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ROMA | MACRO Museo d’Arte Contemporanea | 23 giugno – 3 settembre 2017

di TOMMASO EVANGELISTA

Fino al 3 settembre il MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta la mostra Arazzeria Pennese. La contemporaneità del basso liccio, a cura di Barbara Martusciello, con gli arazzi di Marco Tirelli, Alberto Di Fabio, Costas Varotsos, Matteo Nasini e Andrea Mastrovito.
La mostra, promossa da Roma Capitale, è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo e presenta le opere realizzate all’interno del laboratorio della Riserva Naturale Regionale Lago di Penne. Nel 2014 la Riserva, diretta da Fernando Di Fabrizio, insieme a Brioni, alla Fondazione Penne Musei e Archivi e alle cooperative Cogecstre e Alisei, ha riaperto, sotto la direzione di Laura Cutilli, una delle rarissime manifatture di arazzeria attive in Italia e l’unica a utilizzare la tecnica del basso liccio, una tecnica che adopera un particolare tipo di telaio il quale permette l’apertura della bocca dell’ordito attraverso pedali per inserire il filo di trama.

L'arazzo di Alberto di Favbio in lavorazione

L’arazzo di Alberto Di Fabio in lavorazione

Fondata nel 1965 e attiva fino al 1998, l’Arazzeria Pennese rappresenta un’eccellenza dell’artigianato artistico abruzzese ed italiano, e per le sue particolari tecniche di lavorazione ha sempre dialogato con le più aggiornate ricerche artistiche. Non si tratta infatti di una mera opera di riproduzione del disegno, l’artista, sia nella fase di realizzazione del cartone che nella scelta cromatica delle lane che diventeranno le trame del tessuto, interviene nella concretizzazione dell’idea comunicando la sua personalità poetica. La nascita dell’Arazzeria Pennese nella seconda metà del Novecento è strettamente legata all’incontro e alla collaborazione col pittore Enrico Accatino il quale nel laboratorio ha prodotto circa sessanta arazzi. Accatino fu tra i primi a riscoprire la cultura tessile e dal 1966 si dedicò al rilancio dell’arazzo come linguaggio, promuovendo la fiber art e realizzando un vero e proprio manifesto dell’arte tessile che in quel tempo continuava ad essere insegnata negli Istituti d’arte. Dopo che gli arazzi erano passati di moda fu proprio il contesto di Penne, attraverso due insegnanti della sezione tessuti del locale Istituto d’arte, Fernando di Nicola e Nicola Tonelli, a rilanciare la tecnica. I risultati brillanti ottenuti fin dall’inizio fecero in breve tempo dell’Arazzeria Pennese un centro di grande risonanza internazionale e sono stati molti gli artisti che hanno fornito i loro bozzetti e collaborato alla tessitura: Marcello Avenali, Afro Basaldella, Diana Baylon, Remo Brindisi, Primo Conti, Antonio Paradiso, le figlie di Giacomo Balla e Giuseppe Capogrossi.

Panoramica della mostra

Una veduta della mostra al MACRO

Il nuovo percorso dell’Arazzeria è iniziato nel 2014 con le più giovani tessitrici dell’Arazzeria storica, Erminia Di Teodoro e Lolita Vellante, entrambe di Penne e con esperienza trentennale nella tessitura degli arazzi. Il laboratorio allora ha istituito rapporti diretti con Tirelli, Di Fabio, Varotsos, Nasini e Mastrovito i quali hanno realizzato i bozzetti che sono stati poi tradotti, grazie alla maestria dell’artista Mario Costantini che ha studiato sistemi innovativi per tale passaggio creativo dei cartoni in tessuto, in arazzi, due per ogni artista.

Tirelli in arazzeria

Tirelli in arazzeria

Non quindi mera opera di traduzione ma una risemantizzazione dell’idea la quale acquista, attraverso l’apporto dei diversi specialisti del tessuto, un’evidenza nuova come spiega la curatrice Martusciello:

“Lo speciale linguaggio visivo di un artista si rivela magnificamente senza cadere nel puro decorativismo. Nonostante che la struttura della tessitura si componga principalmente di fili colorati e intrecci, che risulti inizialmente graficizzata e che sia un prodotto di stretta collaborazione con altri, il lessico dell’artista non perde la sua unicità e il suo rigore e, anzi, si carica di una diversa forza espressiva”.

Costas Varostos - dettaglio

Costas Varotsos – dettaglio

Alberto Di Fabio traduce in trama e ordito la sua visione organica e nucleare dello spazio mentre Costas Varotsos, eccelso scultore del vetro, ha cercato di rendere la densità e la complessità del suo materiale preferito in tessuto, restituendo la stratificazione e l’equilibrio vitale delle sue forme. Marco Tirelli ha creato una spazialità enigmatica e silente mentre Matteo Nasini, lavorando tra musica, pittura e percezione visivo/sonora ha ideato una visione tessile essenziale ed enigmatica. Andrea Mastrovito, il cui arazzo verrà presentato a fine mostra con un convegno su Arazzeria e Contemporaneo, ha lavorato con immagini poetiche aderenti alla realtà, quasi stereotipate, ma ricche di umanità e forma. In mostra si possono ammirare anche arazzi di Giacomo Balla e Afro, parte dell’arazzeria storica.

Matteo Nasini

Matteo Nasini

Data la validità dell’operazione curatoriale e la portata innovativa delle opere realizzate, capaci di rivitalizzare una tecnica artistica storica ed estremamente complessa con risultati notevoli dal punto di vista grafico, compositivo e realizzativo, una piccola parentesi va aperta sulla vitalità che hanno avuto gli Istituti d’arte in Italia e del fatto che sono stati fortemente depotenziati e penalizzati con la nuova riforma scolastica la quale ha trasformato molti di loro in Licei Artistici privandoli dei laboratori e dell’aspetto pratico del sapere. Dai maestri dell’Istituto pennese sono nate forze e tecniche nuove per l’arte dell’arazzo, ma interessanti risultati si erano avuti anche a Isernia presso il celebre Manuppella, mostrando la qualità delle tecniche artistiche insegnate che dovrebbe essere utilizzate, valorizzate e tutelate per il rilancio del nostro alto artigianato.


ARAZZERIA PENNESE.
La contemporaneità del basso liccio
a cura di Barbara Martusciello

23 giugno – 3 settembre 2017

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma
Studio d’artista 1, Via Nizza 138

Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il lunedì

Info: www.museomacro.org

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