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NAPOLI | Museo Archeologico | 20 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014

Intervista a MARIA SAVARESE di Igor Zanti

Si è inaugurata al Museo Archeologico di Napoli Bali Bulè una mostra che riunisce opere di Luigi Ontani, Filippo Sciascia e Ashely Bickerton influenzate dalla cultura indonesiana, mettendole a confronto con i capolavori custoditi in uno dei più bei musei d’Italia. Espoarte ha incontrato Maria Savarese, curatrice della mostra ed ideatrice di questoAshley Bickerton - Gold Head I - 2012 - Oil acrylic coral anf found object on digital print on plywood 208.3 x 177.8 x 17.8 viaggio tra passato e presente, tra Oriente ed Occidente…

Come nasce l’idea della mostra Bali Bulé e a cosa fa riferimento il titolo?
L’idea di Bali Bulé è nata nel giugno 2012 in occasione della personale di Filippo Sciascia a Castel dell’Ovo. In quella circostanza vennero in città Ashley Bickerton e Tony Godfrey. S’incominciò a parlare di questa mostra e a dar forma all’idea embrionale. Visitammo il Museo Archeologico e tutti rimasero molto colpiti dall’incredibile fascino delle straordinarie opere custodite. Insieme a Marco De Gemmis pensammo di proporre l’idea a Luigi Ontani, il quale, considerando il Museo Archeologico di Napoli fra i più belli e prestigiosi del mondo, accettò immediatamente. È stato lo stesso Ontani a suggerirmi il titolo Bali Bulé, tratto da una sua opera che ho scelto come immagine guida della mostra. A Bali, i bulè sono gli albini, i bianchi, i portatori di alterità, come Filippo Sciascia e Ashley Bickerton che hanno scelto di vivere e lavorare sull’isola o Ontani che vi ha soggiornato più volte negli anni.

Ontani, Sciascia e Bickerton sono artisti che appartengono a generazioni differenti. Che cosa unisce il loro lavoro?
Tutti e tre usano diversi media linguistici: scultura, pittura, fotografia, insieme ad un utilizzo di materiali eterogenei; le loro opere nascono da una riflessione e fusione di linguaggi; il risultato sono lavori che vanno oltre qualsiasi barriera spazio-temporale.

Come si inseriscono le opere nel contesto delle collezioni del Museo Archeologico?
Le opere di questa mostra sono state allestite nelle sale dell’atrio del Museo Archeologico ed in quelle della collezione Farnese. Si è creato un suggestivo confronto con i capolavori d’arte antica presenti nelle collezioni permanenti. Far dialogare realtà culturali così distanti cronologicamente e geograficamente non è stato facile, ma lo stimolo era proprio questo, proporre un incontro che, superando i confini dello spazio e del tempo, riuscisse a dare una nuova linfa all’antico, evidenziando, al tempo stesso, gli archetipi culturali presenti nelle opere contemporanee.

Luigi Ontani, Inconforme, 2007-2009, maschera di legno di pule dipinta, 73x37x33 cmQual è l’influenza della cultura balinese sul lavoro degli artisti?
Elementi della cultura balinese sono riscontrabili in tutte le opere in mostra. Basti considerare le maschere in legno di pule realizzate da Ontani, che rimandano ai cerimoniali del teatro indonesiano e all’importanza che queste hanno nella statuaria e nella cultura iconografica balinese, così come pure alle mitologie e filosofie orientali che permeano molta parte della sua produzione artistica. Ed ancora, i materiali e gli elementi strutturali e decorativi, come i tronchi di felce balinese, foglioline decorative, piccole campanelle che vengono utilizzate nelle funzioni religiose induiste adoperate da Sciascia nella realizzazione dei suoi lavori.

Napoli con questa mostra e con la recente riapertura del Madre ritorna ad essere un centro di eccellenza per il contemporaneo. Si può parlare di nuovo rinascimento napoletano?
Credo che Napoli stia vivendo un momento molto difficile dal punto di vista culturale. Manca una visione, una progettualità armonica e a lungo periodo. Il rischio è ridurre la cultura in generale, e quella contemporanea in particolare, ad una serie di eventi, di iniziative slegate, disarmoniche, non inserite in un progetto d’insieme. Al tempo stesso il lavoro e l’impegno di Andrea Viliani al Museo Madre, o quello di Marco De Gemmis al Museo Archeologico Nazionale, così come quello di diversi operatori culturali in città, sta facendo in modo che Napoli possa avviare nuovamente un percorso di eccellenza nel contemporaneo e quindi far auspicare un nuovo rinascimento napoletano.

Bali Bulé. Ashley Bickerton, Luigi Ontani e Filippo Sciascia
A cura di Maria Savarese
Ente organizzatore Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei (Servizio Educativo e Museo Archeologico di Napoli) Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro Coordinamento tecnico-scientifico Marco De Gemmis

20 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 19, Napoli

Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19.30. Chiusura settimanale: martedì

Info: +39 081 4422149


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