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SIENA | Palazzo Pubblico, Santa Maria della Scala, Accademia dei Fisiocratici | 25 giugno – 16 ottobre 2016

di FRANCESCA DE FILIPPI

Veris quod possit vincere falsa” (Che il vero possa confutare il falso), frase latina tratta dal De Rerum Natura di Lucrezio e motto dell’Accademia dei Fisiocratici, una delle tre suggestive location di Siena scelte per l’allestimento, è anche il titolo della mostra a cura di Luigi Fassi e Alberto Salvadori, che espone circa cinquanta opere provenienti dalla collezione AGIVERONA di Giorgio Fasol, collezionista umile ed illuminato che da più di quarant’anni, attraverso la passione unita alla conoscenza e al continuo aggiornamento sul sistema dell’arte, scova giovani artisti alle loro prime esposizioni che nel giro di pochi anni si affermano a livello internazionale piazzandosi ai primi posti per ricerca e importanza.

Veduta della mostra, Santa Maria della Scala, Siena Courtesy AGIVERONA Collection. Foto: Michele Alberto Sereni

Veduta della mostra, Santa Maria della Scala, Siena. Courtesy: AGIVERONA Collection. Foto: Michele Alberto Sereni

L’Associazione AGIVERONA, infatti, nata nel 1989 per volontà di Giorgio e Anna Fasol, promuove da sempre le ultime tendenze dell’arte contemporanea non solo nell’ambito estetico e della ricerca artistica, ma anche per quando riguarda la critica, la curatela e la progettualità in genere. In poche parole AGIVERONA sostiene i giovani attivi nel settore, dotati di grande coraggio e professionalità, esattamente come nel caso dei galleristi e fondatori dell’Associazione Fuori Campo, Esther Biancotti e Jacopo Figura, che dal 2012, anno di apertura dell’attività, lavorano tenacemente per creare una connessione tra il tessuto socio culturale della città di Siena e della Toscana in genere e le ultime tendenze della contemporaneità. Infatti in simultanea con Che il vero possa confutare il falso i due galleristi sono attivi anche su un progetto di scambio interculturale con il Belgio “ITINERA”, un progetto che vuole ripercorrere gli scambi artistici e culturali che i pellegrinaggi della via Francigena consentirono tra il Belpaese e il resto d’Europa, in particolare tra la Toscana e il Belgio, in quelle che furono le contaminazioni visive e culturali che influenzarono la pittura fiamminga. Un modello “teletrasportato” al presente con una collaborazione tra un’artista belga e le magistrature del Palio di Siena che verrà presto presentato insieme al catalogo.

Veduta della mostra, Santa Maria della Scala, Siena Courtesy AGIVERONA Collection PH. Michele Alberto Sereni

Veduta della mostra, Santa Maria della Scala, Siena. Courtesy: AGIVERONA Collection. Foto: Michele Alberto Sereni

Insomma l’arte contemporanea sbarca a Siena con diverse sfaccettature, dagli allestimenti della collezione Fasol ai progetti “in itinere”, che hanno tutte in comune la forte motivazione di base di creare una rete solida di collaborazioni che consolidi la “tradizione” alla luce della contemporaneità, in uno scambio lucido e consapevole di quelle che sono i punti di contatto o di contrasto con il passato, ma con l’unico obiettivo di sensibilizzare all’arte giovane. Il percorso della mostra Che il vero possa confutare il falso consta, come già detto, di tre importanti location della Città di Siena, a partire dal Palazzo Pubblico, in cui sono presenti l’istallazione sonora From the beginning di  Susan Philipsz, un’opera di Mario Garcia Torres e Serenata Iris di Christian Manuel Zanon.

Berlinde De Bruyckere Animal, 2003, coperte, lana, legno, 135 x 75 x 152 cm Courtesy AGIVERONA Collection, GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana Veduta Sagrestia Vecchia, Santa Maria della Scala, Siena PH. Michele Alberto Sereni

Berlinde De Bruyckere, Animal, 2003, coperte, lana, legno, 135 x 75 x 152 cm. Courtesy AGIVERONA Collection, GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Veduta Sagrestia Vecchia, Santa Maria della Scala, Siena. Foto: Michele Alberto Sereni

Si passa poi a Santa Maria della Scala, edificio posto di fronte al Duomo e che fino a circa trent’anni fa era la sede dell’ospedale cittadino, che si presenta in tutto il suo fascino con le grandi sale affrescate e le volte a costoloni tipicamente medievali, in cui si è scelto un allestimento assolutamente non invasivo che si plasma con la location valorizzandone non solo lo spazio ma anche la magica e surreale atmosfera che lo contraddistingue. Sono presenti le opere di,  tra gli altri, Tino Sehgal, Judith Hopf Palmenbaum, Jonathan Monk, Rodrigo Hernández, Giulio Paolini Platea,  Haris Epaminonda, Helene Dowling Breaker, Andreas Slominski, Massimo Bartolini, Georges Adeagbo, Adrian Paci, Steve Roden, Cyprien Gaillard, Michael Sailstorfer & Jürgen Heinert, Anri Sala,  Berlinde De Bruyckere, Jonathan Seliger ed Eugenia Vanni. Percorrendo le stradine medioevali, tra salite e discese, si arriva infine all’Accademia dei Fisiocratici, ultima ma non per importanza, sede della mostra. Infatti l’intero percorso espositivo nella città è stato scelto e dipanato seguendo il motto ch ne fa il titolo, per cui tutto il vero in grado di spazzar via il falso è stato simbolicamente esplicitato attraverso i ruoli “Istituzionali delle location”, e cioè il “potere politico e della cosa pubblica” del Palazzo Pubblico, la cura del corpo e dello spitiro in Santa Maria della Scala, ed infine la conoscenza e la scienza con l’Accademia dei Fisiocratici. In quest’ultima, infatti, che è centro di ricerca ma anche museo di storia naturale, è stato scelto un allestimento quasi come fosse un divertissment, ma anche un rimando corale all’esposizione permanente di fossili, specie animali, minerali e quant’altro. Una sorta di “caccia al tesoro” in cui bisogna guardare con attenzione e riuscire a svelare le opere che si amalgamo con il tutto. Sono qui presenti  Luca Trevisani, Paolo Inverni, Richard Tuttle, Davide Mancini Zanchi, Francesco Carone con Luca Bertolo, Paolo Parisi, Luca Pancrazzi, Mario Neri e Maria Morganti, su una piccola tela su cui ognuno è intervenuto, Nico Vascellari, Adel Abdessemed, Rashid Johnson, Luigi Ghirri, Nabuko Tsuchiya, Ivan Moudov, Franco Vaccari  e Mark Dion. Una mostra da non perdere.

Che il Vero possa confutare il falso
a cura di Luigi Fassi e Alberto Salvadori
Progetto: ITINERA ideato e diretto da Associazione FuoriCampo con l’Associazione Culturing.

In collaborazione con Comune di Siena, Associazione Amplificatore Culturale

Palazo Pubblico
Piazza del Campo

Santa Maria della Scala
Piazza Duomo

Accademia dei Fisiocratici
Piazzetta Silvio Gigli 2

Siena

25 giugno – 16 ottobre 2016

Info: itinera.office@gmail.com
http://agiverona.org/

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