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FAENZA | MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche | 18 febbraio – 1 ottobre 2017

di IRENE BIOLCHINI

Stephan Dakon, Manifattura Goldscheider, Vienna, Austria, Ballerina sulle punte, 1928 ca., h cm 30 x 13 x 10.5, terraglia dipinta,Collezione privata

Stephan Dakon, Manifattura Goldscheider, Vienna, Austria, Ballerina sulle punte, 1928 ca., h cm 30 x 13 x 10.5, terraglia dipinta, Collezione privata

Ceramica Déco. Il gusto di un’epoca, ha aperto il 18 febbraio 2017 al MIC – Museo Interanzionale delle Ceramiche in Faenza (in corso fino al 1 ottobre) rinsalda il legame di stretta collaborazione tra il Museo faentino e il limitrofo S. Domenico di Forlì. Anche questo anno, infatti, la mostra di Faenza si inserisce all’interno del complesso progetto che il museo forlivese ha dedicato al Déco. Ed è proprio in questo legame di continuità con le assolute eccellenze della mostra forlivese che si inserisce la mostra curata da Claudia Casali e concentrata sulla scena romagnola. L’ambiente locale degli anni Venti e Trenta, infatti, ha visto una straordinaria crescita artistica, una concentrazione di talenti che si sono massicciamente imposti anche sulla scena nazionale in pochi anni.

Il percorso di mostra è volto a rendere proprio le stagioni di questa unica congiunzione, partendo dalla cerchia baccariniana, un ambiente che ha visto la centralità della figura carismatica e poliedrica di Baccarini, ma anche la collaborazione (nel 1928 e 1929) dei futuristi e di Riccardo Gatti. Ed è proprio la compresenza di due momenti e di due ricerche apparentemente così discrepanti a restituire l’unicità della stagione romagnola indagata. Un momento in cui personaggi instancabili e talentuosi, come Francesco Nonni e Giovanni Guerrini, lavoravano indiscriminatamente a xilografie, vetri, arredi, ceramiche. A testimonianza di questo multilinguismo tecnico, la mostra espone anche le matrici lignee con cui venivano effettuate le stampe, ma anche mobili e dipinti.

Francesco Nonni, Corteo Orientale, 1925, collezione privata, maiolica policroma con finiture a terzo fuoco, misure varie

Francesco Nonni, Corteo Orientale, 1925, collezione privata, maiolica policroma con finiture a terzo fuoco, misure varie

Un multidisciplinarità, quella di Nonni e Guerrini, che fa il paio con l’inimitabile expertise di Pietro Melandri, Riccardo Gatti e Anselmo Bucci per cui la ceramica è materiale prediletto e linguaggio contemporaneissimo. Ed è proprio in questo ambito che lo spettatore può osservare l’unicità dei lustri e delle spericolate decorazioni a tema vegetale. Una irripetibilità che fa si lega a ciò che avveniva nella scena Italiana – specie nelle sperimentazioni di Galileo Chini, Gio Ponti, Guido Andlovitz, Tullio Mazzotti e Corrado Cagli – e in quella Europea – ben rappresentata dalla selezione di pezzi provenienti dalle principali botteghe di Austria, Belgio, Danimarca, Francia e Germania.

Gio Ponti (1891-1979), Milano, manifattura Richard Ginori, vaso “Il giardiniere stanco”, 1925 ca., terraglia, MIC Faenza

Gio Ponti (1891-1979), Milano, manifattura Richard Ginori, vaso “Il giardiniere stanco”, 1925 ca., terraglia, MIC Faenza

Ed ecco dunque che lo sguardo, partito dalla realtà locale, si estende alla scena europea tracciando chiaramente come la produzione in Romagna fosse assolutamente all’interno di un dibattito che di molto superava l’estensione geografica del proprio territorio. Una lungimiranza che tocca anche il sistema educativo della Scuola Ceramica, congegnata insieme al Museo delle Ceramiche affinchè le due realtà potessero procedere assieme in una crescita di assoluta avanguardia.

Dante Baldelli, Ceramiche Rometti, Cista degli arcieri, 1930 ca., h cm 45 x diam. 27, ceramica, Collezione Marco e Pietro Visconti

Dante Baldelli, Ceramiche Rometti, Cista degli arcieri, 1930 ca., h cm 45 x diam. 27,
ceramica, Collezione Marco e Pietro Visconti

Molti sono i temi che questa mostra dedicata al Déco riesce a sollevare, e grande è la lezione che oggi bisogna apprendere, accettando la compenetrazione tra discipline e linguaggi, unica via possibile per un ripensamento del contemporaneo. Ed è proprio in questa direzione che tende anche il MIC di Faenza che il 28 settembre, in un ideale passaggio di testimone, aprirà una mostra interamente centrata all’analisi delle relazioni tra arte e design e del titolo Builders of Tomorrow, a cura di Giovanna Cassese e Marinella Paderni.


Ceramica Déco. Il gusto di un’epoca

18 febbraio – 1 ottobre 2017

MIC Museo Internazionale delle Ceramiche
viale Baccarini 19, Faenza

Orari: dal martedì alla domenica e festivi ore 10.00-19.00. Chiuso il lunedì, il 15 agosto

Info: +39 0546 697311
www.micfaenza.org

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