprio questi fatti a convincere un po’ tutti del fatto che un simile evento potesse contribuire – come poi è stato – ad una sensibilizzazione del vasto pubblico verso l’arte contemporanea. Insomma, in qualche modo c’erano i presupposti per continuare quest’esperienza, che vuole essere principalmente basata sul dialogo.

Per la prima volta è stato dato, agli artisti invitati ad esporre nel centro di Ortisei, un vero e proprio “limite”: l’utilizzo del legno. Può raccontarci come nasce il progetto Legno/Wood/Holz/Lën?
Alla quarta edizione, ci è sembrato opportuno in qualche modo tributare il giusto riconoscimento a quel materiale che ha reso famosa la Val Gardena: il luogo dove dimorano i veri specialisti del legno. In valle, la scultura lignea ha una tradizione secolare e, nel corso dei decenni, le tecniche di lavorazione si sono progressivamente affinate, fino a raggiungere oggi livelli che permettono un approccio completamente nuovo a tale materiale. La Biennale è un’ottima opportunità per far conoscere al mondo queste capacità artigianali. Combinare nuove tecnologie e scelta del legno per la produzione delle opere, oltre a creare un forte collegamento con le radici del luogo, intende anche dare a questo materiale una dignità che va oltre l’artigianato e lo lega all’arte contemporanea.

Willy Verginer, work in progress

Chi sono gli artisti invitati? Come si sono rapportati con il concept di questa Biennale?
I cinque artisti invitati dal curatore Luca Beatrice – Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Bruno Walpoth e Velasco Vitali – hanno accolto con entusiasmo la sfida di progettare un’opera destinata allo spazio pubblico, con tutte le implicazioni che ne conseguono. È interessante notare come due artisti non originari della Val Gardena, Sonia Leimer e Chris Gilmour, entrambi non specialisti del legno, abbiano voluto integrare nei loro lavori dei riferimenti specifici alla tradizione artigianale locale. Per i due artisti locali invece, Bruno Walpoth e Willy Verginer, l’esperienza del legno è di lungo corso: Walpoth installerà un grande busto in legno tagliato a metà e svuotato al suo interno mentre Verginer abbandonerà i “suoi” ritratti e paesaggi per realizzare una casa in legno che si regge su radici d’albero. Infine Velasco Vitali, famoso per i suoi branchi di cani, spesso inseriti in contesti imprevisti, proporrà una gigantesca mongolfiera in legno e ferro.

Willy Verginer, Neus jon pa bel plan, 2013, diversi tipi di legno, 30x 24x18cm

Il progetto da lei diretto si sviluppa attorno alla ferma volontà di coinvolgere il territorio in modo evidente. Quali sono state le fasi dello sviluppo dell’iniziativa e quali gli altri attori coinvolti?
Si tratta di un progetto molto ambizioso e complesso che ha richiesto la collaborazione di moltissime persone: le opere che saranno esposte nella zona pedonale di Ortisei sono state realizzate in questi ultimi mesi dagli artisti appositamente per la Biennale con la collaborazione di alcuni artigiani e aziende locali, generando così un vivificante cortocircuito culturale e, al tempo stesso, anche economico. Nell’epoca contemporanea, l’arte non si esaurisce all’interno dell’atelier o dello studio, ma chiama in causa diverse professionalità, spesso molto competenti sia nella manualità sia nell’utilizzo della tecnologia, indispensabili alla nascita di quella che sarà l’opera finita. L’auspicio è che le sinergie che si sono create possano durare anche oltre la mostra.

Velasco Vitali, Biennale Gherdëina, work in progress

L’esposizione delle opere nel contesto cittadino e la scelta di raccontare il legno – elemento così importante per questi luoghi – attraverso i linguaggi contemporanei sono due possibili vie per far conoscere ed apprezzare l’arte contemporanea anche ad un pubblico non esperto?
Sonia Leimer, Platzhalter (2013)Il consenso e l’interesse da parte della popolazione è cresciuto di anno in anno, da edizione a edizione. Il livello artistico è rimasto costantemente molto alto e questo evidentemente è un presupposto fondamentale per avere dei riscontri positivi e duraturi. Molte persone che non avevano nessun rapporto con l’arte contemporanea stanno iniziando a comprendere l’importanza di questo evento e ad apprezzarne i risultati. In fondo “è bello ciò che si conosce”, e la conoscenza si acquisisce con il tempo.

In questo senso, quindi, come si riesce a combinare un alto livello della ricerca artistica con la volontà di creare un evento “per tutti”?
Luca Beatrice è stato subito entusiasta della scelta del titolo Lën, parola che in ladino – lingua parlata in Val Gardena – indica appunto il “legno”. L’intento è stato, fin da subito, quello di proporre una mostra di alto livello artistico, ma anche accessibile al turista o a chi non è avvezzo all’arte. Anche grazie alla scelta di titolo e materiale, che contribuisce a rendere più familiare l’approccio con le opere esposte. Il legno porta con sé un valore aggiunto, in virtù del suo incredibile richiamo al passato, alla sua capacità di raccontare storie, attirando lo sguardo, invitando al tatto e suggerendo calore.

Ultimamente, come sottolineato da alcune note introduttive del curatore Luca Beatrice, un numero sempre crescente di artisti sceglie il legno per le proprie opere… Secondo lei come mai questo ritorno? Ha forse a che fare con una crescente sensibilità verso tematiche legate all’ambiente e all’ecologia che contaminano anche l’arte?
Non saprei. Le riflessioni del mondo contemporaneo sulle problematiche legate all’ambiente possono motivare tale fenomeno solo in parte, certamente non è l’unica spiegazione. L’impiego del legno potrebbe, in tal senso, essere interpretato come un modo per contrastare l’eccessiva accelerazione dei cambiamenti in seno alla nostra società e che, per certi versi, si stanno rivelando fatali. Forse il legno sta diventando una specie di simbolo di quanto di buono il passato ci ha tramandato e dell’attaccamento alle proprie radici, che difficilmente si possono negare.

Chris Gilmour, ritratto nel suo studio

IV Biennale Gherdëina
Legno/Wood/Holz/Lën
a cura di Luca Beatrice

Artisti: Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Velasco Vitali e Bruno Walpoth

18 luglio – 1 ottobre 2014
inaugurazione giovedì 17 luglio ore 18,00

Centro cittadino, Ortisei (BZ)

www.biennalegherdeina.it

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