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MENDRISIO (SVIZZERA) | Museo d’arte Mendrisio | Fino al 15 luglio 2018

di MATTEO GALBIATI

Il Museo d’arte Mendrisio (Svizzera) torna ad ospitare un grande progetto dedicato alla riscoperta e all’analisi antologica dell’opera di uno scultore che, per questa occasione, ha per protagonista Franca Ghitti (1932-2012) in un progetto che ne riassume le tappe e le creazioni più indicative e rappresentative delle storia e dell’espressività della sua ricerca.

Franca Ghitti scultrice, veduta dell’allestimento, Museo d’arte Mendrisio, Mendrisio (Svizzera)

L’opera di Ghitti, come si evince fin dalle grandi installazioni presenti nel cortile del museo, si connota per un grande valore segnico che imprime alla materia forme e linee tradotte in presenze semplici ed articolate allo stesso tempo, sono questi tratti a comporre un immaginario di rimandi e riferimenti con cui si definisce ogni singola opera. Memorie legate alla terra d’origine – la Val Camonica con le sue testimonianze camune – alla tradizione contadina, alla terra e agli strumenti agricoli, alle forme della natura e ai suoi elementi sono le tracce impresse dall’artista sul legno e sul metallo per concepire nuove storie e nuovi ricordi, incontrando il potere generativo di altre immaginazioni.
In questo senso risulta importante anche il valore del recupero di materiali giù usati, già definiti da un impiego, un lavoro o segnati dal tempo, con queste presenze preacquisite, infatti, Ghitti sa trovare una possibilità di ricombinazione e riconfigurazione delle forme per ottenere, rispettandone il passato, un senso inatteso e inaspettato; catalizza, quindi, nell’opera scultorea un significato e una testimonianza che solo il pensiero di un artista sa cogliere con quella purezza e quel disincanto che superano il limite del vero. Il corpus qui riunito, per la prima antologica dedicata all’artista in ambito istituzionale elvetico, tra scultura e opere grafiche ricompone il suo linguaggio che, nelle pur diverse sue esternazioni, sa porsi sempre sul crinale del passaggio tra reinterpretazione della storia e desiderio di nuova modernità.

Franca Ghitti, Clan dei mugnai, 1975, legno, 185x39x9 cm Archivio Franca Ghitti, Cellatica Foto Fabio Cattabiani

Tra piccole e grandi dimensioni il rilievo plastico delle sue opere tende quasi ad assottigliare le volumetrie, ad abbattere la solida staticità della tridimensionalità che definisce la scultura stessa: Ghitti sottrae e imprime, come si diceva, “segni” che riportano il tuttotondo a vivere una nuova concezione spaziale che si spinge alla leggerezza, allo svuotamento, all’annullamento progressivo delle “cose”. Questo alleggerimento poetico e lirico del suo fare, però, non si dimentica mai della vita, dei suoi dolori, del suo male, dei suoi sentimenti e delle sue passioni che permangono nella consistenza della materia anche quando questa (o forse soprattutto) è di recupero. Ghitti, infatti, ha una cura peculiare proprio per il “ritrovamento” e il “riuso” dello scarto, metafora di un’anima che nella dimenticanza ri-accede a valori profondi e importanti.
Il percorso espositivo riesce a dare una testimonianza forte, progressivamente appassionante per lo sguardo, su un’artista che ha avuto il coraggio di esprimersi con una voce in cui il dramma esistenziale resta sempre presente e vivo, con tutte le sue insidie e i suoi turbamenti, con le sue bellezze e le sue gioie, ma non ha mai svilito il suo insegnamento nella retorica del tragico e nella vuota espressione della maniera.

Lei ha dato cuore ed anima ad una ricerca che, dagli anni Sessanta ad oggi (l’artista è scomparsa solo sei anni fa), ha saputo rigenerarsi continuamente nel rispetto di una coerenza sempre presente e il cui dizionario formale ha legato alla scultura il senso della memoria collettiva: l’artista stessa asseriva di non cercare la sua voce, ma tutte le voci, rendendo la concretezza della scultura – nonché il processo stesso del suo fare – uno speciale mezzo per ricongiungere espressioni e storie diverse.

Franca Ghitti scultrice
a cura di Barbara Paltenghi Malacrida
con la collaborazione di Elena Pontiggia
con il sostegno della Fondazione Archivio Franca Ghitti, Cellatica
catalogo con saggi critici di Barbara Paltenghi Malacrida, Elena Pontiggia, Maria Luisa Ardizzone, Irene Cafarelli

15 aprile – 15 luglio 2018

Museo d’arte Mendrisio
Piazzetta dei Serviti 1, Mendrisio (Svizzera)

Orari: da martedì a venerdì 10.00-12.00 e 14.00-17.00; sabato, domenica e festivi 10.00-18.00
Ingresso intero €10.00; ridotto €8.00; gratuito scuole, ragazzi fino a 16 anni

Info: +49 (0)58 6883350
museo@mendrisio.ch
www.museo.mendrisio.ch

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