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ROMA | MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo | Fino al 3 maggio 2015 e fino al 7 giugno 2015

Il Museo MAXXI di Roma avvia la stagione primaverile con tre progetti espositivi: il secondo appuntamento di The Independent, con Percorsi Informali del gruppo SMU-research e dello scrittore francese Philippe Vasset (1972); Gli angeli degli eroi di Flavio Favelli (1967) e Sue proprie mani di Adrian Paci (1969) e Roland Sejko (1968).
The Independent è un progetto che il museo romano, su idea del suo direttore Hou Hanru, promuove per tutte quelle realtà indipendenti che fanno cultura al di fuori dei canali ufficiali. Dopo La scrittura degli echi con i contributi audio di novanta tra artisti e intellettuali proposto dal gruppo romano di Nero (fino al 7 giugno), è ora il turno del gruppo SMU – research (collettivo transdisciplinare formatosi nel 2009) e dello scrittore francese Philippe Vasset che, con Percorsi Informali, rendono protagonista del loro progetto la periferia romana.

Alessandro Lanzetta, Antonella Perin, Susanna Perin, Sketches on Valle Borghesiana – The illegal master plan and everyday life, 2013, installazione

Il gruppo, da sempre attento ai temi urbani e alle questioni dell’informalità e dell’autorganizzazione, ha operato nel contesto difficile di Valle Borghesiana, area di abusivismo e di degrado, osservandone, avvicinandone e registrandone la storia e la vita con opere, foto, testi e documentazioni, collaborazioni con altri artisti, ricercatori e attivisti sociali. In Percorsi Informali, Antonella Perin, Susanna Perin e Alessandro Lanzetta, curatori e fondatori di SMU-research, presentano Sketches on Valle Borghesiana – The illegal master plan and everyday life, opera che guarda alla nascita, materiale e immateriale, di Valle Borghesiana dove, tra intrecci di potere e politica ed esigenze dei cittadini, si riflette sull’analisi delle dinamiche dell’edificazione residenziale.
Troviamo poi The Making of Autogestion, wall paper di Sabine Bitter & Helmut Weber che, sommando immagini di Valle Borghesiana, della Pantanella, del Cinema America, muovono una critica all’architettura e aprono una riflessione sulle potenzialità dell’autogestione. In Flight over the Toponimi l’architetto Alison Crawshaw analizza, con una ripresa aerea, l’ultima espansione urbana non pianificata della periferia della capitale. Christian Hanussek, artista, autore e curatore, con Spaccateste focalizza l’attenzione sul treno che da 100 anni attraversa la Via Casilina, presentandolo non solo come testimone della storia, ma anche come elemento di sviluppo dei quartieri periferici. Utopologies: Via Casilina, Rome sono invece una serie di disegni che Alexander Schellow ha realizzato pensando ai ricordi delle passeggiate che compiva sull’omonima via romana.
The C.P.A. (The Street) del fotografo e artista Tobias Zielony si presenta come un’animazione dedicata al centro di accoglienza minorile presente nel quartiere: i ragazzi lavorano in un contesto sociale difficile vendendo gadget luminosi e, dalle luci di questi prodotti, si avvia la metafora della visibilità-invisibilità della loro condizione.
A unire tutti questi interventi, invadendo lo spazio espositivo, c’è la voce della narrazione registrata (in tre lingue) dell’opera Via Borghesiana dello scrittore e giornalista Philippe Vasset in cui si percorre la visione di chi, dall’esterno e senza conoscerne le specifiche criticità, osserva la prospettiva di questo quartiere.
Con la mostra Architettura in Uniforme (fino al 3 maggio) si sono portate al MAXXI storie personali di architetti, invenzioni, scoperte, racconti, di creazione e di distruzione, tra il 1939 e il 1945, periodo che ha cambiato le sorti del mondo. La mostra fa riflettere sulla nostra storia recente anche attraverso i due progetti speciali di Flavio Favelli e Adrian Paci, commissionati dal MAXXI arte diretto da Anna Mattirolo.

Flavio Favelli, Gli Angeli Degli Eroi, Museo MAXXI, Roma

Con Gli Angeli degli Eroiprogetto pensato in origine come un murale per un intervento urbano per la città di Bologna – Favelli volge il suo sguardo verso tutti i militari italiani morti in missione all’estero: attraverso una sola grande lista che, come una lapide commemorativa, nella hall del Museo elenca i nomi degli oltre 150 nostri soldati caduti in missioni di pace durante l’intera storia della Repubblica, dal primo caduto nel 1950 ad oggi.
Annota lo stesso Favelli:

“L’Italia, a differenza di altri paesi europei, ha un rapporto contraddittorio e sofferto con il suo esercito che è spesso percepito come un ente estraneo e lontano, mai reale… Le notizia dei militari caduti all’estero hanno dato ai soldati volti di persone normali, spesso giovani, con le loro storie quotidiane e le loro immagini, ritratti in divisa ma anche nella vita civile e quotidiana… Il mondo della guerra rimane immutabile e aleggia sospeso, fra le parentesi del fascino delle marce marziali e l’orrore dei morti di ogni conflitto.”

Gli Angeli degli Eroi, titolo ripreso da un cartello di preghiera e saluto per i funerali del militare Luca Sanna caduto in Afghanistan nel 2011, vuole essere un ricordo, semplice ma intenso, di tutti questi uomini e della storia che hanno vissuto.
Sue Proprie Mani è, invece l’opera che Adrian Paci propone in collaborazione del celebre regista Roland Sejko. Proposto nella Sala Gian Ferrari del museo, questo lavoro vuole condurre una riflessione sugli Italiani in Albania alla fine della seconda Guerra Mondiale. Paci pone attenzione sul senso di sradicamento e lontananza (forzata) dalla propria terra che prende le mosse da una vicenda del secondo dopoguerra italiano conosciuta da pochi.

Adrian Paci e Roland Seijko, Sue Proprie Mani, 2014 (lettera)

La vicenda riguarda ben 24.000 italiani (prevalentemente ex-soldati, ma anche operai, medici, commercianti, ingegneri giunti durante l’occupazione italiana) che, a guerra finita, sono rimasti bloccati sul suolo albanese, vittime di un gioco politico-diplomatico che durò fino al 1949. La storia nasce dal ritrovamento nei magazzini dell’Archivio di Stato albanese di un sacco di “Corrispondenza dei cittadini italiani in Albania” – come recitava l’etichetta appostavi – contenente le lettere, mai giunte a destinazione, di italiani che, tra il 1945 e il 1946, scrivevano a casa per avere notizie dai loro cari.
L’opera, installazione video su 5 grandi schermi girata nell’ex-palazzo di Re Zog a Durazzo, presenta alcuni attori che, con lentissimi movimenti della macchina da presa e in abiti d’epoca, tengono tra le mani (destinatari, mittenti o testimoni?) queste lettere. In sottofondo scorre la lettura dei frammenti del contenuto originale delle stesse lettere mai recapitate a chi avrebbe dovuto riceverle.
Il lavoro di Paci rimette a fuoco una vicenda reale che rielabora in modo emotivo e storico: i temi della perdita, dell’incomunicabilità, dell’influsso della storia sui destini personali qui diventano visione universale. Con il video sono esposte anche le stampe delle lettere a ripristinare ulteriormente quella comunicazione interrotta. 

The independent. Progetto speciale dedicato ai gruppi indipendenti di sperimentazione contemporanea.
Secondo appuntamento: SMU – research & Philippe Vasset. Percorsi Informali
ideato da Hou Hanru, direttore Artistico del MAXXI
a curato di Giulia Ferracci e Elena Motisi
in collaborazione con Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 

Artisti: Sabine Bitter & Helmut Weber, Alison Crawshaw, Christian Hanussek, Alessandro Lanzetta, Antonella Perin, Susanna Perin, Alexander Schellow, Philippe Vasset, Tobias Zielony 

2 aprile – 3 maggio 2015

in occasione della mostra Architettura in Uniforme

Gli angeli degli eroi di Flavio Favelli
in collaborazione con Nosadella.due – Independent Residency for Public Art 

e

Sue proprie mani di Adrian Paci e Roland Sejko
progetto a cura di Cristiana Perrella
in collaborazione con Archivio di Stato dell’Albania, Herno, Apulia Film Commission, Poste Italiane, Farani Sartoria Teatrale (Roma), Musagates, Galleria Kaufmann Repetto (Milano-New York), Peter Kilchmann Gallery (Zurigo)
lavoro prodotto da Kube Studios (Tirana)
costumi di Antonella Cannarozzi 

2 aprile – 7 giugno 2015

MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4A, Roma 

Orari: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica 11.00-19.00; sabato 11.00-22.00; giorni di chiusura lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre

Info: +39 06 3201954
info@fondazionemaxxi.it
www.fondazionemaxxi.it
www.smu-research.net 


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